Ufo story

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO PER L'ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Viale Della Repubblica 277, Prato, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni 10-19, chiuso martedì

Vernissage
29/09/2012

ore 18

Contatti
Email: info@centroartepecci.prato.it
Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Progetto speciale
Prodotto dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato

Promosso da Regione Toscana e Comune di Prato
In collaborazione con Archivio Lapo Binazzi - UFO, Firenze
Con il supporto di Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e Collezione Carlo Palli

Generi
architettura, design, arte contemporanea, performance - happening

Un libro pubblicato dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e una mostra realizzata nell’area Lounge/Project al piano terra del museo di Prato raccontano per la prima volta la Storia degli UFO, gruppo d’avanguardia “radicale” a Firenze tra architettura, azione, arte, design e comunicazione.

Comunicato stampa

UFO STORY / STORIA DEGLI UFO
IN VIAGGIO PER "LA RICOSTRUZIONE RADICALE DELL'UNIVERSO"

Progetto speciale
Prodotto dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato

Promosso da Regione Toscana e Comune di Prato
In collaborazione con Archivio Lapo Binazzi - UFO, Firenze
Con il supporto di Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e Collezione Carlo Palli

Mostra e catalogo a cura di Stefano Pezzato
Coordinamento mostra e allestimento di Antonio Bindi e Raffaele Di Vaia
Ricerche d'archivio di Barbara Saura
Progetto grafico di Fabiana Bonucci Studio, Firenze
Segreteria organizzativa di Donatella Sermattei
Ufficio stampa e comunicazione di Silvia Bacci e Ivan Aiazzi

Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277 - Prato
Inaugurazione sabato 29.9.2012, ore 18
Apertura dal 30.9.2012 al 3.2.2013
Ingresso libero tutti i giorni 10-19, chiuso martedì
Info www.centropecci.it

Un libro pubblicato dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci e una mostra realizzata nell'area Lounge/Project al piano terra del museo di Prato raccontano per la prima volta la Storia degli UFO, gruppo d'avanguardia "radicale" a Firenze tra architettura, azione, arte, design e comunicazione.
I materiali riuniti insieme nel volume monografico e nel progetto espositivo del Centro Pecci, aperto al pubblico dal 30.9.2012 al 3.2.2013 (ingresso libero tutti i giorni 10-19, chiuso martedì), rappresentano le tracce di una storia lunga quasi mezzo secolo, vissuta e giocata dal 1967 al 2012 dal gruppo degli UFO, raccolti nell'Archivio Lapo Binazzi - UFO di Firenze e in parte conservati dal Centro Pecci, in comodato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.
Le ricerche d'archivio e la selezione dei materiali per il libro e per la mostra hanno richiesto un anno di studio e lavoro. Il duplice progetto, editoriale ed espositivo, è realizzato dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci - Museo regionale toscano d'arte contemporanea, promosso dalla Regione Toscana e dal Comune di Prato.
La mostra comprende opere della collezione del Centro Pecci, dell'Archivio Lapo Binazzi - UFO e della Collezione Carlo Palli.

Centro Pecci, Prato sabato 6 ottobre 2012, ore 18
INCONTRO CON GLI UFO, testimonianza/evento a UFO e visita della mostra
In occasione della "Giornata del contemporaneo" promossa da AMACI - Associazione dei musei d'arte contemporanea italiani

Cinema Odeon, Firenze 21 - 25 novembre 2012
UFO FILM, sezione dedicata al cinema degli UFO a Lo schermo dell'arte Film festival
Nell'ambito del progetto "Toscanaincontemporanea 2012" promosso da Regione Toscana
www.schermodellarte.org

Il contesto della storia è quello della ribellione alla regola architettonica e all'ortodossia razionalista, della liberazione di una nuova coscienza immaginativa e comunicativa, dell'evasione trasversale e interdisciplinare, dell'uso di linguaggi diversi, dell'assunzione di posizioni utopiche e antiaccademiche da parte degli UFO e di altri gruppi e architetti come Archizoom e Superstudio, Gianni Pettena, 9999, dentro e fuori dall'ateneo fiorentino, tra le aule di Leonardo Ricci, Leonardo Savioli, Umberto Eco e Giovanni Klaus Koenig, per la città dove fioriscono continue iniziative. Testi, fotografie, video e pubblicazioni documentano e amplificano gli eventi, permettono di condividere le esperienze in presa diretta e di comunicare a distanza, di allargare il network a ricerche e iniziative analoghe, facendo di Firenze un centro propulsore della stagione "radicale" europea insieme a Vienna, Parigi e Londra.

