Nikhil Chopra / Antony Gormley
Galleria Continua è lieta di presentare inside out, la prima mostra personale in Italia dell’artista indiano Nikhil Chopra e l’opera di uno dei più grandi scultori inglesi contemporanei, Antony Gormley.
Comunicato stampa
NIKHIL CHOPRA
inside out
Site-specific performance da mercoledì 25 aprile ore 11.00 a domenica 29 aprile ore 14.00
via Arco dei Becci 1, San Gimignano
Inaugurazione sabato 28 aprile 2012 dalle 18.00 alle 24.00
L’installazione resterà visibile al pubblico fino al 20 agosto 2012, da martedì a sabato, 14.00-19.00
“Chi camina con le fatiche a la strada della virtù, ancora che ella sia (come e’ dicono) e sassosa e piena di spine, a la fine della salita si ritruova pur finalmente in un largo piano, con tutte le bramate felicità. E nel riguardare in basso, veggendo i cattivi passi con periglio fatti da lui… con grandissimo contento suo benedice quelle fatiche che già tanto gli rincrescevano. E così ristorando i passati affanni con la letizia del bene presente, senza fatica pur si affatica per far conoscere a chi lo guarda come i caldi, i geli, i sudori, la fame, la sete e gli incomodi che si patiscono per acquistare la virtù, liberano altrui da la povertà e lo conducono a quel sicuro e tranquillo stato…” Da Giorgio Vasari nel suo Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostril (1550) citato da Cristina Acidici Luchinat nella sua biografia Benozzo Gozzoli* (Casa Editrice Scala, 1994).
*Note: Benozzo Gozzoli è autore del celeberrimo ciclo di affreschi, Storie della vita di Sant’Agostino, che realizza nel 1464 nella cappella del coro della chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano.
Galleria Continua è lieta di presentare inside out, la prima mostra personale in Italia dell’artista indiano Nikhil Chopra.
L’ascesa di Nikhil Chopra all’establishment artistico internazionale ha inizio nel 2008 quando l’artista viene invitato a prendere parte a Time Crevasse (Yokohama Triennale, Yokohama), a Chalo India! (Mori Art Museum, Tokyo), a Indian Highway (Serpentine Gallery, Londra). Nel 2009 espone a Oslo, Barcellona, Brusseles, partecipa inoltre a Making Worlds (53° Biennale di Venezia) e a Marina Abramovic Presents (Manchester International Festival, The Whitworth Gallery, Manchester).
La pratica artistica di Nikhil Chopra sconfina tra live art, teatro, pittura, fotografia, scultura e installazione. Le sue performance, in gran parte improvvisate, indagano in modo critico la soggettività indiana post-coloniale, da lui descritta come “ossessionata dalla nostalgia per il British Raj”. Attraverso l'esperienza diretta della performance l’artista esplora in chiave critica tematiche legate al colonialismo, al razzismo, all’esotismo e alla sessualità. Il suo lavoro prende in esame questioni come l’identità, il ruolo dell’autobiografismo, della posa e dell’autoritratto, riflette sul processo di trasformazione e sul valore della durata della performance. Partendo da elementi autobiografici, Nikhil Chopra mescola vita quotidiana e storia collettiva; nelle sue rappresentazioni atti quotidiani come mangiare, riposare, lavarsi, vestirsi ma anche fare disegni e creare abiti, acquistano la valenza del rito diventando parte fondante dello spettacolo.
inside out è una performance site-specific che Nikhil Chopra concepisce per Galleria Continua di San Gimignano. La performance - la più lunga mai realizzata fino ad oggi dall’artista - avrà una durata di 99 ore: inizierà mercoledì 25 aprile alle ore 11.00 e terminerà domenica 29 aprile alle ore 14.00. Durante questo arco di tempo l'artista assumerà le sembianze di persone diverse per incarnare la storia e la memoria, passeggerà per le vie della città e nei suoi dintorni. Nel corso della performance Chopra realizzerà una serie di disegni di San Gimignano e del paesaggio toscano. I disegni e la loro installazione saranno effettuati sia all'esterno sia all'interno dello spazio espositivo dell’Arco dei Becci che costituirà la dimora dell’artista per tutta la durata della performance. L’installazione, frutto dei quattro giorni di performance, resterà in esposizione fino al 20 agosto 2012. I costumi della performance inside out saranno disegnati da Sabine Pfisterer.
