Giovanna Lacedra – Io sottraggo

Informazioni Evento

Luogo
LINEADARTE OFFICINA CREATIVA
via S.Paolo 31, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dalle 16.00 alle 19.00

Vernissage
14/04/2012

ore 18

Patrocini

del Comune di Napoli

Artisti
Giovanna Lacedra
Generi
fotografia, performance - happening, disegno e grafica

Performance sull’ossessione anoressico-bulimica di Giovanna Lacedra.

Comunicato stampa

Può capitare che una donna, artigliando nelle sabbie mobili della propria fragilità, si ritrovi sotto le unghie briciole di coraggio. Un coraggio inaspettato, ma utile per gridare il proprio dolore, il proprio disagio, la propria fame.
Può capitare che una donna, confessando se stessa, con la parola, con l’azione, con il corpo, riesca a prestare la propria voce, la propria rabbia e la propria speranza a milioni di altre donne che invece tacciono. Per paura o per vergogna. O per non disturbare. Perché a tutt’oggi, scandalosamente, i disturbi del comportamento alimentare vengono ancora sottovalutati, superficializzati, e ignobilmente derisi. Patologie che uccidono, vengono lette come capricci.
È per assottigliare questa mancanza di attenzione, per ridurre questa ignoranza, che Giovanna Lacedra ha deciso di prendere tra le mani la materia informe del proprio veleno, e provare a trasformarlo in medicina.

Trasformare in arte la patologia.
Fare in modo che il corpo, da anni ostaggio di rituali ossessivi, da anni contenitore di vuoti affettivi, di assenze e di mancanze, da anni vittima e carnefice di se stesso, diventi racconto espressivo e creativo di una tra le più paradossali malattie: il disturbo anoressico-bulimico.
Mangiare niente come mangiare tutto. Svuotarsi come ingombrarsi.
Mettere dentro il mondo intero, o il mondo intero rifiutare.
Sbranare pulsionalmente l’amore che non si ha. O scegliere stoicamente la rinuncia.
Controllare il corpo per illudersi di controllare la vita intera.
Operare calcoli minuziosi, e istituire una vera e propria aritmetica del desiderio.
Sottrarsi chili per sottrarsi ai desideri. Scarnificarsi e rischiare la vita, pur di rendersi visibili. Fingersi inarrivabili, perché il contatto è già una ferita.
Non ho bisogno di niente. Non ho bisogno di cibo. Non ho bisogno di te

IO SOTTRAGGO. LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO.
Un progetto ideato, scritto e agito da Giovanna Lacedra, curato da Grace Zanotto, con video-sonorizzazione di Giuseppe Fiori. Una performance-confessional autobiografica, che nello spazio creativo-distruttivo-creativo-rigenerativo di 20 minuti, mette e rimette in scena l’ingranaggio perpetuante dei rituali ossessivi anoressico-bulimici.
E una mostra in cui nulla più si nasconde, e ogni crudezza si svela, attraverso una sequela di foto-reportage che hanno catturato dettagli di un corpo in spigoloso dissolvimento, e intime e pagine di diari scritti nei mesi più deliranti della patologia.
IO SOTTRAGGO è atto performativo caustico, autentico, catartico e sensibilizzatore. Un atto in cui è il corpo stesso a confessare la verità che sta dentro a tutto il cibo divorato e rifiutato.
La verità che sta dentro a tutto il nutrimento sottratto e vomitato.
La vera patologia: la piaga del disamore.
La corrosione del contatto. La voragine di una mancanza. Incolmabile precipizio dentro al cuore e nello stomaco. Perché nei disturbi del comportamento alimentare non è l’appetito ad essere disturbato, ma l’anima, l’emotività, il vuoto affettivo, la relazione.
Anoressia, Bulimia, Bing Eating, Obesità. Malattie della nutrizione. Malattie dell’amore.
Perché il nutrimento cui si anela, quello stesso nutrimento che si teme,e che spinge a divorare bestialmente tutto e più di tutto, cibo cotto, cibo crudo, perfino cibo congelato, prima dolce e poi salato.... quel nutrimento , non sarà mai cibo. Mai.
Inutili orge alimentari si alternano a digiuni ascetici: corse al massacro, per il corpo e per l'anima, schiaccianti quanto vacue al fine di anestetizzare una fame insaziabile. Un'inarginabile flusso di vacuità. Perché è l’amore il nutrimento primario che chiamiamo all’appello, con un grido che dalle fauci si perde in corridoi infiniti, e senza ascolto. E' l'amore, e non il cibo, il nutrimento che ci affama.
Il cibo non è che una dipendenza e un'astinenza. È il sintomo di una patologia.
Ma la verità è altrove: è nel bisogno di non aver bisogno. È nell’inesauribile fame di tutto. È in quell’anoressia che nel tempo massimo di un infinitesimo,si trasforma in bulimia, Perché la bulimia, in realtà, è sempre stata lì appostata, ad aspettare il momento della resa. La bulimia in realtà è quel mostro che brama e trama dietro le quinte dell’anoressia.

Dai diari in mostra:

14 Maggio 2005
“Voglio diventare la trama di me stessa. Devo diventare quello che c’è sotto.
Si può incontrare la verità delle cose… quando si impara a levare il superfluo.

4 Luglio 2005
“Lasciarsi morire di fame. Sottrarsi al mondo.
Farlo con coscienza. Sceglierlo, ogni giorno, con vocazione.
Oggi: 475 Kilocalorie.”

22 Luglio 2005
“ Ore 9.00: Kg 40.8. Anche dopo i dieci vasetti di yogurt ingurgitati, il mio peso è rimasto invariato. Ho paura del tempo, soprattutto quando non scorre. Devo pianificarlo. Devo controllarlo. Ore 18.00: Kg 40.7”

28 Luglio 2005
“Sento il cuore rallentare… freddo e formiche tra le costole…sento la mia bradicardia…il formicolio nella testa… le gambe di gesso… la vita che si slaccia da me…”