In Limine
La mostra che da’ avvio alla stagione più attesa per il Museo Omero nella nuova sede. La già importante collezione permanente si arricchirà di ulteriori nuove acquisizioni di opere. Si tratta di alcuni tra i maggiori maestri dell’arte moderna e contemporanea.
Comunicato stampa
Venerdì 15 giugno, ore 17, alla Mole Vanvitelliana di Ancona si inaugura “in_limine”, la mostra che da’ avvio alla stagione più attesa per il Museo Omero nella nuova sede.
La già importante collezione permanente si arricchirà di ulteriori nuove acquisizioni di opere. Si tratta di alcuni tra i maggiori maestri dell’arte moderna e contemporanea quali Marino Marini, Arturo Martini, Giorgio De Chirico, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Floriano Bodini ed altri. Di ogni “grande” sì è cercato di individuare un’opera rappresentativa della sua evoluzione artistica. E così, solo per citare alcuni dei pezzi acquisiti, per de Chirico ci saranno un'opera del secondo periodo metafisico, i Manichini Coloniali, ed una legata all'influenza barocca e rubensiana post anni quaranta, il Cavallo e Palafreniere. Mentre per Arnaldo Pomodoro si tratta de lo Studio di Rotante Massimo, opera di piccole dimensioni, ma significativa in quanto tra i primi esemplari di quel nuovo linguaggio plastico basato sull'uso di sottili corrispondenze tra semplici componenti geometrici. “In_limine” è però soprattutto un confronto tra la scultura moderna e quella classica, in quanto le nuove acquisizioni saranno collocate, attraverso un percorso tattile, in modo da dialogare con alcuni dei capolavori antichi e rinascimentali, tra i quali il grande Mosè michelangiolesco che viene presentato per la prima volta dal Museo Omero.
A proporre e a far meglio comprendere la bellezza di questo itinerario espositivo, che si snoda in modo particolarmente emozionale nella sala Boxe della Mole, sarà Silvia Cuppini che illustrerà le nuove opere acquisite dal Museo e la loro stretta correlazione con la collezione di arte plastica .
“In_limine” è una mostra che consente in modo totale di continuare a infrangere quel tabù che vieta il contatto della mano con l’arte, riconfermando questa volta negli spazi vanvitelliani la missione del Museo Omero.