Maurizio Fagiolo dell’Arco
Maurizio Fagiolo dell’Arco, storico e critico d’arte di prestigio internazionale, scompariva l’11 maggio 2002 lasciando un grande vuoto non solo nel mondo della storia dell’arte.
Per ricordarlo, a dieci anni dalla scomparsa, a Palazzo Chigi in Ariccia si riuniscono studiosi insigni e amici di una vita.
Comunicato stampa
Maurizio Fagiolo dell’Arco, storico e critico d’arte di prestigio internazionale, scompariva l’11 maggio 2002 lasciando un grande vuoto non solo nel mondo della storia dell’arte.
Per ricordarlo, a dieci anni dalla scomparsa, sabato 12 maggio alle ore 17.00 a Palazzo Chigi in Ariccia si riuniscono studiosi insigni e amici di una vita.
Maurizio Fagiolo dell’Arco, nato a Roma il 22 novembre 1939, è stato allievo e collaboratore di G. C. Argan, professore (Università e Accademia di Roma) e giornalista. Si è occupato in parallelo di arte antica, moderna e contemporanea. Specialista del Barocco Romano. Ha studiato il Caravaggio (1969), ha lavorato molto sul Borromini e sul Bernini (la monografia con Marcello Fagiolo, 1966; le mostre “Bernini in Vaticano”, 1981; “L’Ariccia del Bernini”, 1998; “Bernini. Regista del Barocco”, 1999; una biografia edita da Laterza; “Berniniana, novità sul regista del barocco”, edizioni Skira). Per la pittura, si ricordano le mostre sulla “Natura morta” (1993); “French in the Golden Age” (London 1996); i lavori su Fratel Pozzo e sul Baciccio (mostra ad Ariccia 1999, 2001); “Jean Lemaire ‘pittore antiquario’”, 1996; “Pietro da Cortona e i cortoneschi”.
Ha ‘inventato’ lo studio sulla festa barocca: si ricorda “L’effimero barocco” (1977; 1978), il capitolo nella Storia dell’Arte Einaudi voluto da Federico Zeri (1984); “La festa barocca a Roma” (De Luca, Roma 1997). Nel 1999, al compimento dei sessanta anni, ha donato la collezione dei suoi quadri (“Pittura barocca romana”, Skira 1999) al Museo del Barocco di Palazzo Chigi di Ariccia, cittadina dei Castelli Romani che recentemente gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
Nel campo dell’arte moderna ha collaborato a varie mostre internazionali per il periodo che va dal Futurismo alla Metafisica e al Realismo Magico. A Giacomo Balla ha dedicato una ventina tra libri e cataloghi di mostre. A Giorgio De Chirico ha dedicato una quarantina di volumi: dalla raccolta degli scritti alla biografia, ai vari periodi della pittura (ha curato recentemente le grandi mostre in Giappone e in Germania). Attraverso cataloghi di mostre e libri, ha studiato la cultura romana tra Ottocento e Novecento; la “Scuola Romana” tra le due guerre, ma anche Modigliani, “Les Italiens de Paris”, la cultura romana degli anni Cinquanta.