Front of Art – Azione di ripresa
Il progetto intende mostrare i lavori che si sono realizzati per “Front of Art: esperienze di arte pubblica – il paesaggio e la comunità” a Nervesa della Battaglia (TV) dal 14 maggio al 5 giugno 2011.
Comunicato stampa
Il progetto intende mostrare i lavori che si sono realizzati per “Front of Art: esperienze di arte pubblica - il paesaggio e la comunità” a Nervesa della Battaglia (TV) dal 14 maggio al 5 giugno 2011. L’evento era un progetto di arte pubblica con interventi site specific, pensati per il paese di Nervesa, una piccola comunità fortemente legata alla sua posizione geografica che ha condizionato la sua storia e il suo sviluppo. Il progetto ha coinvolto nove artisti: Primoz Bizjak, Nicola Cisternino, Emilio Fantin, Nina Fiocco, Laure Keyrouz, Daniela Manzolli, AnnaMaria Tina, Luigi Viola e Elisa Vladilo e la collaborazione di ART HUB, con l’ obiettivo di innescare nei cittadini di Nervesa una riflessione sull’interrelazione che si produce tra il paesaggio e la comunità. Quella pensata per il CRAC di Cremona vuole quindi essere una mostra documentativa ma anche una riflessione sulle fasi di realizzazione del progetto, le difficoltà e i problemi che si sono affrontati, su ciò che si voleva creare e ciò che è stato in realtà fatto. Una sorta di “dietro le quinte” ma anche un’operazione di riattivazione di alcune azioni realizzate in occasione dell’evento composto da diverse tipologie di interventi: dalla performance, al workshop, alla rassegna video, alle installazioni, etc. ri-pensandole per lo spazio del Crac. Si vuole, infatti, instaurare una relazione con gli studenti del Liceo artistico Munari invitandoli a soffermarsi a riflettere sui luoghi protagonisti di Front of Art, diversi da quelli che abitualmente conoscono, e nello stesso tempo creare in loro un nuovo modo di osservare e vivere quei luoghi che fanno parte della loro esperienza quotidiana di studenti e cittadini di Cremona. La mostra diventerà un dispositivo di conoscenza del territorio e dei luoghi di vita dei ragazzi grazie allo sviluppo di due workshop e un’azione relazionale pensati per loro. Accanto alla documentazione delle varie fasi ed eventi di Front of Art, all’interno degli spazi espositivi del Crac saranno mostrati i risultati del workshop condotto all’epoca da Emilio Fantin con studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e del Liceo Artistico Michelangelo Buonarroti di Verona alcuni cittadini di Nervesa e contemporaneamente si proporrà agli studenti del Liceo Munari di sperimentare lo stesso workshop ripensato per loro, che qui prenderà il nome di Fotografare l’invisibile. Con questo workshop si intende mettere in luce aspetti della città che rimandino a luoghi immaginari, a epoche passate o a venire, a paesaggi invisibili, attraverso l'individuazione di metafore, evocazioni o suggestioni. Inoltre si realizzerà il workshop Lo spazio sognato di Elisa Vladilo dove si proporrà agli studenti di ipotizzare possibili o fantasiose modifiche agli spazi urbani in cui vivono. Mentre Laure Keyrouz compierà un’azione di riattivazione dell’opera relazionale Giardino della Pioggia. Giardino della Pioggia è un libro di artista, un‘opera aperta con cui l’artista invitava il pubblico a condividere con lei l’attività di scrittura del racconto, in parte reale e in parte inventato, della vita degli ultimi proprietari, vissuti nei primi del Novecento, dell’antica Villa Eros sede della Biblioteca Comunale di Nervesa. Il libro presentava originariamente solo il primo capitolo, scritto in arabo, italiano e dialetto trevigiano, mentre le altre pagine che lo componevano erano bianche. Giardino della Pioggia è un dispositivo per avvicinare le diverse comunità alla storia del territorio in cui vivono, ma anche un modo per far conoscere diverse culture attraverso la scrittura, infatti, si è invitato i visitatori della biblioteca a terminare il libro utilizzando le diverse lingue di appartenenza. Durante la permanenza di Front of Art al Crac il libro percorrerà i corridoi della scuola ed entrerà nelle classi invitando insegnanti e ragazzi, sia in gruppo sia individualmente, a continuare la scrittura della storia, utilizzando la propria lingua madre e ovviamente anche il dialetto cremonese.