Silicio
Le forme non permangono. Un percorso lungo l’opera di cinque artisti per riflettere sull’ambizione costruttiva dell’uomo.
Comunicato stampa
Allestimento: Arch. Carlo Scagnelli
Coordinamento: Lorenza Berzieri
In controtendenza rispetto alla politica della maggior parte delle Gallerie, che prevede lunghissime chiusure estive o l’allestimento di mostre molto spesso leggére fino all’insignificanza, Biffi Arte inaugura il 12 luglio un’esibizione concettualmente innovativa. Che si avvale – come immagine guida – di una pagina del taccuino di Dmitri Mendeleev in cui il grande scienziato abbozza quella che sarebbe divenuta la Tavola periodica degli elementi: un documento che appartiene alla prestigiosa Oesper Collection della University of Cincinnati.
Silicio le forme non permangono, è, in sostanza, un percorso lungo l’opera di cinque artisti che conduce il visitatore a porsi molte domande sull’ambizione costruttiva dell’uomo. Il silicio è il secondo elemento più comune della crosta terrestre, ed è stato qui preso a simbolo dell’inesauribilità della materia cui l’uomo può attingere nella sua frenesia di azione, edificazione e comunicazione. L’esibizione accomuna nel proprio percorso sia un’arte informale sia opere di figurazione, quasi a suggerire il dubbio che tale suddivisione abbia poca ragione d’essere, essendo ben più sostanziale, nell’uomo che fa, che fabbrica, che crea, una comune illusione di governare con le proprie mani e il proprio pensiero quell’incommensurabile quantità di materia che è il mondo. Una mostra sicuramente connotata da una semplicità quasi religiosa dell’apparato e da un suggestivo superamento di categorie artistiche fin qui credute, se non veritiere, utili.
Kira De Pellegrin
Di questa artista italo-tedesca nata nel 1972 esponiamo quattro WHITES ON STEEL, opere di enorme impatto prelogico nelle quali al gesto pittorico riesce – come ha scritto Alessandra Santin – di ribadire la relazione possibile tra mistero e realtà concreta.
Giustino De Santis
Nato in Abruzzo nel 1942 ma da tempo residente a Roma, l’artista ha raggiunto ragguardevoli risultati formali in una sintesi assai personale di vitalità e astrazione. In mostra sono proposti cinque lavori di grande formato che danno piena evidenza alla verità delle parole usate da Duccio Trombadori: I suoi moduli formali sono pur sempre fattori visivi che danno sfogo al furore fantastico proiettato ad assumere esteticamente il principio originario della conoscenza.
Franca Dioli
Di questa cultrice delle danze liberatorie e pittrice parca nell’espressione e non ostensiva, nata a Piacenza nel 1963, esponiamo due tele del periodo modenese e proiettiamo un video di inquietante drammaticità, in cui al corpo umano è consentita l’audacia di esprimere l’impossibilità di addivenire ad una forma definitiva.
Aoi Hasegawa
Nata a Lafayette nel 1974, Hasegawa è stata a lungo scenografa di importanti trasmissioni televisive giapponesi, per poi trasferirsi a Milano, dove svolge l’attività di docente. Appositamente per questa mostra ha allestito un GIARDINO INFINITO che realizza un compito difficilissimo nella postmodernità: quello di palesare il sacro nell’inconsistenza della realtà.
Pietro Olivieri
Romano da una vita, ma nato a Sorrento nel 1967, l’artista ha fondato l’En-sablismo, un movimento pittorico che intende sottrarre la superficie del quadro alla sua piatta neutralità per conferirle un sostrato siliceo, attinto anche alle più remote latitudini, che sappia riecheggiare matericamente le origini del mondo. In mostra esponiamo suoi lavori appartenenti al filone più elegantemente vicino alla tradizione della pittura muraria romana.