Saverio Todaro – Campo dei miracoli
Todaro usa la figura di Pinocchio per restituirci il presente, un tempo fatto di crisi e sopraffazione, compresso senza tregua nella morsa del potere.
Comunicato stampa
̶ E il Campo dei miracoli dov’è? — domandò Pinocchio. — È qui a due passi. — Il 7 Aprile alle ore 18 e 30 la galleria xxx inaugura la mostra “Campo dei miracoli”, personale dell'artista torinese Saverio Todaro.
Al Campo dei miracoli, nella città di Acchiappacitrulli, un luogo popolato di pecore tosate e galline senza cresta e bargigli, Pinocchio ci va a seppellire sotto la grande quercia la sua ingenua speranza, tutta l'umana debolezza, l'intera credulità di un popolo che è insieme adulto e fanciullo: la nuova Italia, appena fondata ai tempi di Collodi, deve imparare a crescere, a misurarsi con sé stessa, a farsi Paese, attraverso un meccanismo di prove ed errori. Ma Pinocchio è anche favola eterna, inesauribile serbatoio di simboli cui ha attinto l'immaginario collettivo di intere generazioni per più di un secolo, racconto della strada sulla quale si cresce: “in mezzo al popolo, nei paesi, entro le botteghe, come quella in cui Pinocchio impara a muovere i primi passi”.
Saverio Todaro usa Piocchio e i personaggi che lo accompagnano per restituirci il presente, un tempo fatto di crisi e sopraffazione, compresso senza tregua nella morsa del potere e dell'immagine; uno spazio, non solo mentale, in cui il pensiero che lo abita diviene ogni giorno più debole, e l'uomo ha ormai dimenticato la differenza tra la vera libertà e quella automatica. Ma, come ebbe a dire Carlo Manganelli, narratore, critico, e saggista italiano che sulla favola di Collodi scrisse uno dei suoi testi più belli: “Pinocchio, maestro della menzogna, è una creatura totalmente vocata alla sofferenza; un 'burattino' che ignora se stesso, un ubbidiente e un gioco; è ribellione e devozione; si è arreso, ma la sua resa è una sfida”. Saverio Todaro questo lo sa bene.
Saverio Todaro è nato a Berna nel 1970, vive e lavora a Torino. I suoi lavori costituiscono un perfetto equilibrio tra l'immaginare e il riflettere, tra l'empatia e il pensiero. E' un artista eclettico, che si esprime attraverso linguaggi differenti, capace di raccontare i molteplici aspetti di un'umanità effimera, disgregata, a e al contempo di far emergere sempre l'essenza poetica della vita. Ha al suo attivo un nutrito curriculum di mostre personali, tra cui “Zona grigia” a Palazzo Bricherasio, Torino nel 2008; ha vinto diversi premi e ha partecipato a numerose mostre internazionali tra cui “Natura e Metamorfosi” a Shanghai e Pechino, la Biennale di Arte Giovane a Mosca e la Biennale Internazionale di Scultura a Carrara.