Bruno Munari – Opere
La collezione, costruita nel corso degli anni, comprende circa venti opere dell’artista milanese tra cui i Negativi-Positivi, le Curve di Peano (1974), le Xerografie originali degli anni ’60.
Comunicato stampa
In occasione del Fuorisalone Milano Design Week 2012, la mostra dedicata a Bruno Munari avrà luogo a Milano presso gli spazi espositivi della galleria Dep Art.
La collezione, costruita nel corso degli anni, comprende circa venti opere dell’artista milanese tra cui i Negativi-Positivi, le Curve di Peano (1974), le Xerografie originali degli anni ’60.
È disponibile il catalogo bilingue per le edizioni della galleria Dep Art, con testo di Alberto Zanchetta.
BRUNO MUNARI nasce a Milano nel 1907.
Si trasferisce prestissimo con i suoi genitori a Badia Polesine, nella campagna veneta vicino all'Adige. A diciotto anni torna a Milano e, nel 1925, grazie all'aiuto dello zio ingegnere, comincia a lavorare come grafico. Le sue prime creazioni pubblicate su varie riviste dell’epoca risalgono al 1926 e sono firmate "bum", perché in quel periodo Munari si faceva chiamare così.
Nel 1926 entra in contatto col movimento futurista e, tra il 1927 e il 1933 partecipa alle collettive della Galleria Pesaro, oltre che alle Biennali e alle Quadriennali degli anni Trenta.
La sua attività artistica spazia dalla pittura al collage, alla grafica, al design e alle opere polimateriche. Nel 1930 crea la sua prima "Macchina aerea", che anticipa le "Macchine inutili", costruzioni del tutto astratte, sospese o appoggiate a terra.
Nello stesso anno si associa anche con Ricas (Riccardo Castagneri) e con il marchio R+M i due artisti produrranno grafica pubblicitaria fino al 1938.
Nel 1933 Munari allestisce la sua prima personale alla Galleria delle Tre Arti, a Milano. L’anno seguente compare tra i firmatari del "Manifesto tecnico dell’aeroplastica futurista" e nel 1935 realizza una serie di dipinti astratti. Nella seconda metà degli anni Trenta entra in rapporto con gli artisti del Milione, galleria in cui esporrà gli "oggetti metafisici" nel 1940. Negli stessi anni si avvicina anche al gruppo di "Valori Primordiali", firmandone il Manifesto.
Nel 1942 pubblica un libro sulle "macchine inutili" e nel 1947 comincia a costruirle opere in serie. Dal 1939 al 1945 lavora come grafico per Mondadori ed è art-director della rivista "Tempo". Nel 1945, con il medesimo editore, comincia la sua serie di libri per bambini che, pensati per il figlio Alberto, vengono poi tradotti in tutto il mondo.
Nel secondo dopoguerra, nel 1948, è tra i fondatori del MAC (Movimento Arte Concreta), accanto a Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Atanasio Soldati. A partire dal 1949 costruisce libri illeggibili.
Dal 1952 comincia a produrre giocattoli in gommapiuma, portacenere cubici, lampade di maglia e firma il "Manifesto del Macchinismo". Nel 1962, presso il negozio Olivetti di Milano, organizza la prima Mostra di Arte Programmata.
A partire dagli anni Settanta approfondisce i suoi interessi in ambito didattico e contribuisce al rinnovamento teorico e pratico dell’insegnamento artistico creando la prima struttura abitabile trasformabile, L'Abitacolo. Nel 1977 realizza il primo Laboratorio per l'Infanzia alla Pinacoteca di Brera.
Da allora la sua fama si è sparsa in tutto il mondo. Gli sono state conferite molte onorificenze; numerose scuole in Europa, America e Asia lo hanno insignito di vari titoli e ovunque si fanno mostre a lui dedicate.
Muore il 30 settembre 1998 a Milano.