Giorgio Riva – Scolpire la luce
In due luoghi suggestivi sulle colline lecchesi si apre il 21 giugno Scolpire la luce: un’ampia retrospettiva di tutta l’opera di Giorgio Riva, artista che usa da sempre un linguaggio polisemico per muoversi tra scultura, informatica e musica.
Comunicato stampa
GIORGIO RIVA
SCOLPIRE LA LUCE
Giugno – Settembre 2012
clip_image002
Giovedì 21 giugno, ore 20.00
Inaugurazione del complesso delle Sculture luminose
Villa Tre Tetti, Parco di Montevecchia
via Belvedere 39, Sirtori
Domenica 24 giugno, ore 15,00
Apertura della rassegna retrospettiva
Villa Greppi
via Monte Grappa 12, Monticello Brianza
Sabato 7 luglio, ore 21,30
Proiezione dell’opera video-acustica
A Quattro mani
Villa Greppi
Catalogo illustrato a cura di Flaminio Gualdoni,
con testi di Edi Minguzzi e Giorgio Riva
In due luoghi suggestivi sulle colline lecchesi si apre il 21 giugno Scolpire la luce: un’ampia retrospettiva di tutta l’opera di Giorgio Riva, artista che usa da sempre un linguaggio polisemico per muoversi tra scultura, informatica e musica.
Le più recenti Sculture luminose hanno trovato la loro naturale collocazione presso Villa Tre Tetti a Sirtori ed è lì che possono essere ammirate a partire dall’ora del crepuscolo.
Nel Granaio di Villa Greppi invece sono esposte tutte le opere precedenti: i Foglio-plasma, gli Xilo-plasma, e le opere grafiche.
Il complesso di Sculture luminose che negli anni Giorgio Riva ha installato sui terrazzi, nel giardino e nei boschi di Villa Tre Tetti a Sirtori è cosi intimamente legato alla natura circostante, alle quinte architettoniche e agli scorci che si aprono sul panorama, da risultare in sé un’opera d’assieme, dentro la quale si cammina modulando il passo sul ritmo delle emozioni.
Le componenti materiche di questa 'Opera-ambiente' presentano un'ulteriore evoluzione del linguaggio polisemico che già caratterizzava l'arte dell'autore: vista e udito, spazio e tempo, luci e buio notturno si intrecciano qui in una sintonia globale sull'onda dei suoni musicali che nascono nel bosco e muovendosi tra le sculture entrano in contrappunto con le immagini.
Il catalogo, a cura di Flaminio Gualdoni, fornisce chiavi interessanti. Riva opera - scrive Gualdoni - “come un antico artifex, con padronanza diretta, personale di strumenti e processi”, il che è “garanzia primaria della condizione d’inventare, di trascendere il saputo verso i territori inesplorati”. Riesce così a implicare “la percezione fisica tutta del fruitore, una sorta di pienezza sensoriale imparentata senza arroganze con la suggestione e la memoria dell’opera d’arte totale”.
Il saggio di Edi Minguzzi richiama le “radici del linguaggio polisemico” di Giorgio Riva e le principali tappe del suo percorso artistico, anche alla luce delle interpretazioni dei critici e de-gli storici dell’arte che si sono interessati alla sua opera, quali Marisa Dalai Emiliani, Vittorio Fagone, Floriano De Santis, Alberico Sala, Paolo Vagheggi e tanti altri.
A queste "radici polisemiche" è dedicata la rassegna retrospettiva ospitata nel Granaio di Villa Greppi, dove sono esposti vari esemplari delle produzioni precedenti: Foglio-plasma, basso-rilievi che si collocano sul confine tra pittura e scultura, Xilo-plasma, bassorilievi scolpiti con getti di sabbia sulle venature del legno, e opere grafiche (stampe numerate e disegni).
Corollario significativo della retrospettiva sarà, sempre a Villa Greppi, la proiezione di A quattro mani, dialogo video-acustico composto con Francesco Rampichini e presentato alla Triennale di Milano nel 2009.
Giorgio Antonio Riva nasce a Milano nel 1933. Nel ‘53 conclude gli studi classici e nel ‘59 si laurea in architettura al Politecnico di Milano, dove diventa assistente di Ernesto N. Rogers. Seguono anni dedicati a studi interdisciplinari e a progetti di architettura, ma anche a intense ricerche di pittura e scultura che sfoceranno nei Foglio-plasma, bassorilievi colorati dalle molteplici fisionomie. Nell’88, in polemica con le teorie linguistiche di R. Barthes, pubblica il romanzo-saggio “Chiamami oriente!” E’ del ’92 il primo approccio con il linguaggio digitale, ma già nella personale del ‘96 al Museo milanese della Permanente un’intera sezione è dedicata alla pittura elettronica. Le Info-grafie, stampe numerate tratte da matrici informatiche, sono esposte per la prima volta nel ‘98 nelle ampie mostre di Madrid e Siviglia. Nel ‘99 presenta a Brera il Cd-Rom Dedicato a Piero, ricostruzione cromatica e geometrico-prospettica del Polittico agostiniano di Piero della Francesca, realizzata su incarico del Museo Poldi Pezzoli. Tra il 2000 e il 2002 escono i Cd Info-plasma, Sei lezioni politecniche e Al di là dell’opposizione binaria, nei quali presenta dieci “file metamorfici” e una selezione di lezioni tratte dal corso che tiene presso il Politecnico di Milano. E’ del 2005 Confini?, mostra delle prime Luminose. Nel 2009 viene pubblicata A quattro mani, l’opera video-acustica composta assieme a Francesco Rampichini.
Un tratto saliente: Giorgio Riva non fa commercio dei suoi dipinti e delle sue sculture.