Torino Europa
Le grandi opere d’arte della Galleria Sabauda. La mostra e’ una delle due sezioni in cui si articola l’evento “I quadri del Re” e rappresenta una sorta di anteprima dell’allestimento definitivo. Il percorso di visita si fonda su 95 tra sculture e dipinti scalate fra il XIV ed il XIX secolo.
Comunicato stampa
Nella Manica Nuova di Palazzo Reale (ingresso da via XX Settembre) si apre la mostra “Torino, Europa. Le grandi opere d’arte della Galleria Sabauda nella Manica Nuova di Palazzo Reale”. La mostra è una delle due sezioni in cui si articola l’evento “I quadri del Re. Un’eccezionale mostra con i capolavori delle collezioni sabaude”, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, insieme alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e al Consorzio ‘La Venaria Reale’.
La sezione della Manica Nuova è a cura di Edith Gabrielli, Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, e si avvale dell’allestimento dello Studio Albini di Milano.
“Questa mostra di capolavori è la prima tappa del trasferimento, destinato a completarsi entro il 2014, di tutte le opere della Galleria Sabauda nella Manica Nuova di Palazzo Reale – spiega il direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemone Mario Turetta – che diventa così parte integrante del Polo Reale di Torino, il grande progetto costituirà un grande e importante complesso museale nel centro storico della città, costituito dalla Galleria Sabauda stessa, da Palazzo Reale, da Palazzo Chiablese, dalla Biblioteca Reale, dall’Armeria Reale, dal Museo di Antichità e dai Giardini Reali.”
In quest’ottica la mostra nella Manica Nuova, prosegue il direttore: “Si pone come una operazione di pubblico servizio, per mantenere visibili le più significative opere della Sabauda e preservare il legame di turisti e di cittadini con la Galleria, dare sin da ora inizio al processo di fidelizzazione del pubblico con la nuova sede e comunicare i primi risultati di un capillare ed approfondito lavoro di catalogazione scientifica”.
Il percorso di visita si fonda su 95 opere d’arte scalate fra il XIV ed il XIX secolo. “Si tratta di sculture e soprattutto di dipinti, selezionati all’interno degli oltre milleduecento che compongono il patrimonio della Sabauda e sottoposti nella circostanza a un’accurata revisione conservativa – sottolinea la Soprintendente Edith Gabrielli – Non mancano i ‘quadri-manifesto’, ovvero i capi d’opera per cui la Sabauda è nota in tutto il mondo, dalle Stimmate di San Francesco di Jan van Eyck all’Annunciazione di Orazio Gentileschi fino al Ritratto equestre di Tommaso Francesco di Savoia-Carignano di Antoon van Dyck. Questi ed altri capolavori saranno però chiamati a dialogo con opere che finora non hanno goduto dello spazio e dell’attenzione che pure meritano, a formare un percorso critico inedito e di grande rigore scientifico, volto a privilegiare il confronto tra la scuola artistica piemontese e le altre scuole, vuoi italiane, vuoi europee”.
Attraverso la mostra la Sabauda a centottanta anni esatti dalla sua fondazione - il Museo venne istituito da Carlo Alberto nel 1832 - entra in una fase del tutto nuova. L’operazione si pone una evoluzione rispetto al passato: non è la prima volta che accade nella storia del museo. “Già nel 1865 la Galleria traslocò da Palazzo Madama al Palazzo dell’Accademia delle Scienze – spiega la direttrice della Galleria Sabauda Anna Maria Bava – Allora il trasferimento fu dettato da ragioni conservative, oggi invece serve per adeguare la Sabauda al nuovo ruolo di Torino, una città che almeno dai Giochi Olimpici del 2006 si è proposta sullo scacchiere internazionale come crocevia d’arte e di cultura”.