Paola Marzano – Il Velo di Maya

Informazioni Evento

Luogo
COMPLESSO MUSEALE DI SAN FRANCESCO
Via Righiera Umbra , Montefalco, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni 10,30/13,00 – 14,00/18,00

Vernissage
07/04/2012

ore 18

Contatti
Email: info@paolamarzano.com
Sito web: http://www.paolamarzano.com
Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Regione Umbria, Provincia di Perugia, Assessorato alla Cultura Comune di Montefalco, Sistema Museo

Editori
GANGEMI EDITORE
Artisti
Paola Marzano
Curatori
Lorenzo Canova
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra accompagna il visitatore in un viaggio fra architetture, spazio monumentale e urbano passando dalla pittura ad olio, alla digital painting per giungere all’installazione site-specific, punto d’arrivo di un percorso introspettivo.

Comunicato stampa

Si inaugura sabato 7 aprile 2012, alle ore 18,00 la seconda tappa della mostra itinerante “Il Velo di Maya” di Paola Marzano, a cura di Lorenzo Canova.
Inaugurata per la prima volta presso Galleria Civica d'Arte Contemporanea Montevergini di Siracusa dal 21 gennaio al 19 febbraio scorsi, l'evento è ospitato presso le Gallerie di Arte Contemporanea del Museo di San Francesco a Montefalco ed inserito nel calendario degli eventi collaterali della nota manifestazione “Terre del Sagrantino” con il patrocinio di Regione Umbria, Provincia di Perugia, Assessorato alla Cultura Comune di Montefalco e in collaborazione con Sistema Museo.
In esposizione 12 opere di cui 8 oli su tavola, 4 digital printing e un’installazione site specific.
La mostra accompagna il visitatore in un viaggio fra architetture, spazio monumentale e urbano passando dalla pittura ad olio, alla digital painting per giungere all’installazione site-specific, punto d’arrivo di un percorso introspettivo.
Presentando la mostra in catalogo scrive Lorenzo Canova: “Cosa si nasconde negli spazi vuoti di strade e piazze che ricordano Roma ma che potrebbero essere Babilonia, Damasco oppure Diomira, Isidora e Dorotea? Cosa cela il segreto della loro costruzione, della loro disposizione, dell’intreccio dei loro palazzi e dei loro viali?... È possibile che in quei luoghi sia nascosto l’arcano della vera forma e del vero nome, magici e fatidici, della città che molti dèi avevano voluto eterna per farla crollare e rinascere innumerevoli volte? Quello che ci circonda è reale o è solo quell’illusione che dà forma a una visione che, in modo difforme ma continuo, va dalle Upanişad indiane a Platone, fino a Schopenauer, ai romanzi di Philip K. Dick e alla saga del film Matrix?...
...L’intero progetto è basato su una ricerca dedicata all’architettura, allo spazio monumentale e urbano su cui l’artista lavora con rigore e dedizione da molto tempo. Consapevole della difficoltà del suo compito, Paola Marzano utilizza dunque strumenti differenziati della rappresentazione, in un percorso sospeso tra la fisicità della pittura e l’immaterialità del digitale, fino alla materia tangibile (ma sfuggente) dell’installazione oggettuale. ...
...La pittura si dissolve e si ricompone nella vibrazione della luce digitale che si diffonde sulle architetture sezionandole con esattezza per scandire il loro imperscrutabile rapporto con le ombre che si allungano partendo dal punto focale dello splendore trascendente che irradia dal centro dell’intera composizione. ...
...Tutto trova compimento nell’installazione che conclude il viaggio della mostra, dove finalmente, nel progetto dell’artista, la realtà “noumenica” si libera dalla prigione del “fenomeno”, dal velo di Māyā e dal carcere del samsāra. Lo spettatore, attraversato il velo posto all’ingresso, si troverà allora di fronte alle presenze simboliche di lance coniche (segni dell’energia generatrice dell’universo e della potenza racchiusa nella forza immobile e incombente della saggezza) e di una pelle di serpente, simbolo di rinnovamento e allusione forse al tempo circolare, all’atemporalità dell’eterno e al contatto oltre lo schermo della finzione proiettata della realtà terrena, giungendo così attraverso l’arte al superamento del “fenomeno” contingente e alla rivelazione della visione “faccia a faccia”, al territorio ignoto collocato oltre lo specchio incerto e falsificante del mondo.”