Nikhil Chopra nasce a Calcutta 1974, vive Mumbai. Formatosi alla facoltà di Belle Arti della Maharaja Sayaji Rao University di Baroda in India, l’artista prosegue i suoi studi in America dove nel 2003 realizza SIR RAJA II, la sua prima mostra personale. Torna nuovamente ad esporre negli Stati Uniti in mostre collettive nel 2005 e, nel 2006, al Brooklyn Museum di New York. Tra le mostre più recenti ricordiamo la personale Yog Raj Chitrakar: Memory Drawing IX realizzata al New Museum di New York nel 2009 e le collettive Production Site: The Artist’s Studio Inside-out al Museum of Contemporary Art di Chicago (2010); Generation in Transition: New Art from India presso Zacheta National Gallery of Art di Varsavia (2011). Nel 2011 realizza inoltre, in collaborazione con Munir Kabani per H Box, il film Man Eats Rock presentato al Art Sonje di Seoul; al Today Art Museum di Pechino e al Guangdong Museum of Art di Guangzhou.
Sir Raja, Yog Raj Chitrakar e, più di recente, Drum Soloist sono i personaggi che in questi anni hanno dato forma alle narrazioni di Nikhil Chopra. La figura di Sir Raja nasce nel 2002 durante un soggiorno dell’artista negli Stati Uniti e prende spunto da una serie di ritratti di maharaja e di nobili indiani realizzati dal fotografo tardo ottocentesco Raja Deen Dayal.
Yog Raj Chitrakar si ispira invece a Yog Raj Chopra, nonno dell’artista che negli anni '30 aveva studiato pittura in Inghilterra ed era solito dipingere i paesaggi del Kashmir. “I quadri di mio nonno adornavano le pareti della nostra casa di famiglia, sono cresciuto guardandoli per ore. Hanno evocato in me una profonda nostalgia per un luogo che per noi è diventato inaccessibile dopo il 1989, quando si è affermato il Movimento Separatista del Kashmir. I suoi dipinti erano come finestre sul passato: sulle estati trascorse con i miei nonni, nella loro casa fiancheggiata da un fiume e circondata dalle montagne incontaminate dell’Himalya”. Attraverso le interpretazioni di Nikhil Chopra, Yog Raj si arricchisce d’infinite sfaccettature trasformarsi in un personaggio estremamente versatile: dandy vittoriano e viaggiatore, uomo, donna, pittore e soldato. I suoi disegni e i suoi paesaggi si offrono come una sorta di cronaca del mondo in cui viviamo. Nel corso del recente soggiorno a Berlino (2011-2012), Chopra ha scelto di interpretare personaggi più tendenti all’espressionismo nei quali i disegni si estendono sui costumi e sul corpo al fine di creare un sé grottesco tramite lo sbiancamento o l’annerimento.
ANTONY GORMLEY
VESSEL
Inaugurazione della mostra sabato 28 aprile 2012 via del Castello 11, 18.00-24.00
Fino al 20 agosto 2012, da martedì a sabato, 14.00-19.00
Simposio, Re-imagining the city
Teatro dei Leggieri. P.zza Duomo, domenica 29 aprile dalle 10.30-13.30
Galleria Continua è lieta di presentare per la prima volta nei suoi spazi espostivi di San Gimignano l’opera di uno dei più grandi scultori inglesi contemporanei, Antony Gormley.
Dopo la mostra realizzata dall’artista nel 2009 a GALLERIA CONTINUA / Beijing e la personale in corso a GALLERIA CONTINUA / Le Moulin, Antony Gormley si presenta al pubblico italiano con il progetto espositivo dal titolo “VESSEL” che include una grande nuova opera appositamente concepita per l’ex cinema-teatro di San Gimignano. Questa mostra va ad arricchire il nutrito calendario di eventi speciali in Italia e nel mondo: tra aprile 2012 e gennaio 2013 l’opera di Antony Gormley sarà ospitata a Firenze nell’ambito di una collettiva alla Galleria dell'Accademia e in alcune personali in Germania al Deichtorhallen Hamburg GmbH di Amburgo e in Brasile presso il Centro Cultural Banco do Brasil a San Paolo, Rio de Janeiro e a Brasília.
