Andrea Pazienza – A tutto Paz
La Little Nemo Art Gallery presenta, in esposizione e vendita, tavole originali, illustrazioni e dipinti di Andrea Pazienza. Una mostra che ricostruisce l’iter artistico del grande Paz attraverso piccoli disegni, graffianti illustrazioni satiriche, grandi pennarelli e opere pittoriche. Dal bianco e nero al colore, tutte le declinazioni di Andrea Pazienza, artista assoluto.
Comunicato stampa
La Little Nemo Art Gallery presenta, in esposizione e vendita, tavole originali, illustrazioni e dipinti di Andrea Pazienza.
Una mostra che ricostruisce l’iter artistico del grande Paz attraverso piccoli disegni, graffianti illustrazioni satiriche, grandi pennarelli e opere pittoriche. Dal bianco e nero al colore, tutte le declinazioni di Andrea Pazienza, artista assoluto.
Il curatore
«Mi chiamo Andrea Michele Vincenzo Ciro Pazienza. […] Ho la patente da sei anni ma non ho la macchina. Quando mi serve, uso quella di mia madre, una Renault 5 verde. Dal ’76 pubblico su alcune riviste. Disegno poco e controvoglia. Sono comproprietario del mensile “Frigidaire”. Mio padre, anche lui svogliatissimo, è il più notevole acquarellista ch’io conosca. Io sono il più bravo disegnatore vivente. Amo gli animali ma non sopporto accudirli. Morirò il sei gennaio 1984». Andrea Pazienza, “Paese sera”, 4 gennaio 1981.
«Arrangia dei successi pazzeschi fino ai ventitré ventiquattro, sempre nel campo delle belle arti, con minimo sforzo, ma quando la famiglia cessa di mantenerlo prima a Pescara, poi a Bologna, si rimbocca le maniche e si compromette definitivamente» Andrea Pazienza, Zark! Le tavole narranti, Del Grifo, 1985.
«Da Pazienza in poi, come era successo in Francia per Moebius, il fumetto non sarà più la stessa cosa, non sarà più fumetto, ma arte». Giacinto di Pietrantonio, “Flashart”, luglio 2010.
«Incredibilmente diversi nello stile, i personaggi di Pazienza vivono infinite istanze psicologiche. Non a caso, quando negli Anni Ottanta il fenomeno Paz diventava costume di un’epoca, la stessa raccontata da Pier Vittorio Tondelli nel suo Weekend Postmoderno, i critici definivano la sua una “poetica traboccante”. Ed è lo stesso Pazienza a spiegare il suo stile funambolico, diseguale, eppure sempre così “Pazienza”: sia che usi due linee di un grosso pennarello o che lasci cadere macchie di china, sia che utilizza tratti certosini o una matita grassa che è solo contorno. Ogni storia, ci insegna Paz, deve avere il suo segno. Si tratta di scovare il personaggio che già abita dentro la sua stanza: è questione di vedere tutti gli elementi dell’arredo e di sapere costruire la storia inscritta nell’ambiente che li contiene». Luca Beatrice, presentazione del Manuale di zoologia Pazzesca, Edizioni Little Nemo, 2011.
«Quando Andrea Pazienza disegnava gli animali era uno di loro: astuto come un lupo, agile come un felino, leggero in volo come un gabbiano, elegante come un cavallo, buffo come un castoro, irresistibile come un paperotto. Ma se devo essere ancora più preciso, Paz s’immedesimava a tal punto con l’animale che disegnava che era come se in quel momento facesse un autoritratto. Non c’è un solo disegno di questo meraviglioso Bestiario che sia privo di espressione, come sono in genere le tavole che accompagnano i libri di scienza. Al contrario Andrea in ogni illustrazione animalesca ha fermato un carattere, un sentimento, un sorriso, un ghigno, un’emozione. Era un appassionato di animali, ne conosceva tanti e bene, al punto che spesso li disegnava a memoria, fin nei minimi particolari. Mi ricordo una mattina a Foggia dopo una nottata allegra e tempestosa passata in bianco, tornando in albergo trovammo un bambino e cominciò una sfida fantastica. Il bambino gli diceva il nome di un animale e Andrea lo disegnava più veloce della luce sul suo quadernino. La cosa andò avanti per un’ora, alla fine il quadernino era pieno di disegni preziosi e il bambino insisteva perché il gioco non finisse mai. Un po’ come accade con questo Bestiario, in ogni pagina c’è un animale che ci aspetta o meglio c’è Paz che ci aspetta e in ogni disegno c’è una storia da immaginare con quello che rimane di questi tempi della nostra fantasia». Vincenzo Mollica, introduzione a Andrea Pazienza – Bestiario, Little Nemo, 2012.
« […] universi interi in 4 tratti di matita, l’indispensabile urgenza di una bellezza allo stato brado, azzardo e gioco, facce buffe dal morire dal ridere, sensualità carnale, fasce muscolari che sanno di velocità, di sole, di potenza e di gioia, una naturale semplice inderogabile eleganza, la poesia, il genio, il talento, l’audacia e lo smarrimento di chi vede le cose prima di tutti gli altri, la folle purezza delle idee, questo sei tu, caro Andrea, ancora di più in un momento come questo, circondati come siamo da ben altre “bestie”! Bestie ignoranti, feroci, stupide, ottusamente incapaci di qualsiasi impulso di compassione o di una qualche scintilla di rimorso per lo scempio indiscriminato contro l’Arte, contro la Bellezza, contro la cultura di cui si rendono quotidianamente protagonisti!» dedica di Lello Arena in Andrea Pazienza – Bestiario, Little Nemo, 2012