kia Ruffato – MONTI-co.me.qua.ndo.fuori.piove
L’arte contemporanea torna protagonista nella Chiesa di San Rocco a Carnago (VA), con la mostra personale di kia Ruffato, giovane e promettente pittrice. La mostra, curata da Manuela Ciriacono, in collaborazione con Indira Fassioni ed il Gruppo Cultura del Comune di Carnago, presenta al pubblico il più recente ciclo pittorico prodotto dall’artista, dal titolo “Monti”.
Comunicato stampa
L’arte contemporanea torna protagonista nella Chiesa di San Rocco a Carnago (VA), con la mostra personale di kia Ruffato, giovane e promettente pittrice. La mostra, curata da Manuela Ciriacono, in collaborazione con Indira Fassioni ed il Gruppo Cultura del Comune di Carnago, presenta al pubblico il più recente ciclo pittorico prodotto dall’artista, dal titolo “Monti”.
Conseguita nel 2011 la Laurea in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, kia ha al suo attivo numerose partecipazioni a mostre collettive, in gallerie, spazi espositivi ed Eventi di Milano, e non. Il suo percorso artistico è oggi nel pieno del suo divenire e riflette la curiosità sperimentatrice di chi, con passione ed umiltà, cerca di esprimere il proprio mondo interiore, avvalendosi di mezzi diversi, ma prediligendo ad oggi la pittura.
Con la sua tesi di laurea, seguita dal docente e critico d’arte Andrea Del Guercio, inizia la sua indagine intorno al tema delle “Umane sospensioni”, avvalendosi di mezzi espressivi differenti, dalla fotografia alla scultura, per giungere, infine, all’individuazione di un proprio codice pittorico con cui rappresentare quella condizione particolare dell’animo, in bilico tra l’attesa e l’ascolto, protesa all’incontro con il mondo esterno e al contempo rivolta alla scoperta del proprio mondo interiore.
kia Ruffato affida le sue emozioni, i suoi pensieri, i suoi sogni e le sue parole alla straordinaria potenza del colore, lasciandosi sedurre dalla sua materia fluida, dalla corposità di una goccia che, densa, scorre lenta ed inesorabile sulla tela, lasciando così una traccia indelebile del suo passaggio, una testimonianza delicata e tenace della propria esistenza, metafora quanto mai efficace della vita umana.
A metà tra il dripping di Pollock e il color field di Rothko, nelle sue tele la casualità delle sgocciolature è equilibrata da campiture più vaste, dove il colore fluisce abbondante e omogeneo, come acqua rigenerante, come pioggia malinconica (sulla finestra di casa).
Diversi sono gli stati d’animo di kia tanti quanti i colori della sua tavolozza: predominanti i toni del blu, declinati dal turchese al verde acqua, poi il rosso, l’ocra, il bianco, per scurirsi e ritrovare poi colore e brio nel più recente ciclo.
Ma il colore non è l’unico protagonista della tela: le opere di kia, infatti, rivelano ben presto uno spirito giocoso, ironico, di chi non ama prendersi troppo sul serio e sa sdrammatizzare di fronte agli imprevisti della vita. Dalla fitta coltre cromatica emergono, così, all’improvviso e in ordine sparso, le parole, o meglio, i giochi di parole, con cui kia declina ed integra il suo linguaggio pittorico: pensieri e interrogativi annidati in qualche angolo della mente e ora lasciati fluttuare sulla tela, offrendo all’osservatore nuovi punti di vista per interpretare la realtà e infiniti spunti di riflessione intorno alla suggestione emotiva del colore.
Altrettanto ironico è il titolo dell’ultimo ciclo pittorico “Monti”, presentato a Carnago, che strizza l’occhio ai ben noti fatti d’attualità. Nelle opere del 2012 la pittura di kia si fa meno eterea e più sostanziale: l’impulsivo espressionismo astratto delle origini manifesta ora la necessità di arrestare la sua corsa e affondare le proprie radici nella tela, dando forma a nuovi paesaggi dell’animo. Certamente sente la responsabilità civile nel farsi portavoce di temi socialmente impegnati e scomodi. Facendo cosa? quel che le piace e trova più naturale per comunicare: dipingere. Lungo la linea di orizzonte, che ha sempre scandito le sue tele, ecco che si staglia, in lontananza, la sagoma di un’imponente montagna: “Terra Ferma!”. Ma questa volta non occorrono parole, non più. A parlare è, come sempre, il colore, che si fa nero, grigio, bruno e poi torna ottimisticamente brioso: si inaugura per kia Ruffato una nuova stagione pittorica.