Con le sue esplorazioni del corpo, dello spazio e del tempo, Gormley, sottoponendo a una continua indagine l’ambiente, la forma e le emozioni, non manca di metterne in evidenza le discordanze. Interrogando il corpo mediante l’architettura, facendone un modello di organizzazione spaziale soggetto alla forza gravitazionale, l’esposizione “VESSEL” articola le tensioni e le convergenze esistenti tra l’animale uomo e il suo habitat.
In una sequenza di dodici nuove opere costituite da blocchi di ferro massiccio, Gormley mette a frutto la purezza formale dell’astrattismo per evocare e provocare stati d’animo. Queste opere ricorrono a un linguaggio dell’accumulo, del cuneo, dello sbalzo e della massa affine a quello di Richard Serra nel tentativo di oggettivare l’esperienza dell’incarnazione e di produrre un senso somatico di contenimento o di condizionamento insito nell’uomo urbano.
Rendendo labile il confine tra contenuto e contesto, le dodici possenti fusioni in metallo trovano il loro contrappunto di una nuova BREATHING ROOM. Situata nello spazio Torre della galleria, quest’opera, formata dall’intersezione di sette cornici spaziali luminose di eguale volume, incoraggia l’introspezione dello spettatore all’interno di una matrice luminosa. In quanto camera adibita alla concentrazione, l’opera suscita un’evocazione astratta e temporale del secondo corpo: quello dell’architettura.
La mostra ospita altre opere fondamentali: BASE formata da una solida lastra di cemento quadrata che racchiude l’impressione vuota di un corpo assente identificabile grazie alle impronte lasciate dalle piante dei piedi, dai palmi delle mani e dalla testa e due versioni di EDGE, installate perpendicolarmente al muro, per una tangibile destabilizzazione dell’architettura.
Il fulcro dell’esposizione è rappresentato da un’opera di vaste dimensioni intitolata VESSEL che si pone anche come trait de liaison tra il progetto espositivo di San Gimignano e il progetto realizzato da Antony Gormley per la sede francese di Galleria Continua. A Le Moulin l’indagine sulle diverse variabili nel rapporto fra corpo umano e spazio abitativo si declina in SPACE STATION, una scultura di ventitré tonnellate, alla quale è possibile accedere tramite un piccolo passaggio posto a lato dell’opera. VESSEL, composta da trentanove parallelepipedi di acciaio sovrapposti, sovverte il tropo rinascimentale della città a forma d’uomo: infatti rappresenta un uomo a forma di città. Questo anti-monumento supino, che ad un primo sguardo potrebbe ricordare un’eccentrica composizione di Donald Judd, in questa occasione non manca di suscitare grandi interrogativi sul ruolo sociale e ispiratore della scultura e sul suo potenziale in quanto veicolo di un’esperienza corporea immediata.
Quattro nuove opere fanno ricorso al principio della matrice-bolla per esplorare il modo in cui le bolle, tra le forme più sfuggenti, si uniscono in una sorta di nuvola. Mutuato dalla struttura della materia e applicato al corpo, questo linguaggio getta una nuova luce sulla sua natura caduca. Questa serie culmina in SUM, agglomerato espanso di forme solide, poliedriche, disposto direttamente sul pavimento.
Nel giardino della galleria Antony Gormley installa un doppio lavoro scultoreo in marmo. L’opera testa l’evoluzione dell’arte al tempo della riproduzione meccanica, trasformando ossa, pelle e muscoli in una lavorazione dal cristallino rigore geometrico non dissimile dalla struttura del marmo stesso. Come nell’opera 2 X 2 presentata nel 2010 alla Biennale di Carrara, Gormley crea l’immagine di un corpo che si ispira alla grande tradizione artistica del nudo e contemporaneamente riflette le nostre nuove conoscenze delle proprietà sub-ottiche della materia.
