Gilberto Zorio – Tratti con Arco Voltaico
Zorio ritorna a Roma con una mostra in cui coesisteranno due discipline fatte di materiali molto lontani tra di loro. Il “disegno”, con l’immaginazione del tratto su carta o su pergamena, e la “scultura”, con la forza della scarica elettrica e la tecnologia dell’arco voltaico.
Comunicato stampa
La galleria OREDARIA è lieta di presentare “Tratti con Arco Voltaico” la terza personale nei suoi spazi di Gilberto Zorio, noto
esponente dell’Arte Povera.
Dopo la mostra del 2003 che inaugurò la galleria e che presentò un ciclo di lavori dagli esordi a quelli più recenti e l’esposizione
del 2007 dove gli spazi erano modulati dalla centralità della “Torre Stella”, Zorio ritorna a Roma con una mostra in cui
coesisteranno due discipline fatte di materiali molto lontani tra di loro. Il “disegno”, con l’immaginazione del tratto su carta o
su pergamena, e la “scultura”, con la forza della scarica elettrica e la tecnologia dell’arco voltaico.
I disegni, i tratti, confinano e s’insinuano, a volte, nella scultura.
La mostra prende spunto da un lavoro che viene da “lontano” realizzato nel 1968, opera esposta per la prima volta nel ‘69 presso
la galleria Sonnabend di Parigi.
Il lungo viaggio è giunto alle opere di oggi.
Il buio è spesso per l’artista una componente importante dell’opera. Molti lavori, infatti, “approfittano” dell’improvvisa
mancanza di luce per ribaltare la loro immagine e far emergere particolari abitualmente non visibili.
La mostra manifesta il continuo impegno dell’artista nel “rivelare ciò che non si suppone, trasformandolo in un’immagine
reale, concreta ma anche impalpabile, che cerca lo sguardo di chi vuol vedere...e anche ascoltare.”(Gilberto Zorio)
Gilberto Zorio è nato nel 1944 ad Andorno Micca, Biella.
Vive e lavora a Torino.
Dal ‘67 ad oggi oltre alle mostre in gallerie private ha esposto in numerose personali allestite presso spazi espositivi pubblici come il Kunstmuseum di
Lucerna (‘76), lo Stedelijk Museum di Amsterdam (‘79), la Pinacoteca di Ravenna (’82), la Biennale di Venezia (‘78, ‘80, ‘86, ‘95, ‘97), il Kunstverein di
Stoccarda (‘85), il Centre d'Art Contemporain di Ginevra e il Centre Georges Pompidou di Parigi (‘86), il Tel Aviv Museum e lo Stedelijk Van Abbemuseum
di Eindhoven (‘87), la Philadelphia Tyler School of Art (‘88), Museu Serralves di Oporto (‘90), l'Istituto Valenciano de Arte Moderna di Valencia (‘91),
il Centro per l'Arte Contemporanea Pecci di Prato, Documenta di Kassel e il Musèe d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza (‘92), la Galleria Civica
d'Arte Contemporanea di Trento ('96), il Dia Center for the Arts di New York (2001), Le Creux de l'Enfer Centre d'Art Contemporain in Thiers e l'Institut
Mathildenhöhe di Darmstadt (2005), la Milton Keynes Gallery, di Milton Keynes (2008), il MAMbo di Bologna (2009) e il CGAC di Santiago de
Compostela (2010), il MACRO di Roma (2010). Al MAXXI di Roma, in Via Guido Reni 4/A, è esposta l’opera di Zorio “Canoa Roma” progettata per il
museo e aggettante a partire dalla grande vetrata del piano superiore. L’opera coinvolge visivamente la piazza esterna e stabilisce una relazione
luminosa e sonora, sospesa fra il buio e la luce.
Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche tra le quali segnaliamo:
Museo d’Arte Contemporanea (Tokyo)
Castello di Rivoli e Galleria d’Arte Moderna (Torino)
Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma)
Museu Serralves (Oporto)
Musée d’Art et d’Industrie (Saint-Etienne)
Stedelijk van Abbe Museum (Eindhoven)
Centre Georges Pompidou (Parigi)
Museum of Modern Art (New York)
Kröller-Müller Museum (Otterlo)
S.M.A.K. (Ghent)
F.r.a.c. Champagne-Ardenne (Rheims)
F.r.a.c. Nord-Pas (Calais)
Guggenheim Museum (New York e Venezia)
Civiche Raccolte d’Arte (Milano)
MAMbo, Museo d’Arte Moderna (Bologna)
Centro per l’Arte Contemporanea Pecci (Prato)
Musée d’Art et d’Histoire (Ginevra)
Musèe d’Art Moderne et d’Art Contemporain (Nizza)
Tate Modern (Londra)
Toyota Municipal Museum of Art (Toyota)
Kunstmuseum (Lucerna)
IVAM (Valencia)
Kunstmuseum (Winterthur)
MART (Rovereto).