Asta
Saranno due gli appuntamenti di maggio alla Casa d’Aste Pandolfini. Nella sede di palazzo Ramirez Montalvo, in Borgo degli Albizi a Firenze, si terranno infatti due giorni di vendita.
Comunicato stampa
Saranno due gli appuntamenti di maggio alla Casa d’Aste Pandolfini. Nella sede di palazzo Ramirez Montalvo, in Borgo degli Albizi a Firenze, si terranno infatti due giorni di vendita: il 15 maggio, alle 15.30, andranno all’incanto Argenti, Gioielli, Monete e Orologi da polso e il 16 maggio, alla stessa ora, Arte Orientale e Reperti archeologici.
L’esposizione si terrà a Firenze, nelle sale di Pandolfini, da venerdì 11 a lunedì 14 maggio 2012, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.
15 maggio
Nella sessione di vendita degli Argenti saranno presentati circa ottanta lotti. Fra questi si segnala un nucleo di argenteria inglese, fra cui quattro vaschette di manifattura londinese del 1765, in vermeille, la cui valutazione è di 3.000/4.000 euro, e una coppia di anfore di manifattura londinese, del 1874, stimate 2.000/3.000 euro. Interessanti anche i tre lotti di serviti di posate, due dei quali contenuti in cofanetti lignei. Tra questi è di particolare pregio quello ad opera dell’argentiere parigino Cardehillac, composto di duecentocinquattaquattro pezzi (stima 7.000/10.000 euro). Troviamo inoltre candelieri, oliere e candelabri di epoche che coprono l’arco temporale dal XIX al XX secolo. Quattro le lucerne ad olio di manifattura romana, oggetti di notevole qualità presentati qui in tre lotti. Il primo di questi si compone di due lucerne la cui valutazioni è di 7.500/9.000 euro, mentre le altre due lucerne sono stimate rispettivamente 4.000/6.000 euro e 2.500/3.500 euro.
La sessione dedicata ai Gioielli e agli Orologi è formata da 250 lotti. Partendo proprio dai gioielli, segnaliamo un anello in oro bianco, con diamante di taglio ottagonale di ct 5,20 circa affiancato da due diamanti di taglio esagonale di 2 carati circa, stimato 150.000/200.000. Le dimensioni e le caratteristiche di colore e purezza della pietra centrale rendono questo anello un oggetto di sicuro interesse per un mercato sempre più orientato ad investimenti consistenti nel settore dei diamanti, dato l’ incremento rilevante del loro valore in tempi sempre più ridotti.
Rimanendo nell’ambito dei gioielli con diamanti, ricordiamo anche un anello in platino, con montatura contrariè bombata in pavè di brillanti entro cui sono montati due brillanti rispettivamente di 3 carati e 3,20 carati circa, stimato 40.000/50.000.
Fra i gioielli classici, spicca una bella ‘longchain’ in oro bianco con brillanti con montatura ‘spectacle set’ per un totale di 45 carati, stimata 40.000/50.000 Euro. Fra le perle merita una menzione a parte una lunga collana formata da un filo di perle australiane il cui grande diametro e la cui perfezione, oltre alla presenza di un ricco fermaglio decorato da diamanti baguette per circa 5 carati, lo rendono un pezzo di altissima qualità. La stima è di 30.000/40.000 Euro.
Fra i gioielli di produzione attuale, ci soffermiamo su una collana di Cusi, marchio storico dell’oreficeria italiana, realizzata in oro bianco, diamanti e quarzi citrini nella quale si coniugano tradizione e attenzione per le nuove tendenze: il motivo decorativo del doppio nodo presente in questo gioiello è infatti un leit motif della Maison orafa milanese, attinto dagli archivi dei bozzetti preparatori. Su questo gioiello viene declinato in oro bianco con pavè di brillanti per 7 ct circa ed inserito come collegamento fra linee di quarzi citrini di taglio rettangolare scantonato, montati a griffe in oro bianco, secondo le tendenze dell’alta gioielleria del momento in cui sempre più spesso le pietre semipreziose, di grandi dimensioni, sono preferite rispetto a pietre di maggior valore, anche grazie alla varietà di nuance cromatiche che esse offrono (stima 16.000/18.000 euro). Lo stesso impiego di pietre di colore, dure e semipreziose, si ritrova in una collana Bulgari, nella quale una linea di anelli in quarzo rutilato, malachite, agata striata e ametista sono montati in oro giallo ed uniti da maglie anch’esse in oro giallo (stima 3.500/4.500 euro). Fra i gioielli dell’ottocento, segnaliamo una demi-parure della fine del XIX secolo in micromosaico, composta di collana e paio di orecchini pendenti, entro astuccio d’epoca, ciascuno realizzato con formelle ovali, formate da minutissime tessere vitree policrome disposte a raffigurare volatili di specie diverse e cestini di fiori (stima 3.000/5.000 euro). Per i gioielli di inizio secolo, spicca una spilla anni ’30, in platino e diamanti, per circa 20 carati, modellata come un nastro avvolto su sé stesso con frange pendenti (stima 8.000/10.000 euro) ed un paio di orecchini pendenti, anni ’20, in oro bianco, diamanti e cristallo di rocca, formati da una linea di maglie geometriche traforate, decorate in brillanti, di taglio vecchio, alla cui estremità è sospeso un cristallo di rocca satinato, entro cui è montato un altro brillante di taglio vecchio (stima 7.000/9.000 euro).
Per quanto riguarda gli orologi, troviamo in asta una collezione di orologi da tasca, fra cui indichiamo un Ulysse Nardin Cronografo Medical degli anni ’30, in oro giallo 18 kt, con quadrante caratterizzato da scala pulsometrica base 30, stimato 2.500/3.00 euro; un Patek Philippe Gondolo, in oro giallo 18 kt, inizi sec. XX, stima 3.500/4.500 euro. Nella stessa collezione sono presenti anche esemplari con ripetizione dei quarti, come un Vacheron Constantin della fine del sec. XIX, la cui cassa è finemente cesellata a motivi vegetali e floreali decorati in smalti policromi (stima 3.500/4.500 euro).
16 maggio
Il 16 maggio è la volta prima della sessione dell’Arte Orientale che si presenta con un catalogo di 130 i lotti. Si evidenzia un bel nucleo di intagli in giada e altre pietre provenienti da una collezione privata romana, tutti manufatti risalenti al XVIII secolo, alcuni fra questi pezzi furono acquistati originariamente dalla collezione di Carlo Maria Franzero, noto scrittore e giornalista di origini torinesi, che si trasferì in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale, famoso per i suoi libri storici di cui il più rinomato è quello su Cleopatra, dal quale fu tratto il film interpretato da Elisabeth Taylor nel 1963.
In catalogo sono presenti, oltre a delle porcellane, anche intagli in avorio di statue di Buddha come quello in giada bianca raffigurante Shoulau e cerbiatto su una roccia, Cina sec. XVIII (stima 15.000 -18.000 euro). In una giada verde pallido abbiamo anche alcuni bei vasi, un vaso Cina sec. XVIII, nella forma di un Makara che esce dalle onde, poggiante ad un ramo di corallo con alla sommità una perla (stima 3.000 / 5.000 euro) e un vaso, Cina sec. XVIII-XIX, con inclusioni color ruggine, avvolto da un drago e al fianco un bambino stante e reggente una palla (stima 3.500/4.500 euro). Da segnalare inoltre un raro stipo in lacca rossa cesellata,decorato con draghi imperiali, del sec. XVIII, periodo Qianlong (1735-1795), sempre proveniente da una collezione privata (stima 20.000 / 30.000 euro).
Chiude questi due giorni di asta la sessione dei reperti archeologici che contempla circa 200 lotti, tra cui si evidenzia un’eccezionale scultura greca originale di età ellenistica, in marmo bianco, raffigurante una ninfa panneggiata, II sec. a. C., stima 100.000/150.000 euro, e un importante sarcofago di epoca imperiale, in marmo bianco scolpito, con fronte raffigurante grifi affrontati ai lati di candelabre, II sec. d. C. (img 5815), stima 25.000/35.000 euro. Inoltre sarà messo all’incanto un interessante gruppo di reperti egiziani dove indichiamo una maschera da mummia di età Tolemaica, due sculture raffiguranti dignitari ed una situla in bronzo, istoriata con gli dei del pantheon egizio. Sarà presente anche un piccolo nucleo di fossili, fra i quali spicca un coccodrillo, molto ben conservato, databile all’Eocene circa 55/33 milioni di anni fa, mentre nel settore dell’archeologia classica troviamo una particolare collezione di 109 reperti, venduta in un unico lotto in quanto notificata, con un bel gruppo di ceramiche attiche del VI sec. a. C e numerosi oggetti di bella qualità etruschi (stima 15/20.000 euro).
La Magna Grecia sarà rappresentata da diversi vasi a figure rosse di produzione apula, molto apprezzati dal pubblico odierno. La piccola bronzistica invece offrirà al pubblico diverse sculture di animali, provenienti per lo più dal Luristan. Infine per il periodo romano saranno poste in asta diverse sculture in marmo ed un sarcofago di grandi dimensioni con raffigurato il Ratto di Proserpina. Chiude la vendita il cosiddetto “Sacro Tesoro Rossi” costituito da parte del corredo funebre in argento e oro di un vescovo paleocristiano, studiato e pubblicato già nel 1890. (stima 12.000/15.000 euro).
Nelle due sessioni di vendita di maggio figureranno 33 lotti di monete di varie epoche, per un totale di oltre millecinquecento pezzi. I lotti saranno suddivisi fra l’asta di Argenti, Gioielli, Monete e Orologi da polso, il giorno 15 maggio, nella quale verranno battuti i pezzi di epoca prevalentemente moderna, con alcune monete bassomedievali, e l’asta del giorno seguente di Arte Orientale e reperti archeologici, nella quale saranno battute monete di epoca antica, da preromana al Tardo Impero con alcuni pezzi più recenti.
Il giorno 15, insieme ai gioielli, saranno presenti 11 lotti fra i quali numerose monete toscane in oro e argento con alcune rarità: due fiorini d’oro largo e stretto, numerose monete del Granducato, in particolare una moneta di Francesco I in condizioni splendide, un ruspone d’oro quasi fior di conio. Rarissima e di conservazione più di splendida è la moneta da 5 lire argento di Vittorio Emanuele II, coniata a Firenze nel 1861. E ancora, 40 franchi di Napoleone, numerose monete in argento del Regno di Francia, Regno d’Italia e un importante lotto composto da marenghi d’oro e altre monete.
Nell’asta dell’archeologia troveranno posto 21 lotti di monete fra le quali un pubblico esperto potrà incontrare numerose monete di valore: una biuncia di Atri di peso straordinario, un miliarense di Costanzo II, un aureo di Massimiano Ercole, lotti di piccole monete come follis e piccoli bronzi di ottima conservazione, due monete dei tiranni di Siracusa, ecc. Va menzionato infine un lotto di monete orientali presente nel catalogo di arte orientale. I lotti sono prevalentemente compositi e visionabili in base alla disponibilità del personale.