Rifacendosi a progetti passati quali FAI SPAZIO, PRENDI POSTO (MAKING SPACE, TAKING PLACE), del 2004, la mostra si estende al di fuori della galleria, nelle strade e nelle piazze di San Gimignano, mediante l’esposizione di sei calchi identici del corpo dell’artista. Questa installazione, realizzata in collaborazione e con il patrocinio del Comune di San Gimignano, tematizza lo slittamento del ruolo sociale della scultura da memoriale celebrativo dell’eroismo a oggetto di riflessione che stimola l’osservatore a prendere coscienza della propria posizione nello spazio e nel tempo. Questa installazione in particolare e l’esposizione nel suo complesso, ci rivelano un artista teso a riconciliare lo spazio soggettivo dell’individuo con il concetto dell’universo in continua espansione, interrogandosi su come il progetto umano rientri in questo ordine di cose.
In occasione della personale, domenica 29 aprile alle ore 10.30 si terrà presso Il Teatro dei Leggieri di San Gimignano un simposio, Re-imagining the city, sul rapporto tra la città e l’uomo. Interverranno Antony Gormley, Germano Celant, il sociologo americano Richard Sennett professore alla New York University e alla London School of Economics, Anna Coliva direttrice della Galleria Borghese a Roma ed il critico e curatore Mario Codognato.
Successivamente all’inaugurazione, verrà pubblicato un catalogo della mostra (casa editrice Gli Ori).
Antony Gormley nasce a Londra nel 1950. Durante la sua carriera artistica, ormai quasi ventennale, Gormley ha costruito sculture che indagano il rapporto fra il corpo umano e lo spazio in generale, esplicitamente in grandi installazioni come Another Place, Domain Field e Inside Australia, e implicitamente in opere come Clearing, Breathing Room and Blind Light, dove l’opera diventa una cornice attraverso la quale l’osservatore viene osservato. Usando la propria esistenza come banco di prova, il lavoro di Gormley trasforma l’esperienza soggettiva in proiezione collettiva. Infatti, l’artista ha portato sempre più spesso la sua ricerca all’esterno delle gallerie, permettendo al pubblico di partecipare attivamente, come nell’opera Clay and the Collective Body (Helsinki) e l’acclamata One & Other, commissionata per Trafalgar Square a Londra.
Le opere di Gormley sono state esposte nel Regno Unito in numerose mostre personali, in particolare alla Whitechapel Gallery, la Serpentine Gallery, la Tate, la Hayward Gallery, il British Museum e la White Cube, ma anche in numerosi musei internazionali, quali il Louisiana Museum of Modern Art (Danimarca), il Malmö Konsthall (Svezia), la Kunsthalle zu Kiel (Germania), il Museo Nazionale della Storia Cinese (Pechino), l’Antiguo Colegio de San Ildefonso (Città del Messico) e il Kunsthaus Bregenz (Austria). Gormley ha inoltre partecipato a mostre collettive presso il Museum of Modern Art (New York), il Los Angeles County Museum of Art, la Biennale di Venezia e Documenta 8 (Kassel, Germania). Tra le grandi installazioni pubbliche ricordiamo Angel of the North (Gateshead, Inghilterra), Another Place (Crosby Beach, Inghilterra), Habitat (Anchorage, USA) e Exposure (Lelystad, Olanda).
A Gormley sono stati conferiti il Turner Prize nel 1994, il South Bank Prize for Visual Art nel 1999 e il Bernhard Heiliger Award for Sculpture nel 2007. Nel 1997 gli è stato conferito il titolo di Officer of the British Empire (OBE). Membro onorario del Royal Institute of British Architects, dottore ad honorem presso l’Università di Cambridge, insegna al Trinity e al Jesus College, sempre a Cambridge. Accademico Reale dal 2003, nel 2007 Gormley è entrato a far parte del consiglio di amministrazione del British Museum. Nell’aprile di quest’anno l’artista è stato insignito del titolo di cittadino onorario di Poggibonsi.