Michelangelo Galliani
Un viaggio tra marmo, cera e piombo, materie nobili della grande scultura figurativa. Un’opera in ogni sala del Piano Nobile, senza che nulla sia stato toccato tra le magnifiche stanze di un appartamento da poco restaurato. La scultura diventa una scommessa iconografica tra memoria e futuro.
Comunicato stampa
A cinquant’anni dalla grande mostra Sculture nella città, curata nel 1962 da Giovanni Carandente, +50 SCULTURE IN CITTÀ celebra la scultura contemporanea attraverso le opere di più di 50 artisti italiani che si dislocano tra Palazzo Collicola Arti Visive e vari luoghi della città. Presso Palazzo Collicola tre grandi mostre personali, diversi progetti speciali, oltre al nuovissimo Collicolab (spazio aperto a giovani artisti, associazioni culturali, fondazioni, realtà individuali). Per le vie di Spoleto, in altri musei e sedi istituzionali si sviluppano tre mappature: una prima di taglio contemporaneo in cui più di 50 artisti hanno collocato le loro opere scultoree nei luoghi più affascinanti della Spoleto storica. Una seconda, di carattere storico, dedicata al riposizionamento di alcune opere del 1962 nei luoghi d'origine, oltre alla creazione di un archivio coi materiali storici del progetto; una terza, sempre di carattere storico, che prenderà forma il prossimo autunno, grazie a una serie di totem che testimonieranno, attraverso immagini fotografiche del 1962, la collocazione delle opere della prima mostra.
1962 . SCULTURE NELLA CITTÀ fu un avvenimento unico e scardinante, qualcosa in più di una semplice mostra, possiamo dire il primo evento globale che relazionò una città ad alto valore storico con le visioni dei più grandi scultori del Dopoguerra.
2012 . +50 SCULTURE IN CITTÀ vuole conservare la memoria e riflettere sulle nuove formule espressive della scultura contemporanea. Un evento germinativo che si sviluppa tra Palazzo Collicola e la zona storica di Spoleto, secondo una ramificazione virale dei progetti, realizzati da alcuni tra i più interessanti scultori del panorama italiano.
Cinquant’anni fa prevalse la cultura della fusione e delle leghe pesanti, secondo una concezione elaborativa che esprimeva nel ferro la sua natura primordiale e al contempo avanzata. Oggi sono cambiati i codici figurativi ma anche i materiali, le tecniche d’esecuzione, i modi di integrarsi o reagire nel contesto urbano. Diminuiscono le simbologie astratte e crescono i legami con la città viva, il corpo mutante, gli oggetti tecnologici. Diminuiscono (ma non scompaiono) le antiche tecniche elaborative a favore di un approccio eterogeneo, in dialogo con il progresso dei nuovi materiali e delle gigantesche possibilità tecniche.
La forza del nuovo progetto sta proprio nella sua doppia natura: da una parte la scultura come atto innovativo, esperimento sul presente, volume aperto; dall’altra il forte rispetto per la memoria storica, reso evidente da autori che lavorano il marmo, il gesso o la cera con raffinata sapienza “classica”, adattando la memoria alle storie del nostro tempo digitale.
+50 è una “mostra diffusa” che mappa la città e diventa un percorso a tappe tra interni ed esterni, visibilità e nascondimento, tra l’impatto figurativo e le molteplici chiavi narrative. Una “caccia ai tesori” dove vince sempre l’opera coi suoi codici e le sue infinite nature sentimentali.
“Creare una dimensione riconoscibile del museo” secondo le parole di Gianluca Marziani, direttore artistico di Palazzo Collicola “non seguendo passivamente le tendenze dell’art system ma proponendo figure da sostenere, lanciare o riscoprire, il tutto su una base di maturità e rigore progettuale, che si tratti di giovani autori o di figure con lunghi trascorsi. L’identità di un museo si crea nel dialogo costante tra le esigenze territoriali e la personalità curatoriale, bilanciando la storia con il coraggio delle scelte, la certezza dei grandi nomi con la scommessa su autori che altri hanno trascurato o non scovato. Crescono a Palazzo Collicola le presenze di giganti internazionali al fianco di giovani proposte”.
Palazzo Collicola Arti Visive è sede del Museo Carandente e della collezione che Giovanni Carandente ha costituito con dedizione e passione, documentando non solo le vicende artistiche spoletine, i grandi sogni progettuali (Sculture nella città), gli appuntamenti fissi (Premio Spoleto, Festival dei Due Mondi), il Gruppo di Spoleto, fino al legame speciale con Leoncillo Leonardi, il più importante tra gli artisti di Spoleto, ma anche le ricerche dei maestri italiani e internazionali. Della Collezione fanno parte opere di artisti come: Afro Basaldella, Leoncillo Leonardi, Alberto Burri, Pietro Consagra, Alexander Calder, Isamu Noguchi, Sol LeWitt, Richard Serra, James Turrell, Robin Heidi Kennedy. Palazzo Collicola comprende: l'Appartamento Nobile, la Biblioteca Giovanni Carandente, Terminal Collicola (dedicato ai nuovi arrivi della Collezione), Collicola Caffé (con un'installazione di Veronica Montanino e arredi ARTWO), il Bookshop, e propone attività didattiche per ragazzi e scuole.