Bert Stern – Marilyn the last sitting
Il Forte di Bard, principale polo culturale della Valle d’Aosta, dedica al mito di Marilyn, in concomitanza con il cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, la mostra “Marilyn, the last sitting. Bert Stern” che porta in Italia gli scatti realizzati da Bert Stern in occasione di quello che è stato l’ultimo servizio fotografico dall’attrice prima della tragica scomparsa avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 1962.
Comunicato stampa
Dolce, selvaggia, vulnerabile, seducente. Così viene comunemente descritta dai biografi Marilyn Monroe, attrice diventata un’intramontabile icona di stile. La sua scomparsa improvvisa l’ha resa immortale consegnando ai posteri l’immagine di una donna splendida, segnata da una vita sofferta e contradditoria. Il Forte di Bard, principale polo culturale della Valle d’Aosta, dedica al mito di Marilyn, in concomitanza con il cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, la mostra “Marilyn, the last sitting. Bert Stern” che porta in Italia gli scatti realizzati da Bert Stern in occasione di quello che è stato l’ultimo servizio fotografico dall’attrice prima della tragica scomparsa avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 1962.
Curata da Olivier Lorquin (Presidente e Direttore Generale del Museo Maillol di Parigi), Isabelle Maeght (Amministratore della Fondazione Marguerite et Aimé Maeght di Saint Paul de Vence) e Gabriele Accornero (Consigliere Delegato del Forte di Bard) con la collaborazione della Galleria Staley Wise di New York, l’esposizione presenta al pubblico, dal 10 giugno al 4 novembre 2012, sessanta fotografie che rappresentano il particolare modo con cui Bert Stern ha guardato e restituito la bellezza di Marilyn Monroe, trasfigurando le sue forme in opera d’arte.
La mostra include alcuni dei più espliciti scatti mai realizzati della diva. Il risultato è la trasformazione della Monroe da icona della pin up girl a Venere del XX secolo. In uno dei testi in catalogo Bertrand Lorquin, curatore del Museo Maillol, evoca i nudi di Botticelli, Rubens, Velazquez, Goya, Ingres e Manet per attribuire alle plastiche curve della Monroe un posto nella storia dell’arte.
Nel 1962 Bert Stern è un fotografo conosciuto per le sue doti di ritrattista: è un cacciatore di icone e riesce a immortalare diverse star del grande schermo. Sull’aereo di ritorno da Roma, dove ha fotografato Liz Taylor sul set di “Cleopatra”, accarezza un sogno, quello di fotografare Marilyn Monroe. Non appena arriva a New York propone a Vogue l’idea di realizzare un reportage di foto sull’attrice che lo stesso Stern definirà “la prima dea dell’amore americana”. La redazione della rivista accetta la proposta con entusiasmo. Gli avvenimenti si susseguono velocemente, Marilyn accetta di posare per lui e il sogno di Stern si realizza. Il fotografo sceglie come set una suite dell’hôtel Bel-Air a Los Angeles. La luce è minima e Bert aspetta Marilyn con inquietudine dal momento che l’attrice è conosciuta per i suoi strani comportamenti e capricci. Dopo cinque ore di ritardo Marilyn si palesa all’albergo e tutto ha inizio. Marilyn accetta di posare nuda e senza trucco. Un rapporto forte e quasi amoroso si instaura tra il fotografo e la sua modella. Lavorano per dodici ore consecutive senza fermarsi. Il risultato è eccezionale, ma le immagini sono troppo osées per Vogue che propone a Stern di fotografarla nuovamente, questa volta, truccata e vestita. Marilyn accetta di posare ancora una volta per Bert Stern. Poi la morte improvvisa, un giorno prima dell’uscita delle foto su Vogue.
Il servizio fotografico completo si compone di 2571 foto, scattate nel corso di tre intense giornate di lavoro. Bert Stern sceglie di pubblicarne uno stretto numero, e una selezione di immagini sempre diversa diviene oggetto di numerose mostre in tutto il mondo.
In questi scatti Marilyn ha catturato definitivamente l’immaginario, non come sex symbol, ma come opera d’arte: meravigliosa, tragica, per sempre 36enne.
Il set
Le foto, che includono alcune delle più esplicite immagini dell’attrice, la mostrano principalmente in tre situazioni: nuda su un letto, mentre scopre le spalle, la schiena e le gambe; mentre tiene in mano una sciarpa di chiffon trasparente davanti al suo petto nudo; mentre si copre il seno con dei fiori di carta. In altre immagini indossa abiti neri da sera o gioca maliziosamente con delle collane.
Se alcune di queste pose avrebbero potuto un tempo essere considerate eccessive (e lo furono tant’è che non vennero pubblicate se non vent’anni dopo la sua morte) oggi paiono familiari. Piuttosto che essere ipnotizzati dalla sensualità viva della Monroe, i visitatori sono invitati a osservare le immagini per quanto rivelano di lei.
