Parádeigma / PhotoReload V

Informazioni Evento

Luogo
ROMBERG ARTE CONTEMPORANEA
Viale Le Corbusier , Latina, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da lunedì a sabato 16/20 (mattina su appuntamento)

Vernissage
09/06/2012

ore 19

Artisti
Miltos Manetas, Robert Gligorov, Dario Molinaro, Isobel Blank, Bruno Marrapodi, Enrico Pitzianti, Alessandro Cacciotti, Alessandro Procaccioli, Dean West
Curatori
Italo Bergantini, Alessandro Trabucco
Generi
fotografia, arte contemporanea, collettiva, new media

Nuovo doppio evento: mostra collettiva Parádeigma e la quinta ed ultima tappa della rassegna PhotoReload.

Comunicato stampa

ROMBERG Arte Contemporanea
PARÁDEIGMA
a cura di Italo Bergantini e Alessandro Trabucco ALESSANDRO CACCIOTTI / BRUNO MARRAPODI / DARIO MOLINARO / ENRICO PITZIANTI / ALESSANDRO PROCACCIOLI /
Presentati da Fabio Appetito / Andrea Lacarpia / Francesca De Filippi / Giangavino Pazzola / Katia Cappellini /
INAUGURAZIONE sabato 9 GIUGNO 2012 ore 19-21 ROMBERG Arte Contemporanea / Viale Le Corbusier 39 - Torre Baccari / 17° Piano / LATINA Periodo: 9 GIUGNO / 31 LUGLIO 2012 orario di galleria: da lunedì a sabato 16/20 (mattina su appuntamento) info: T. e F. +39 0773 604788 – M. + 39 334 7105049 e.mail:[email protected] / sito: www.romberg.it

Il termine, di origine greca, parádeigma, esprime tra i suoi significati le parole “esemplare”, “esempio” e in italiano paradigma vuol dire precisamente “modello di riferimento”, “termine di paragone”. In linea con tale terminologia questa mostra collettiva propone i lavori di cinque artisti italiani, Alessandro Cacciotti, Bruno Marrapodi, Dario Molinaro, Enrico Pitzianti, Alessandro Procaccioli, e vuole prendere come proprio “paradigma” i cinque linguaggi artistici che caratterizzano le specificità delle loro ricerche: scultura, pittura, disegno, installazione e fotografia. Lungi dall’essere una proposta didascalica, l’idea nasce proprio dalla riflessione sulle dinamiche creative che generano le varie cifre stilistiche e le identità delle creazioni estetiche che ne scaturiscono. I punti di riferimento storico-culturali, le eredità del passato, l’osservazione della contemporaneità ed il continuo confronto, linguistico e visivo, messo in atto dalla sempre più capillare diffusione della pratica della “condivisione” di qualsiasi cosa, anche attraverso l’utilizzo dei social network, rendono possibile la realizzazione di stimoli sempre nuovi, o perlomeno l’impossibilità di rimanere isolati in una improbabile torre d’avorio.
E’ interessante soprattutto prestare la giusta attenzione alla continuità storica ed evolutiva di queste tecniche artistiche, grazie e nonostante gli avanzamenti e le innovazioni delle tecnologie, considerandone gli sviluppi e le mutate esigenze concettuali prodotte anche dagli inevitabili e veloci “aggiornamenti” ai quali siamo tutti giornalmente sottoposti.
Il paradigma di cui tratta la mostra non è quindi riferito a riflessioni di tipo filosofico o scientifico e nemmeno si ha la pretesa di presentare punti di vista univoci e categorici, è piuttosto una presa diretta sulle modalità pratiche con le quali l’artista contemporaneo si confronta quotidianamente, quegli aspetti tecnici, formali ed espressivi che costituiscono la struttura e il corpo della propria indagine artistica, e tutto supportato ed avvalorato dalle analisi di cinque critici d’arte, Fabio Appetito, Andrea Lacarpia, Francesca De Filippi, Giangavino Pazzola, Katia Cappellini, ciascuno dei quali si dedica all’approfondimento del lavoro di un artista con una breve presentazione della tecnica che lo rappresenta. Ciò permette una pluralità di letture che non può che arricchire le motivazioni e il dialogo tra linguaggi differenti, mantenendo una visione complessiva che sia comunque, appunto, paradigmatica, impostata sull’analisi oggettiva degli elementi che improntano le singole ricerche, diventando in questo modo dei veri e propri modelli di riferimento universali.

