MAD@TeatroSpaziozeronove – Emanuela Del Vescovo
Emanuela Del Vescovo espone il suo lavoro in mostre personali e collettive ed esegue molteplici murales in abitazioni private e pubbliche. Le sue opere fanno parte di molte collezioni private.
Comunicato stampa
Venerdì 4 maggio si svolgerà l’ultimo appuntamento di MAD@TeatroSpaziozeronove, iniziativa di MAD Rassegna d’Arte Contemporanea di Fabio D’Achille in collaborazione con il Teatro Spaziozeronove di Fabio Ramiccia. Nel foyer del Teatro di Cisterna saranno esposti dipinti di Emanuela Del Vescovo in concomitanza con la rappresentazione teatrale “Digerseltz”, di e con Elvira Frosini con la collaborazione artistica di Daniele Timpano. La mostra sarà inaugurata alle ore 20,00, mentre lo spettacolo inizierà alle 21,00.
Emanuela Del Vescovo nasce a Latina nel 1976. Nel 1994 si diploma presso il liceo artistico di Latina nei corsi di figura e ornato sostenuti dal professor Osvaldo Martufi.
In questi anni studia dal vero la scultura antica nei musei e nelle piazze di Roma acquisendo la forza e la bellezza del disegno classico. Nel 2000 consegue il diploma di laurea in pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma nel corso sostenuto dal professor Antonio D'Acchille. Durante gli anni accademici frequenta lo studio del pittore Bruno D'Arcevia: da questi due maestri del neomanierismo (corrente artistica che segna la storia dell'arte degli anni '80) apprende la forma e il colore della grande pittura del rinascimento attraverso la tecnica dell'olio. Sempre nel 2000 lavora con il maestro D'Acchille ad una pala d'altare oggi collocata in Gerusalemme. Nel 2004 si affianca al maestro Osvaldo Martufi Bausani a formare il gruppo dei "pittori della passione" con cui i lavori dei pittori vengono esposti insieme alle opere grafiche dei grandi maestri del passato. Nel 2008 incontra l'artista Stefano Improta con cui inizia un sodalizio artistico. Insieme creano dei bassorilievi scolpiti su legno, opere a quattro mani, in cui una pittura fatta di forme e volumi sposa un informale materico creando visioni oniriche e tattili insieme. Nel 2009 dipinge "la venere rea" per la copertina della "favola nera" dello scrittore Simone di Matteo. Emanuela Del Vescovo espone il suo lavoro in mostre personali e collettive ed esegue molteplici murales in abitazioni private e pubbliche. Le sue opere fanno parte di molte collezioni private.
“I miei lavori sono tentativi di rendere visibile il mondo oltre, il mondo spirituale, probabilmente il risultato della spinta più intima che mi fa cercare la bellezza superiore.
Sono una pittrice figurativa di base classica, attraverso il classicismo ho ricercato la mia sensibilità più profonda.
Sono approdata ad immagini oniriche e surreali, la figura umana viene inserita in uno spazio non naturalistico osservato e restituito dall'inconscio, la componente astratta si fonde così con quella figurativa.
Lavoro con l'acrilico, l'olio e scolpisco dei bassorilievi nel legno completando la forma con il colore, forse quest'ultima tecnica rielaborata negli ultimi due anni è quella che esprime meglio la mia poetica: passando da un legno frantumato a colpi di scalpello ad una forma levigata e volumetrica dipinta si può cogliere in una sola volta il primo atto della creazione e l'ultimo, così, voglio vedere il luogo senza tempo dove due momenti diversi coesistono. Materia, colore, forma e luce (la luce assoluta è data dall'uso della lamina d'oro) esprimono il valore di se nella realizzazione del tutto. Il tutto è visto nel passaggio tra i contrari, nel momento di passaggio tra il cielo e la terra, tra la vita e la morte tra la forma geometrica e la materia informale, momento racchiuso in un'umanità che cerca il suo io più alto, è infatti il cerchio una figura ricorrente nelle mie opere, simbolo della perfezione spirituale e dell'immaterialità dell'anima, la circonferenza non avendo inizio ne fine ci suggerisce quell'idea d'eternità tanto anelata”.
(Emanuela Del Vescovo)
(Per approfondimenti si rimanda al sito dell’artista http://www.emanueladelvescovo.it/).
La pièce teatrale “Digerseltz” indaga il tema del cibo, del mangiare. Il cibo come ossessione del nostro tempo (di tutti i tempi?); il cibo come tema politico; mangiare come insopprimibile azione di sostentamento, pratica culturale massificata, metafora ossessiva, implosione autodistruttiva. Eppure pur sempre azione sotterraneamente rituale, legata al rapporto con il nostro corpo/fame, con la morte, con il sacro, con una comunità.