Francesco Clemente – Emblems and Mountains
Ispirandosi agli irti picchi frastagliati e alle profonde valli delle Dolomiti, con le loro pareti a strapiombo in candido e luminoso calcare, le opere di Clemente sono una riflessione sul fascino misterioso e sacro che le montagne esercitano da millenni sugli uomini.
Comunicato stampa
Lo Studio d'Arte Raffaelli di Trento è lieto di annunciare la mostra di nuovi acquerelli e opere su carta di Francesco Clemente. Ispirandosi agli irti picchi frastagliati e alle profonde valli delle Dolomiti, con le loro pareti a strapiombo in candido e luminoso calcare, le opere di Clemente sono una riflessione sul fascino misterioso e sacro che le montagne esercitano da millenni sugli uomini. La forza naturale presente in questi nuovi lavori risulterà familiare a chiunque conosca questi meravigliosi paesaggi; così come lo sarà il delicato gioco di simboli e miti che ha reso Clemente un poeta fra i pittori.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo riccamente illustrato, con saggi dei noti poeti e studiosi Louise Landes Levi e Charles Stein. Entrambi gli autori sono da sempre allievi di Chögyal Namkhai Norbu, talentuoso insegnante della scuola Dzogchen del Buddismo tibetano, che aprì la sua prima comunità a Napoli negli anni Settanta organizzando incontri ai quali presero spesso parte Francesco e Alba Clemente. I due autori dibattono il lavoro di Clemente dal punto di vista Dzogchen, esplorando i temi della luce, dell’emanazione, della visualizzazione, del sogno lucido e, infine, del vuoto.
Francesco Clemente è nato a Napoli nel 1952. Dopo gli studi di architettura a Roma, si recò in Afghanistan con l’amico Alighiero Boetti. Durante gli anni Settanta ha esposto lavori che riflettevano il suo interesse per le tradizioni contemplative dell’India, dove aveva vissuto diverso tempo. Tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta Clemente fu uno degli artisti internazionali più noti a dare nuovo slancio alla pittura figurativa con la nascita dei movimenti del Neo-espressionismo e della Transavanguardia. Lo stile unico di Clemente coniuga la tradizione dell’immaginario indiano, il Romanticismo di William Blake e degli affreschi del Rinascimento italiano in opere evocative e potenti dalle sfumature cromatiche sensuali. In molti dei suoi lavori si ritrovano riferimenti a simboli non occidentali, miti e spiritualità, astrologia e i quattro elementi, sensualità e sensi oltre a visioni oniriche. Clemente ha preso parte a numerosi progetti di collaborazione, dipingendo con Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol e illuminando la poesia di Robert Creeley, Allen Ginsberg, John Wieners, Rene Ricard e Salman Rushdie. Clemente è membro dell'Accademia Americana delle Arti e delle Lettere, lavora ancora spesso in India e vive a New York con la moglie Alba e i loro quattro figli. Retrospettive ed esaustivi studi sul suo lavoro sono stati commissionati dal Museo Madre di Napoli (2009), il Museo Maxxi di Roma (2006), la Galleria d'Arte Moderna di Bologna (2001), il Guggenheim (New York & Bilbao, 1999/2000), il Philadelphia Museum of Art (1990), la Nationalgalerie di Berlino (1984-85) e numerose altre istituzioni. I suoi lavori fanno parte delle collezioni permanenti di oltre cento musei e gallerie pubbliche fra i quali il Museum of Modern Art di New York, il Guggenheim (New York e Bilbao), il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Centre Georges Pompidou di Parigi, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Kunstmuseum di Basilea.