Francesca Bellussi – Records in the city
Mostra personale
Comunicato stampa
I viaggi di Francesca e il Kaus E ora che ne sarà del mio viaggio? Troppo accuratamente l’ho studiato senza saperne nulla. Un imprevisto è la sola speranza. Ma mi dicono ch’è una stoltezza dirselo Eugenio Montale da “ Prima del viaggio” La Bellussi da buona veneta non ha mai pace. Il viaggio caratterizza la sua vita e la sua attività artistica. Le opere in mostra sono state ideate e realizzate in una delle tappe più importanti del suo pellegrinare ovvero il viaggio nella città polacca di Lodz. Inserita in un programma di collaborazione artistica tra noi e la locale Accademia di Belle Arti e riuscendo in seguito ad ottenere una borsa di studio ministeriale, ha potuto risiedere nel 2009 in terra polacca per ben otto mesi. In tal periodo ha avuto l’opportunità di lavorare in un ambiente artistico tra i più dinamici in Europa; poter incidere insieme a Andrzej Bartczak, Dariusz Kaca, Krzysztof Wawrzyniak ovvero con alcuni dei maestri più rappresentativi della scuola polacca di incisione famosa in tutto il mondo, ha contribuito non poco alla sua maturità. Nella città polacca ha voluto realizzare un lavoro di ricerca che ognuno dovrebbe fare quando viaggia e viene ospitato in terra straniera: una lettura personalizzata del luogo. Questo tipo di lavoro ha due valenze importanti: la prima riguarda l’autore stesso che è sollecitato ad approfondire - tramite una ricognizione urbana, architettonica e di vita quotidiana- un rapporto con la realtà presente che permette di superare l’immediata istintività di giudizio superficiale e svela delle profondità e degli insegnamenti utili alla propria ricerca artistica e umana. Un secondo vantaggio lo ottiene chi risiede perché tramite le opere degli artisti stranieri ha l’opportunità di vedere le cose abitualmente viste come palazzi, vie, persone, paesaggi urbani e naturali in modo nuovo con i loro ritmi, colori e segni rivalorizzando quello che una noiosa normalità tende a nascondere ai propri occhi e sentimenti. Così si possono leggere queste sue incisioni apparentemente astratte, ma l’astrazione non esiste, c’è sempre un punto originale da cui l’artista trae ispirazione e in questo caso per l’artista veneta è la città di Lodz. Francesca Bellussi ha avuto un ruolo importante nella storia del centro internazionale per l’incisione artistica Kaus Urbino. Proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Bologna ha scelto l’ISIA di Urbino per i due anni di specialistica e qui, oltre che fare una bella esperienza didattica, ha scoperto il Centro Kaus situato proprio all’interno del quattrocentesco monastero di S. Chiara sede dell’ISIA. La Bellussi è stata la prima di tanti studenti del prestigioso istituto urbinate di graphic design che si è avvicinata al nostro laboratorio chiedendolo di usarlo. Da lì son nate molte delle sue incisioni e una collaborazione che l’ha vista protagonista in molte delle attività da noi intraprese. In particolare voglio ricordare un libro d’artista che si è perfettamente inserito in una nostra stagione artistica caratterizzata da una febbre libraria che ha portato più di 50 artisti di ogni parte del mondo a progettare e realizzare un proprio libro inciso. La sua opera libro dal titolo “ Come la vita…” racconta uno dei suoi numerosi viaggi sul treno Bologna - Ancona con fermata stazione di Pesaro. Sono degli appunti di viaggio che sotto forma di immagini realizzate in incisione, disegno e calligrafia ci ritornano freschi come vissuti da ognuno di noi. Il suo coinvolgimento con il Kaus è proseguito ricoprendo il ruolo di assistente in occasione dei corsi estivi internazionali d’incisione che ogni estate vede arrivare a Urbino docenti e allievi di ogni parte del mondo. La Bellussi è anche una geniale progettista grafica. Recentemente ho affidato a lei il compito di progettare il libro sul decennale del Kaus. Avevo un piccolo sogno: quello di veder stampato un libro che raccontasse in modo adeguato la nostra storia. Il suo mondo creativo è vicino al mio modo di pensare come le cose mai ferme e standardizzate, ma sempre bisognose di muoversi. Con grande professionalità e creatività ha progettato il volume del decennale resistendo alle molte discussioni sempre comunque tese a migliorare il lavoro, così che dopo un relativamente breve periodo di gestazione, il mio sogno iniziale ha preso forma, anzi stampa. Il libro così impaginato ridona quella atmosfera artistica e umana che ha percorso il laboratorio in questi anni riassumendo in tal modo tutte le nostre intenzioni originali. Non posso sapere come continuerà il suo viaggio, ma come amico le dedico la poesia di Eugenio Montale citata in apertura, affinché la Bellussi sia sempre aperta ad accogliere l’imprevisto contenuto in ogni viaggio e scoprire, facendolo suo, il vantaggio che ne consegue, così che tornando ogni volta a casa, possa vedere le cose non come una illusione senza senso, ma in modo reale e consistente. Un po' come accade a me guardando ogni giorno il paesaggio che mi si presenta dalle antiche mura della mia città e scoprire sempre qualcosa di nuovo: un colore, un filare di alberi all’orizzonte, una ferita della terra, una forma collinare diversa…
Giuliano Santini Presidente Kaus Urbino