Caratteri ereditari e Mutazioni genetiche #2
Il titolo riprende una tematica, quella delle mutazioni genetiche, che ha una duplice valenza sempre in bilico tra trasformazione imprevedibile e perfezionamento, mutazioni però che non possono prescindere dal mantenere un legame diretto e indelebile con i propri caratteri ereditari. La mostra vuole mettere in evidenza quanto è rimasto nell’operare dei giovani artisti contemporanei della ricerca fatta dai loro predecessori nel secolo scorso, quali sono le confluenze e le divergenze, gli interessi e i desideri.
Comunicato stampa
Venerdì 1 giugno al MAN_Museo d’Arte della Provincia di Nuoro si inaugurerà il secondo appuntamento di Caratteri ereditari e Mutazioni genetiche, un progetto iniziato nel 2011, in cui le opere della collezione permanente dialogano con sei giovani artisti contemporanei che traducono così l’ispirazione iniziale che ha portato alla nascita e crescita della collezione DNA (acronimo di Dal Novecento Ad oggi), avvalorando la vocazione contemporanea del museo e la necessità di rappresentarne il testimone che la nostra epoca lascerà in eredità. La declinazione del progetto prevede un duplice sguardo, maschile e femminile, invitando sei artisti a relazionarsi con diverse opere della collezione.
Il titolo riprende una tematica, quella delle mutazioni genetiche, che ha una duplice valenza sempre in bilico tra trasformazione imprevedibile e perfezionamento, mutazioni però che non possono prescindere dal mantenere un legame diretto e indelebile con i propri caratteri ereditari. La mostra vuole mettere in evidenza quanto è rimasto nell’operare dei giovani artisti contemporanei della ricerca fatta dai loro predecessori nel secolo scorso, quali sono le confluenze e le divergenze, gli interessi e i desideri.
Un confronto che si sviluppa come dialogo dove una linea senza tempo tiene unite diverse generazioni in un processo evolutivo che allo stesso tempo lascia visibile la testimonianza della tradizione e dove i caratteri di ognuno si delineano in modo indelebile, grazie anche ad una mutazione graduale, in una ricombinazione genetica che non ha stravolto il meccanismo evolutivo.
La collezione è una delle testimonianze più importanti della crescita, dell’evoluzione e del costante impegno del museo. Un lavoro complesso e difficile, fatto di accelerazioni, stasi e nuovi slanci che definiscono un percorso in continua evoluzione che non si esaurisce nell’esaltazione di alcuni punti fermi, ma che fa della sua singolare ricerca nel panorama artistico isolano una caratteristica esclusiva che dà spazio a opere e autori meno noti, ma non per questo meno interessanti, che, grazie agli esiti del loro percorso, restituiscono un contesto di squisita e inaspettata ricchezza.
Nel tentativo di ridefinire la percezione di patrimonio e identità, il MAN invita artisti contemporanei ad un dialogo aperto, creando suggestivi spazi di sospensione, contemplazione e cortocircuito, vere e proprie stazioni di un percorso che intreccia precise conversazioni con i maestri della storia dell’arte in Sardegna. Lo spazio condiviso invita a una riflessione e nello stesso tempo offre nel suo insieme una efficace immagine della qualità dei diversi linguaggi artistici.
In questa occasione le opere che ogni artista sceglierà funzioneranno come una sorta di punteggiatura del loro discorso, un dispositivo che in qualche misura aiuterà a definirne il senso e il ritmo. Le artiste sono rappresentate dalla fotografa Giulia Casula e Rita Correddu presenti con un’installazione site specific, mentre gli artisti sono Nicola Caredda, Simone Dulcis, e Giovanni Sanna che hanno nella pittura la tecnica principale e Sergio Fronteddu che è prevalentemente uno scultore.
Nicola Caredda nasce a Cagliari, il suo è un modo d’intendere l’espressione pittorica, che non sembra trovare, né, per la verità, cercare, significative assonanze con altri pittori sardi, la sua è pittura di immagini, di realtà e di riconoscibilità, nel senso che le singole cose da lui dipinte rispondono a specifiche codificazioni, non solo artistiche, ma facenti parte del nostro consuetudinario visuale.
Giulia Casula, nasce a Cagliari e attraverso la realizzazione di opere fotografiche, video e installazioni, rappresenta le suggestioni visive del suo quotidiano. Estrania lo spettatore, con l’intenzione di fargli rivivere un’esperienza personale, quel ricordo lontano che affiora nella mente durante il dormiveglia attraverso sensazioni confuse e senza dettaglio. E’ la sensazione del deja-vù, in cui si mescolano familiarità ed estraniamento. Le sue opere sono investigazioni territoriali e concettuali, riflessioni sul tempo e sulla memoria, ricostruite in una forma estetica e poetica di critica sociale.
Rita Correddu, nascea Sassari, vive e lavora a Bologna. Si è laureata in Storia dell’Arte nel 2008 presso l’Università di Bologna e nel 2012 presso la stessa università ha conseguito il Diploma di Specializzazione in beni storici artistici. Contemporaneamente sviluppa la sua ricerca artistica, riflettendo su tematiche strettamente connesse ai temi dell’ arte pubblica e relazionale, indagando in particolare le pratiche sociali dell’ arte e cercando di sviluppare un’ idea nuova di monumento contemporaneo. Per mettere in pratica i suoi progetti sfrutta ogni elemento utile per tradurre pensieri, parole e immagini in momenti di condivisione e confronto, diffondendoli nella dimensione pratica e quotidiana della collettività
Simone Dulcis, nasce a Milano, è subito attratto dalla cultura umanistica e dagli svariati campi della comunicazione, studia lingue straniere e lavora nel turismo per 10 anni. Nel frattempo affina il suo interesse per l'arte e per la "condizione umana". Abbandona l'impiego per dedicarsi interamente alla pittura. La sua ricerca è volta ai moti interiori dell'anima e alla "necessità" di esprimersi propria dell'umanità. Attratto dal segno primordiale, ha approfondito aspetti relativi al rapporto tra uomo e Terra. Terra come "grande specchio" delle forze della natura e nel contempo proiezione dell'esistere dell'uomo. Dal 2002, progetta e conduce laboratori sull'espressività del colore.
Sergio Fronteddu nasce a Nuoro, città dove tutt'ora risiede e lavora dopo gli anni sassaresi in cui ha frequentato l'Accademia di Belle Arti. Il suo percorso artistico si stabilizza sin dall'inizio su due paletti fondamentali: da un lato irriverenti interventi pubblici; dall'altro la passione della scultura, consolidata dagli studi accademici, che si esprime con l'attenzione verso materiali insoliti come il sapone, a cui dedica una lunga produzione tematicamente riferita all'alimentazione, e la colla nelle opere più recenti.
Giovanni Sanna nasce a Sassari, è un ottimo interprete di un orientamento che si è sviluppato in questi ultimi anni nel mondo dell'arte indirizzato a una ricerca di nuove possibilità legate al fare pittura, scultura, grafica, utilizzando strumenti e linguaggi disparati, anche quelli classici. Egli infatti ha recuperato immagini, atmosfere, costruzioni, che sembrano venire dal passato, ma che ad una lettura attenta denunciano la loro assoluta attualità attraverso particolari, una maglietta, un monile d'oggi, un taglio di capelli. Così il suo confrontarsi con opere che fanno parte dell'essenza artistica del nostro patrimonio lo trova intimidito, dubbioso, ma certamente adeguato. Attualmente è docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari.