Mad Friuli – Alberto Manzetti

Informazioni Evento

Luogo
CAFFE' FRIULI
Corso Della Repubblica 299, Latina, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a domenica dalle 8,00 alle 24,00

Vernissage
05/04/2012

ore 18.30

Artisti
Alberto Manzetti
Curatori
Fabio D’Achille
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra di Alberto Manzetti, curata da Fabio D’Achille per MAD Rassegna d’Arte Contemporanea.

Comunicato stampa

Dopo l’esposizione di Valerio Libralato, da giovedì 5 aprile le pareti del Caffè Friuli di Latina ospiteranno la mostra di Alberto Manzetti, curata da Fabio D’Achille per MAD Rassegna d’Arte Contemporanea.
Alberto Manzetti nasce a Sant’Elia in Pianisi (CB) nel 1934, si diploma al Liceo Artistico di via Ripetta a Roma. Docente di disegno e storia dell’arte, negli anni ’60 partecipa al Movimento Romano di Figurazione ed Astrazione Concettuale, classificandosi ai primi posti nelle edizioni del “Premio Città di Termoli”. Nel 1970 vince a Milano il Premio di pittura neoespressionista e il Premio Lombardia. Partecipa più volte all’Artefiera di Padova e Bologna. Si è classificato ai primi posti ai premi annuali di pittura al Palazzo della Cultura di Latina. Nel ’93 è premiato a Roma al Ridotto della Galleria Nazionale. Nel 2006 ha partecipato a Venezia alla mostra “Una città da salvare”. Attualmente 12 pinacoteche conservano le sue opere, tra cui la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Latina.
Sull’arte di Alberto Manzetti si riporta l’interpretazione critica di Laura Cianfarani:
“La poetica artistica di Alberto Manzetti, fondata su un’esperta capacità di sintesi, si caratterizza essenzialmente per il contrasto, che assume diverse sfaccettature. Nelle sue opere, dove ogni pezzo è un progetto di architettura, di spazio, troviamo infatti una combinazione di toni caldi e freddi, scaturita da una componente esclusivamente istintiva. Una dicotomia tra progettualità e immaginazione quindi, dove quest’ultima assume un aspetto prevalente. L’equilibrio cromatico cui l’artista dà vita nasce dunque paradossalmente da tecniche di contrasto: il volume, la profondità e la scansione dei piani non sono ottenuti con la prospettiva o con il chiaroscuro, ma sono del tutto affidati ai colori, che rivelano una componente puramente emotiva, un gioco cromatico in grado di creare un piacere visivo. La contrapposizione tra campiture nette e squillanti, materiche, elementi geometrici, ritmi serrati e colori sfumati e spazi bianchi, sembra approdare a una sintesi tra il Cubismo sintetico di Picasso e il Cubismo Orfico di Delaunay e Lèger, dunque tra aspetti razionali e onirici. Gli studi sulle culture precolombiane rappresentano un corrispettivo pittorico dell’arte delle civiltà del Centro America, basata sulla scultura e il bassorilievo: non a caso in queste opere l’artista mostra delle caratteristiche prettamente materiche. Manzetti presenta nel suo lavoro un approccio veloce, il che deriva dalla volontà immediata di fissare l’emozione, l’attimo, il sentimento e l’anima che il soggetto gli trasmette. La serie delle Città da salvare rivela un desiderio etico, con l’idea di abitazioni salvate da elementi come farfalle e palloncini, che con dei fili trascinano fuori le città dal degrado urbano per trasportarle in un potenziale luogo in grado di salvaguardarle”.