Storie di Luce

Informazioni Evento

Luogo
CASA MUSEO DEL CIMA
Via Giovanni Battista Cima 24, Conegliano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mar-mer-gio: 15.30/19,30 |
ven.- sab – dom: 10,00/12,30 | 15.30/19.30| lunedì chiuso

Vernissage
04/05/2012

ore 18.30

Contatti
Email: carmen@storiediluce.com
Sito web: http://www.storiediluce.com
Catalogo
Catalogo: in mostra Euro 25,00
Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Regione Veneto, Provincia Treviso, Città di Conegliano,
Comune Pieve di Soligo, Comune Sernaglia della Battaglia

Sponsor: Energyca www.stazionienergyca.it
Cantina “Il Colle” www.proseccoilcolle.it
Banca Della Marca www.bancadellamarca.it/
Inox Piave, San Fior
Faenza Group www.grafichebernardi.it
Ristorante “Il Barco”, Pieve di Soligo

Generi
arte antica, arte contemporanea

L’incanto della luce e il dettaglio minuzioso cavalcano i secoli e avvicinano l’arte contemporanea del Maestro Roberto Piaia a quella dei più importanti Maestri Fiamminghi ed Olandesi del XVII secolo che troviamo nei più prestigiosi musei del mondo, dal Louvre di Parigi al Rijksmuseum di Amsterdam.

Comunicato stampa

Da sabato 5 maggio a domenica 10 giugno, la magnifica cornice della “Casa Museo G.B. Cima” offre lo scenario ideale per una mostra unica, dal sapore sperimentale. L’incanto della luce e il dettaglio minuzioso cavalcano i secoli e avvicinano l’arte contemporanea del Maestro Roberto Piaia a quella dei più importanti Maestri Fiamminghi ed Olandesi del XVII secolo che troviamo nei più prestigiosi musei del mondo, dal Louvre di Parigi al Rijksmuseum di Amsterdam.

Coordinamento organizzativo: Carmen De Guarda
Testi a cura di: dott. Massimiliano Caretto, dott. Fabrizio Fantino, prof. Riccardo Millemagi Pillonetto Palatini.
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‘Storie di Luce’: storie dell'Arte.
Come nel prisma la luce si scompone offrendo all'occhio lo spettro dei colori, così l'Arte – alla luce della ricerca estetica – scompone la realtà offrendone molteplici letture, sempre attuali e sempre ricorrenti.
Attraverso un percorso di circa trenta opere, viene mostrato l'arcobaleno dei nessi segreti che legano ogni opera di Roberto Piaia con una corrispettiva opera antica proveniente dalla Galleria Caretto, venendo a comporre, per mezzo di una riflessione sulla luce, un cammino di meditazione tra temi, tecniche e soggetti che mostrano l'arte non già come qualcosa di cristallizzato, ma come un'entità fluida e a tratti indefinibile, come la luce.
Da qui il titolo dell'esposizione, in cui Piaia ed i maestri fiamminghi e olandesi si accompagnano a vicenda nesso dopo nesso.
Le varie opere di entrambi sono ricche di dettagli minuziosi e mostrano un'intima attenzione al mondo: dalla cura per i drappi ai bicchieri di cristallo, dai ritratti alle scene di vita quotidiana, il tutto illuminato dalla luce che avvolge con attenzione l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, unificando così tutte le rappresentazioni.
Gli artisti fiamminghi e olandesi, narratori del proprio tempo, rappresentano la realtà quotidiana delle varie classi sociali, dal popolo all’alta borghesia del “Secolo d’Oro” dei Paesi Bassi.
Roberto Piaia “racconta” le sfumature della nostra civiltà e l’influenza della storia nel nostro tempo, con protagonista assoluta la donna.

Un raffronto reso possibile grazie ai dipinti della Galleria Luigi Caretto di Torino, tra le più importanti ed antiche gallerie d’arte operanti in Italia, autentica istituzione nel settore della pittura fiamminga ed olandese. Dal 1911, anno della sua fondazione, quattro generazioni di Caretto si sono alternate nel segno di una vastissima competenza ed un profondo amore per l’Arte.
Le tele fiamminghe e olandesi esposte sono una raccolta d’exempla dei numerosi filoni dell’arte nei Paesi Bassi.
Si comincia con il soggetto-simbolo: la natura morta, rappresentata da importanti autori quali Jan Jansz De Heem e Cornelis Kruys. Aringhe, agrumi sbucciati, molluschi, un trionfo di cibo come esibizione d’opulenza e allusione alle vanità terrene, ma soprattutto come esaltazione delle qualità evidenti della materia tramite la tecnica pittorica.
Per l'occasione, verrà presentata anche una monumentale opera di Pieter Claesz, tradizionalmente considerato il più importante naturamortista olandese, che, per formato e qualità, è un "quadro-evento" all'interno della rassegna.
Si proseguirà con la presenza di altri artisti, dal caravaggista nordico Adam de Coster al sontuoso ritratto di gruppo di Jan le Ducq, per approdare ad una preziosa tavola di Pieter Leermans, raffigurante una giovane donna con una chitarra in mano che tenta di toccare una farfalla, il tutto inquadrato da una nicchia, come nella tradizione dei pittori del "genere gentile" della scuola di Leida. Anche quest'opera ricca di dettagli (dal drappo rosso vellutato e ricamato di fili d’oro, al libro appoggiato sul davanzale, così rifinito che è possibile leggerne il contenuto), ci riporta alla qualità artistica e lenticolare tipica delle opere di Piaia.
Roberto Piaia, pittore e scultore di Pieve di Soligo (TV), nato il 11/04/61, artista oramai consolidato, ha ricevuto nel 2009 dal Comitato Critico del Catalogo d’Arte Moderna, (edito da Mondadori), la classificazione di AIC, vale a dire, Alto Interesse Critico e quest’anno è stato selezionato dalla Direzione Artistica per partecipare con una scultura di marmo ed un dipinto alla 54° Biennale di Venezia, pad.Italia.
Nonostante sia un’inesauribile carica d’eclettismo in continua ricerca, un trasvolatore d’orizzonti che necessita dell’invenzione, dell’impossibilità della ripetizione, Piaia rimane in ogni modo legato alla tecnica degli Antichi Maestri; egli utilizza l’olio come supporto tecnico, colore adatto alla sfumatura che vincola a tempi lunghi perché asciuga molto lentamente ma permette di procedere a numerosi, tenui, fragili e trasparenti strati di velature, che donano un effetto ottico tridimendisionale.
Come i vari suoni contengono i toni delle note musicali, Piaia, attraverso un suo “prisma mentale”, in molte delle sue opere avvolge o accarezza i corpi e gli oggetti di luce colorata dello spettro di base.
Interessanti sono i simboli esoterici che accompagnano la firma quadricromatica di Piaia: mai eguali, ricordano un linguaggio, indecifrabile, che racconta una storia a noi ignota, caricando le immagini di mistero.