Gianni Benedetti – L’Arte di fotografare l’Arte
Gianni Benedetti fotografa l’Arte. Da trentacinque anni, quotidianamente. Da quando cioè, ragazzo del Friuli terremotato, documenta la rovina dell’arte. Il lavoro presso il Centro di Catalogazione del FVG ha fatto il resto e oggi sono centinaia di migliaia le opere d’arte fissate dal suo sguardo nel perimetro fermo della fotografia.
Comunicato stampa
In mostra solo trenta brani ma sufficienti per raccontare una professionalità sensibile nel proporre la fotografia non come elemento calligrafico o illustrativo, ma come rilancio d’immagine, come ipotesi aperta e avvincente, sponda per possibili ulteriori letture dell’opera d’arte. Che mai viene “sostituita” nella sua fruizione dalla riproducibilità tecnica, ma viene indagata nella sua profondità di sostanza, così da stimolare nel riguardante domande cui la fotografia non deve bastare, ma al contrario suggerire la volontà di conoscenza diretta. Bendetti dimostra di cogliere immediatamente i dati sensibili delle sue stesse scelte, che mantengono alta l’attenzione verso il valore formale sia dell’opera sia della sua resa. Il tutto nell’incredibile molteplicità di genere dei beni fotografati che certo deriva dalle esigenze documentative preposte al suo specifico professionale, quello cioè di fotografo del Centro di catalogazione dei Beni culturali. Ma osservando con larghezza il lavoro di G.B. ci rendiamo conto di come in questa sua complessiva attenzione, egli abbia accolto l’arte con grande disponibilità e nella sua accezione più ampia. L’autore ha guardato a ogni epoca, a ogni tecnica, a ogni scala senza soluzione di continuità. Ha posto il medesimo impegno in ogni tipologia di bene artistico. Il suo sguardo si è posato sulla vastità del paesaggio quanto sul particolare del reperto archeologico; si è soffermato sul paramento sacro come sull’installazione contemporanea. Ha saputo perdersi in vastità profonde quanto concentrarsi nel pronunciamento di dettaglio; la sua attenzione ha conferito medesima dignità all’opera d’autore, conclamata e perfettamente inserita in un riconosciuto sistema, quanto al bene minore, legato a quella cultura materiale che fuori dal valore di mercato ri-conosce il valore della storia collettiva.
Nella selezione operata per la mostra, si è cercato di offrire un ventaglio d’ipotesi in grado di sostenere la complessità tematica e realizzativa del lavoro di G.B.
In questo senso leggiamo il Tempio vegetale di Giuliano Mauri a Villacaccia di Lestizza, o gli scorci di mostre negli interni della Villa Manin a Passariano; le Sculture contemporanee nello storico parco della Villa quanto la monumentale Danza di Alberto Viani nell’atrio dell’ospedale di Udine, le opere di Miela Reina come i conci di chiave dei portali delle case storiche friulane.
Ma l’esposizione contempla anche la divagazione dello sguardo che, fuori dall’ufficialità e dalla committenza, ha fermato l’attimo fuggente della luce, lo scorcio che una finestra offre sul paesaggio, l’imperfezione del materiale che concorre all’unicità dell’opera d’arte. Si è così creata un’alternativa d’immagine densa di umori imprevedibili e intensamente partecipe della situazione, del luogo, dell’attimo. In questo scarto rispetto all’ufficialità si rileva un atteggiamento vigile, uno sguardo sensibile e rapido, un impulso curioso e determinato nell’affermazione di una propria autorialità. E’ questa una parte della produzione del fotografo che offre apertura ed emozione nuova e che racconta uno sguardo “altrove” in grado di apportare completamento e slancio alla storia fotografica e personale di Gianni Benedetti.
Biografia
Gianni Benedetti nasce a Basiliano (Udine) il 2 giugno 1956.
Frequenta l’Istituto Statale d’Arte “Giovanni Sello” di Udine, dove si diploma nel 1976 nella sezione Grafica pubblicitaria. Nel 1987 è assunto dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal 1994 è impegnato nell’attività di documentazione promossa dal Centro regionale di catalogazione e restauro dei beni culturali con sede a Villa Manin di Passariano. Realizza numerose campagne fotografiche finalizzate alla schedatura delle diverse tipologie di beni: dalle opere d’arte alle architetture, dai materiali etnografici ai reperti archeologici. Cura la formazione dei collaboratori del Centro regionale per gli aspetti inerenti la riproduzione delle immagini.
Ha documentato il lavoro di molti artisti del territorio e collaborato alla realizzazione di cataloghi d’arte. Si segnala anche la sua attività di rilevamento video e fotografico di eventi, mostre e iniziative culturali in ambito regionale.
Vive a Basiliano.