G8 e’ un progetto site-specific del duo artistico (Antonio Manago’ e Simone Zecubi) che consta di nove grandi fotografie inserite in una gabbia in ferro con un inginocchiatoio al centro, a cui si accede attraverso un percorso fiancheggiato da bandiere nere. Sulle pareti laterali, i ritratti del gotha della politica internazionale.
Comunicato stampa
Mercoledì 9 maggio 2012, alle ore 18.30, nello spazio eventi della Regione Lombardia, al primo piano del Grattacielo Pirelli, si inaugurerà il nuovo progetto di J&PEG (Antonio Managò e Simone Zecubi) intitolato G8, a cura di Alberto Mugnaini.
G8 è un progetto site-specific che consta di nove grandi fotografie digitali stampate su PVC montato su telaio e integrate da interventi manuali con pittura acrilica. Le foto sono inserite in un’installazione ambientale che prevede una gabbia in ferro con un inginocchiatoio al centro, a cui si accede attraverso un percorso fiancheggiato da bandiere nere. La realizzazione fotografico-pittorica rappresenta la fase finale di un processo performativo durante il quale gli artisti stessi, coadiuvati o meno da altri attori, impersonano i protagonisti dei loro lavori.
Le figure, emergenti da un fondo nero, scolpite e quasi congelate dalla luce, si trovano inguainate in un rivestimento che, nel momento stesso in cui ne vela i lineamenti ne scansiona i gesti, ne mette in evidenza postura e sagoma, dando vita a una paradossale fisiognomica spersonalizzata, a una personificazione di ruoli di potere.
Sulle pareti laterali dello spazio i ritratti “criptati” degli otto primi ministri e capi di stato che attualmente rappresentano il gotha della politica internazionale stazionano come eternizzati nelle loro pose. Essi sono riconoscibili in quanto simulacri del loro ruolo mediatico, vuoti gusci di dominio individuati dalle modalità meramente spaziali del loro occupare la scena. La personalità politica si riduce così al modo di riempire e padroneggiare lo spazio, sia esso giornalistico, televisivo o cibernetico. Rivestire una carica pubblica, indossare un ruolo, adeguarsi a una posa da foto ufficiale, offrire una immagine di sé camuffata dai paramenti del potere, ovvero da un effetto di parata: nelle pose studiate e messe in opera da J & PEG la metafora subisce una concrezione che la pietrifica e la inchioda in un eterno presente.
Equidistante da questa doppia quaterna di immagini una striscia di tappeto rosso taglia longitudinalmente la sala espositiva e conduce a una gabbia di ferro in cui è posizionato un inginocchiatoio. Questo è rivolto verso un’ulteriore foto, sulla parete di fronte, in cui si stagliano due figure, parimenti avviluppate da una ridondanza pellicolare, ma come al riparo di un estremo recinto sacro, in un themenos posto fuori dalla scena del potere, le quali danno vita a un estremo interscambio di sentimenti, a una condivisione di sguardi negati. Sotto l’involucro della spersonalizzazione vediamo accendersi un barbaglio di fede in una residua possibilità di scambio affettivo.
L’arte plastica dei J&PEG consiste nel ricercare la cifra visiva, il geroglifico simbolico del nostro vivere attuale. La perdita d’identità sanzionata dal loro lavoro riguarda un’identità stereotipata da un presente mummificante, in cui l’individuo si trova imprigionato come in un dermoscheletro. L’angoscia che pervade queste immagini è l’ansia del soggetto reificato che si mette in scena e dà vita a un teatro di crisalidi in cui esso stesso si fonde alle cose. La posa fotografica diventa istante congelato di un dibattersi nella camicia di forza della contemporaneità, una messa in forma del divenire nell’occhio di ciclone della nostra storia presente.
Antonio Managò è nato a Busto Arsizio (VA) il 26/09/1978. Diplomato in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti (Brera) di Milano.
Simone Zecubi è nato a Gallarate (VA) il 14/07/1979. Diplomato in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti (Brera) di Milano. Entrambi vivono e lavorano a Milano.