Eliseo Mattiacci – Sette corpi di energia dal bosco
La mostra Sette corpi di energia dal bosco è incentrata sull’opera Sette corpi di energia (1973) di Eliseo Mattiacci ed esposta per la prima volta presso la galleria Alexander Jolas di Milano.
Comunicato stampa
Dopo aver ospitato le mostre personali di Enzo Cucchi, Ettore Spalletti, Mario Merz, Giulio Paolini e Jannis Kounellis, l’arte contemporanea torna nel Convento dei Servi di Maria di Monteciccardo con il quinto appuntamento di MEMORIALE DAL CONVENTO, dedicato ad ELISEO MATTIACCI.
Il titolo del ciclo, tratto dal un celebre romanzo dello scrittore portoghese Josè Saramago, sottolinea la particolare natura del luogo che ospita la mostra: un convento del Seicento immerso nel paesaggio marchigiano.
La mostra Sette corpi di energia dal bosco è incentrata sull’opera Sette corpi di energia (1973) di Eliseo Mattiacci ed esposta per la prima volta presso la galleria Alexander Jolas di Milano.
L’opera si ispira all’energia primordiale della natura, interpretata dall’artista attraverso sette calchi in fusione di alluminio di anime di quercia private della corteccia e posizionati al centro della sala più ampia del convento.
Sulla sommità di uno dei tronchi Mattiacci ha posizionato la scultura di Xochipilli, il dio dei fiori e della fertilità della civiltà azteca.
Insieme alla scultura sono esposti tre disegni realizzati nel 1973 che vi fanno riferimento.
Nelle altre stanze del convento l’artista presenta i disegni Intermittenza del tempo all’estremità dei poli del 1987 e Opera nel bosco in riferimento ad un’opera da realizzare.
“Il percorso della mostra mi è stato suggerito dalla posizione del conventino -dichiara Mattiacci- un luogo silenzioso e isolato tra le colline dell’entroterra pesarese, che mi è parso particolarmente adatto per presentare un’opera che non viene esposta da molto tempo”.
Note biografiche
Nato a Cagli nel 1940, si trasferisce a Roma del ’64. E’ stato partecipe del rinnovamento dell’arte contemporanea alla fine degli anni Sessanta. Nel 1967 Mattiacci esordisce con la prima mostra personale a Roma alla galleria La Tartaruga, presentando un tubo flessibile di 150 metri in ferro nichelato verniciato giallo “Agip” che modifica lo spazio e invita il pubblico a modificarlo. In quegli anni si sentiva la necessità di spazi reali per l’arte contemporanea, che permettessero maggiore libertà di azione. La galleria L’Attico-garage di Fabio Sargentini segna un punto di svolta: Mattiacci nel ’69 ci entra dentro con un compressore a schiacciare un percorso di terra pozzolana. In occasione della biennale di Parigi del ’67, Pino Pascali presenta a Mattiacci il gallerista e mercante d’arte Alexandre Jolas: nasce così la possibilità di esporre il proprio lavoro fuori dall’Italia, come a Parigi e New York. Negli anni Ottanta la ricerca di Mattiacci si volge ad opere di ispirazione cosmico-astronomica: sono di questi anni i lavori “Alta tensione astronomica” del 1984, installata a Monaco, ed il “Carro solare del Montefeltro”. Quest’ultima assieme ad altre opere è allestita nella sua sala personale alla Biennale di Venezia nel 1988. Il lavoro di Mattiacci si concentra su energie fisiche visibili e invisibili come l’attrazione magnetica di grandi calamite e l’idea di togliere peso ai materiali metallici pesanti in se’. Una mostra fortemente legata a questa ricerca è quella allestita all’interno dei Mercati di Traiano a Roma nel 2001. Tra i premi ricevuti, il primo premio della biennale Fujisankei Hokone Open Air Museum, a Tokyo nel 1995, ed il premio per la scultura Antonio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei, a Roma nel 2008.