Fabrizio Sclavi – Sclavi Caccia al Tesoro
La sua è una mostra diffusa nel tessuto della città che ama percorrere. “Sclavi Caccia al Tesoro”, questo il titolo della performance illustrata che, partendo dall’evento Dellart allo spazio Viesse in Via Melchiorre Gioia 63, si dipana nei suoi luoghi d’affezione.
Comunicato stampa
Fabrizio Sclavi è un “narratore ambulante”. Ma, a differenza, di quello del libro di Mario Vargas Llosa
( El Ablador, Barcelona, Seix Barral, 1987) non affida le sue storie alle parole, ma ai disegni. Disegnare è il suo modo di conoscere: fermare sulla carta il guizzo dell’intelletto che vede, al di là delle apparenze, le cose semplici. Disegna dediche e regali di compleanno su carta da disegno, ma anche sui centrini traforati delle torte. Offre disegni come antipasti alle sue tavole conviviali. Le pareti della sua camera da letto sono disegnate: quando non riesce a dormire affresca. Non si sente e non fa l’artista. Il suo mestiere è saper guardare e il disegno è la sua lente. I suoi disegni non sono opere, ma osservazioni di un curioso del mondo. Sono frammenti, componibili come le tessere musive, in un mosaico sentimentale. Come il cantastorie che va, di villaggio in villaggio, a donare le sue parole, Fabrizio regala a Milano i suoi disegni, costruendo un itinerario illustrato, basato su figurate corrispondenze: i pesci da Claudio il pescivendolo; le torte da Cucchi in C.so Genova; i tessuti da Mimma Gini, ricercatrice di tessuti etnici; la bicicletta da Paul Smith, lo stilista inglese che avrebbe voluto fare il corridore ciclistico; il cibo “sano e buono” di Thats Vapore; la moto fatta su misura da Figini in Via Gardone. Ecc.
La sua è una mostra diffusa nel tessuto della città che ama percorrere. “Sclavi Caccia al Tesoro”, questo il titolo della performance illustrata che, partendo dall’evento Dellart allo spazio Viesse in Via Melchiorre Gioia 63, si dipana nei suoi luoghi d’affezione. Non mancano le torte, alte come grattacieli e i grattacieli che paiono torte degli sposi, a più ripiani. Nelle torte golose, talvolta sbocconcellate, c’è la sua origine. Figlio di un pasticcere- fornaio senese, Sclavi è cresciuto a panforti e ricciarelli. Negli occhi ha conservato la girandola variopinta dei colori del Palio che si correva fuori dalla sua porta: il negozio dei genitori era vicino a Piazza del Campo.
Diplomato all’Accademia di Brera di Milano, ha usato il suo talento per nutrire di nuove idee e d’ immagini inedite numerose riviste, da Mondo Uomo, all’Uomo Vogue, da Amica a Gulliver. Nei disegni che seminerà per Milano, cuciti a misura di luoghi, c’è l’esuberanza di una mano felice, la pienezza del colore senese, il disincanto di chi sa guardare oltre, assieme ad una sorta di felicità favolistica. Sclavi è un narratore contemporaneo “ambulante” che sa farti gustare la vita ad una tavola imbandita d’illustrazioni.
Cristina Morozzi