“Stava attraversando un brutto periodo per la salute, carriera e uomini” spiega Bert Stern ricordando che Marilyn era appena stata cacciata dal set del film di George Cukor “Something Got to Give”. Stern stava lavorando su incarico di Vogue, ma come cita nel catalogo, aveva sempre sperato di fotografare Marlyn nuda e così portò con sé solo alcune sciarpe di chiffon e pochi gioielli come accessori. L’assistente dell’attrice gli disse di ordinare tre bottiglie di Champagne Dom Perignon. Stern ricorda che era il 22 giugno e, dice lui, nel giro di 15 minuti, lei accettò di posare in topless con le sciarpe. “Abbiamo lavorato dalle 16.30 alle 3 del mattino - ricorda Stern -. Ma poi Vogue decise che la prima sessione era troppo sexy e volevano tornassi 2 o 3 settimane dopo per fare foto di moda. Dopo poco, lei disse: “Sono stufa di fare moda. Possiamo tornare a fare ciò che facemmo il primo giorno?”. “Avvenne quando facemmo le immagini di lei sul letto. Allora era quasi ubriaca”.
Vogue pubblicò otto pagine della seduta di moda il giorno successivo la morte della Monroe; 12 pagine delle immagini di nudo furono pubblicate solo nel 1982. Mentre le immagini di moda sono inevitabilmente formali, i contact sheet degli scatti di Marilyn mentre gioca con le sciarpe di chiffon la mostrano improvvisare senza sosta le sue pose e espressioni. Due immagini di questa serie hanno anche spesse croci di inchiostro ad indicare che lei le aveva scartate. Le immagini a colori sul letto, sono sia più sensuali sia meno rivelatrici: consuma la macchina fotografica con i suoi occhi. E’ in alcuni piani ravvicinati che Marilyn mostra la sua improvvisa vulnerabilità: spesso eyeliner nero e pesante rossetto rosso evidenziano insicurezza; l’accenno di rughe a lato degli occhi sottolinea il trascorrere del tempo. Ancora più d’effetto una cicatrice sullo stomaco, traccia di un intervento alla cistifellea di poche settimane prima.
I visitatori per la prima volta scopriranno Marilyn non come un nome, un’immagine, ma una persona che probabilmente sentiva che questa sarebbe stata la sua ultima occasione per sedurre l'obiettivo, che queste foto erano, a modo loro, la sua fine. In queste immagini Marilyn è la bellezza trionfante ogni momento minacciata da una tragica fragilità; l’incarnazione di tutte le eroine che l'arte ha cercato di divorare attraverso la pittura, la scultura e la fotografia.
Profili
Marilyn Monroe (il vero nome è Norma Jean Baker) nasce il 1° giugno 1926 e Los Angeles. Per la sua carriera folgorante, le sue doti di attrice e cantante, l’indole fragile e tormenta è considerata una delle grandi dive del cinema americano di tutti i tempi e icona di stile. E’ conosciuta principalmente per le sue interpretazioni in A qualcuno piace caldo - per cui vinse il Golden Globe come Migliore Attrice in un film o commedia musicale -, Il principe e la ballerina (per cui verrà premiata con il David di Donatello da Anna Magnani) Gli uomini preferiscono le bionde, Fermata d’autobus, Quando la moglie è in vacanza e Gli spostati. Il suo mito è dovuto, oltre che al suo fascino indiscutibile, al suo talento artistico: Marilyn non era solo il ‘sogno proibito d’America’, ma anche una bravissima attrice. Il fascino che emanava dal grande schermo o dalle copertine ha contribuito a farne un sex symbol fuori da ogni tempo; la sua esistenza, per molti aspetti tormentata e sofferta, e culminata in una morte prematuramente tragica quanto misteriosa, l’ha resa una vera e propria icona della cultura pop di tutti i tempi.
Bert Stern nasce a Brooklyn il 3 ottobre 1929. Inizia giovanissimo a lavorare come fotografo pubblicitario, ma è la rivista ‘Vogue’ che lo lancia nel mondo della moda e dei divi di Hollywood. Nel 1962, infatti, riceve da ‘Vogue’ l’incarico di fotografare Marilyn Monroe. Quegli scatti, realizzati in una suite dell’hôtel Bel-Air di Los Angeles, nell’arco di tre giorni, di cui la rivista acquisterà solo 8 fotografie, segneranno la futura carriera di Bert Stern. Marilyn Monroe morirà infatti poche settimane dopo quel servizio fotografico. Il libro completo “Marilyn Monroe. The Complete Last Sitting”, pubblicato in seguito dallo stesso Stern, contiene quelli che sono considerati gli ultimi scatti dell’attrice in vita.