Maria Teresa Gonzalez Ramirez – Incontri di luce

Informazioni Evento

Luogo
VILLA RUSCONI
Via Roma , Castano Primo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

SABATO 5 Maggio dalle 17.30 fino alle 21.00
DOMENICA 6 Maggio dalle 10.30 fino alle 20.00

Vernissage
05/05/2012

ore 17.30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Maria Teresa Gonzalez Ramirez
Generi
arte contemporanea, personale

La lampadina di Maria Teresa Gonzalez Ramirez è luce, il piccolo involucro di vetro è solo il contenitore che l’artista utilizza per regalarci un’altra luce, di cui possiamo godere a pieno.

Comunicato stampa

Carlotta Cappella

Una lampadina. Vetro, metallo, un arco elettrico o un filo di tungsteno. Una lampadina campeggia sulla cima di Guernica di Picasso, simbolo del male e della forza distruttrice delle guerre; una lampadina è segno dei lampi di genio, delle grandi idee che cambiano la storia.
Tante lampadine. Una via illuminata di notte, con volute di mille colori, durante una festa di paese. Ma anche tanti cadaveri di lampadine fulminate, bruciate, ormai senza utilizzo, segno del consumismo sfrenato e del grande spreco energetico in cui ormai siamo immersi.
La lampadina di Maria Teresa Gonzalez Ramirez è luce, il piccolo involucro di vetro è solo il contenitore che l’artista utilizza per regalarci un’altra luce, di cui possiamo godere a pieno.
Le tante lampadine di Maria Teresa: di materiali, colori e forme differenti, appoggiate le une alle altre nel suo studio come a formare un piccolo esercito che si fa strada per portare la luce; lampadine che sbucano dai posti più improbabili a ricordare che in qualunque tempo e luogo puoi trovare una spinta positiva, che ti aiuta a fermarti e a riflettere per dare il senso giusto alla tua vita.
Le lampadine utilizzate da questa artista-rigattiera sono incapaci ormai di fare luce nel modo convenzionale, ma sono portatrici di luce poiché ancora la tengono dentro, come una condizione esistenziale necessaria che non terminerà mai. Sono lampadine di seconda mano, ormai fulminate, raccolte con passione, sono lampadine disegnate, realizzate in ceramica, sagomate in metallo; sono lampadine accompagnate da altri oggetti di recupero con un’operazione allo stesso tempo ecologica ed etica: a niente e a nessuno viene negata la possibilità di fare prima o poi qualcosa di grande nella propria vita.
Come ogni lampadina, anche noi siamo portatori di luce, anche senza esserne consapevoli: Maria Teresa nel realizzare le sue lampadine vuole mandarci un segnale, una scossa elettrica che ci porti a sentire che c’è qualcosa di altro nella nostra vita, che abbiamo una luce da coltivare dentro di noi e da fare brillare per aiutare anche gli altri a risplendere.
Non è un’imposizione: è un invito a fermarci, a prendere una boccata d’aria, a riflettere e a ripartire più luminosi. Luminosi come i colori e i vetri delle opere dell’artista, che ti affascinano e catturano lo sguardo, mantenendoti con il fiato sospeso il tempo necessario per decidere di volere portare un po’ di quella luce via con te, dentro di te.
Il desiderio di diffondere la luce risulta evidente in questo evento, in cui il tempo concesso a queste lampadine per brillare è davvero esiguo: solo 24 ore per trasmettere al pubblico tutto il loro potenziale.
L’obiettivo dell’artista è di riuscire a instaurare un dialogo proficuo e duraturo con il pubblico; le installazioni multisensoriali e sinestetiche avvolgono il visitatore e lo circondano di una nuova luce fino a immergerlo completamente in un’altra dimensione.
La caratteristica principale dell’arte contemporanea è proprio il rapporto con il pubblico, che è parte integrante e fondamentale del lavoro artistico. Le opere che sono state realizzate nel Novecento si differenziano da quelle dei secoli passati per la loro necessità di non essere solo immagini fruibili passivamente dallo spettatore: lo spettatore dell’arte contemporanea partecipa attivamente all’opera e la completa, la sua presenza è necessaria per definirne il senso. Proprio in conseguenza a questo, l’arte contemporanea si estende nello spazio, ingigantendo le sue strutture, diventando tridimensionale, investendo gli altri sensi e sfruttando la temporalità, estesissima o ridotta al momento della performance. La sua estensione consente allo spettatore di entrare direttamente in contatto con l’opera, di passarle attraverso, di avvicinarsi a godere al massimo della sua inconsistenza o della sua monumentale materialità: senza lo spettatore l’arte contemporanea non sarebbe altro che oggetti, ritagli, segni o azioni senza un significato.
Le lampadine di Maria Teresa irrompono nei saloni affrescati di Villa Rusconi, dialogando con gli arredi e le pitture antiche ancora presenti. In uno degli ambienti, antico e contemporaneo si fronteggiano e occupano lo spazio con un gioco di sagome e specchi che richiamano la luce che c’era, che c’è ora e che da questo momento sarà dentro di noi, pronta a dare una svolta alla nostra esistenza. Negli altri saloni la luce spirituale si spezzetta come in un prisma e si espande come Respiro di Luce sui tanti piccoli bulbi che l’artista ha raccolto e assemblato con infinita cura.
Villa Rusconi, distrutta da un incendio negli anni ’90, non è rimasta un contenitore vuoto e inutile, ma ha saputo fare valere la sua luce e ora ospita, in un gioco quasi di scatole cinesi, altri contenitori apparentemente alla fine della loro vita, ma in realtà ancora luminosi come le lampadine di Maria Teresa Gonzalez Ramirez.
Gli incontri di luce di questa esposizione sono il modo migliore per entrare in contatto con l’essenza dell’opera dell’artista: la luce che è in ognuno di noi si manifesta e brilla ancora di più quando incontriamo il nostro interlocutore e dialogando con lui apriamo la nostra mente verso nuovi orizzonti e verso una migliore comprensione di noi stessi e degli altri.

NOTA BIOGRAFICA

MARIA TERESA GONZALEZ RAMIREZ Nata a Città del Messico nel 1967, ma da anni residente a Varese Italia. La Gonzalez si è progressivamente distinta negli ultimi anni grazie ad un lavoro in bilico tra la scultura minimalista, le installazioni site-specific, la fotografia concettuale e la pittura, mettendo costantemente in discussione i limiti e le costrizioni imposti dalla società Contemporanea. Così l’artista da anni ha fatto della LUCE la sua icona ricorrente in tutte e cada una delle sue creazioni, diventando il suo simbolo che le permette di trasmettere il suo personale linguaggio poetico considerato dai giornalisti e critici di grande forza espressiva, e di grande impatto emotivo.
“Le mie opere sono l’essenza di quello che vede il mio occhio, di ciò che sente il mio cuore e
degli odori che cattura l’olfatto. Il mio lavoro non può stare quindi dentro a misure PRESTABILITE,
ma rompe gli argini come un fiume in piena e si spande ovunque nutrendosi di tutto ciò che
incontra per trasformarlo in arte”.
Gianfranco Ferrè diceva: “Voglio proporre la bellezza”,
e io dico nel mio linguaggio poètico: “Voglio proporre la bellezza della “LUCE”.
Nel 2008 è stata premiata nella categoria ARTE Y CULTURA con il prestigioso riconoscimento “EL LATINO DE ORO 2008” dal comune di Milano presso il Teatro Dal Verme.
Selezionata per la Finale del Premio Celeste 2009 nella categoria Installazioni & Scultura, presso Fabbrica Borroni Bollate, Milano.

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