ROOMBERG PROJECT SPACE di ROMBERG ARTE CONTEMPORANEA
PRESENTA
ROBERT GLIGOROV / MILTOS MANETAS / DEAN WEST /
VIDEO DI ISOBEL BLANK
IN PhotoReload V (Digital Natives)
a cura di ITALO BERGANTINI e ALESSANDRO TRABUCCO INAUGURAZIONE SABATO 9 GIUGNO 2012 ORE 19/21
ROOMBERG project space / Viale Le Corbusier 39 - Torre Baccari - ground floor / LATINA
Periodo: 9 GIUGNO / 31 LUGLIO 2012 orario di galleria: lunedì - sabato 16-20 / mattina su appuntamento info: T. e F. +39 0773 604788 – M. +39 334 7105049
e.mail: HYPERLINK "mailto:[email protected]" [email protected] / sito: HYPERLINK "http://www.romberg.it" www.romberg.it
Sabato 9 giugno nello spazio ROOMBERG, al piano terra del grattacielo Baccari, si inaugura Digital Natives, quinta ed ultima tappa della rassegna PhotoReload. La mostra presenta i lavori fotografici di Robert Gligorov, Miltos Manetas, Dean West e alcuni video di Isobel Blank. Col termine “Digital Natives”, “Nativi Digitali”, si indica la generazione nata e cresciuta con le tecnologie digitali, quindi completamente assorbita, nelle proprie attività quotidiane e creative, da esse. Pur riferendosi alla generazione dei nati dalla metà degli anni ’90 in poi, è possibile espandere ed associare questa stessa definizione ad alcuni artisti contemporanei che fanno della elaborazione digitale la loro tecnica principale, elemento imprescindibile e determinante per il risultato finale delle loro opere. Il pensiero creativo, e la sua conseguente messa in opera da parte del “digitale nativo”, è quindi governato da una chiara consapevolezza sulle infinite possibilità offerte da queste nuove tecnologie, tanto da portare agli estremi limiti il concetto stesso di fotografia, non presentando più dinamiche operative di tipo tradizionale ma percorrendo un percorso esecutivo inedito. Robert Gligorov, artista macedone naturalizzato italiano, è conosciuto a livello internazionale per le sue immagini destabilizzanti e forti, frutto di raffinate e a volte complesse elaborazioni digitali. L’intervento sulle immagini è calibrato in modo da apparire dissimulato come realtà esistente, in pratica mimetizzato nel contesto e quindi quasi impossibile da verificare concretamente. Miltos Manetas, greco di origine ma artista globetrotter, è un pioniere del digitale, ideatore di Neen e sperimentatore puro. Neen (neologismo creato da un computer) non è propriamente un gruppo o un movimento, quanto un’attitudine, una sensazione vissuta e condivisa. Manetas ne è l’artefice e la sua attenzione verso le nuove tecnologie si coniuga con la realizzazione di happening e performances coinvolgenti. Dean West, nato in Australia e residente in Canada, realizza eleganti immagini dalle composizioni studiate nei minimi dettagli ed ottenute attraverso un procedimento di pre e post produzione molto accurato. Ma l’aspetto più interessante è l’atmosfera surreale in cui sono immerse le ambientazioni, caratterizzate da una sospensione metafisica e abitate da personaggi che compiono azioni all’apparenza incomprensibili. I video di Isobel Blank, artista italiana, hanno come soggetto principale lei stessa, che si autoriprende in azioni dal forte carattere performativo. La videocamera è elemento di connessione, strumento trasformato dall’artista in una sorta di radar in grado di captarne i sentimenti, le energie e di ritrasmettercele integre, coinvolgendoci in un magico gioco di sguardi e di emozioni visive.
La rassegna, pensata e costruita per ROOMBERG project space, vuole tracciare un percorso omogeneo di ricerca sull’attuale 'stato dell’arte' della fotografia e della videoarte, incentrato soprattutto sul concetto di 'analisi' e di 'ricarica' (Reload - quindi una sorta di 'presa di coscienza') in relazione ad un pensiero digitale che condiziona sempre di più la vita contemporanea. Obiettivo delle 5 mostre è presentare lavori fotografici e video nei quali la presenza dell’elaborazione digitale risulterà essere a volte determinante, ma mai predominante, a volte soltanto pensata ma non attuata, ciò significa che la tecnica adottata da ciascun artista accoglie le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie senza esserne dominata, ottenendo risultati al confine tra il reale e l’immaginario, sino alla sensazione di non riuscire ad individuare la natura originaria dell’immagine stessa.
In collaborazione con Galleria PACK / Milano.