La storia degli UFO incarna fin dall'inizio il pensiero creativo, l'utopia sociale e l'esperienza collettiva del '68 all'interno dell'università fiorentina. Il gruppo si è formato ufficiamente nell'autunno 1967 e la sua composizione appare fluida, permeabile ad inserimenti e collaborazioni che danno forma alla lotta del movimento studentesco attraverso operazioni immediate come l'apertura di un cantiere alla facoltà di architettura e incursioni imprevedibili come gli happening che occupano le facoltà di architettura e magistero, si riversano nelle strade e nelle piazze, invadono i monumenti simbolo di Firenze, sciamano in periferia e in provincia; stimolano una partecipazione attiva diventando strumenti della contestazione studentesca ed elementi di difesa dei manifestanti dalle cariche della polizia; provocano reazioni pubbliche e politiche, si fondono con la pratica artistica, si diffondono sulla stampa locale e nazionale.

Gli Urboeffimeri degli UFO richiamano il Grande oggetto pneumatico - Ambiente a volume variabile proposto nel 1959-60 dagli artisti milanesi del Gruppo T, e si collegano alle sperimentazioni di strutture e spazi pneumatici ideate nel 1966-67 dagli architetti austriaci Hans Hollein, Walter Pichler, Haus-Rucker-Co e nel 1968 dagli architetti francesi del gruppo Utopie. A più riprese, nel 1968, la rivista "Marcatrè" pubblica e promuove la cronaca e l'avventura di 7 elementi "gonfiabili" a scala urbana utilizzati per azioni ripetute di disturbo delle abitudini sociali e dei riferimenti architettonici nella città: le evoluzioni di "effimeri urbanistici" ispirati a immagini e simboli della società imperialista e capitalista come il missile e il dollaro a Firenze, o a non-sense plateali come l'arrivo degli extraterrestri e lo sposalizio fra Anita e la statua di Garibaldi a San Giovanni Valdarno, compongono un crescendo installativo-performativo ricco di invenzioni sceniche, improvvisazioni teatrali, suggestioni visive e letterarie. L'aura degli UFO si espande anche alla Triennale di Milano occupata, in un padiglione fotografico che documenta le loro azioni e provocazioni: "gli UFO si scusano di non essere presenti... essendo impegnati altrove a disturbare RITI e MITI SOCIOURBANI ARCHITETTONICI con interventi in scala 1:1". A San Giovanni Valdarno, al 6. Premio Masaccio, il Superhappening degli UFO provoca scandalo e scatena un dibattito acceso a cui partecipano Umberto Eco, Furio Colombo, Claudio Popovich, Giuseppe Chiari, e di cui Tommaso Trini scrive ampiamente su "Domus".

Nel 1969 alle azioni urbane si affiancano la creazione di Rebus viventi all'Isolotto fra le baracche di Don Mazzi, "una catalogazione sistematica sulle variazioni tipologiche degli edifici ANAS sparsi sul territorio", la realizzazione dei "gonfiabili" Anas Restoration e Restauro di un acquedotto romano di campagna. L'attenzione degli UFO si rivolge a pratiche ludiche e sociali, ad analisi classificatorie, a perlustrazioni nel quotidiano e divagazioni storiche, a intrecci fra l'estetico e il funzionale. Celebrano la Fiorentina "campione d'Italia" nel film Alè Viola!, disegnano l'interno del negozio di sport Forza John e costruiscono lampade Dollaro, appropriandosi di icone popolari dello sport, del cinema e dell'economia. Allestiscono il ristorante Sherwood, le boutiques Mago di Oz e Saga de Xam, l'erboristeria Re di Puglia a Firenze, la discoteca Bamba Issa a Viareggio, muovendo e promuovendo il proprio circus ambulante di leggende, favole, visioni, personaggi da fumetto e azioni da parodia all'interno di nuovi luoghi del consumo e del piacere urbano.

Nel 1970 "Domus" dedica la copertina di febbraio a Le cammelle di salvataggio del Bamba Issa. Gli UFO immaginano frammenti di Atlantide come set da studio fotografico, animano La comune agricola di Piazza della Signoria, espongono sulla stessa piazza una Linguaccia tricolore "gonfiabile" reinterpretando i paradisi e i miti esotici, la città da cartolina, la campagna da favola o da vernacolo, la retorica patriottica in stile pop fantasy, creando situazioni estemporanee vissute e partecipate che compongono una ricerca di appropriazione territoriale tanto fisica quanto simbolica.

Nel 1971 l'allestimento dello studio di Firenze e dello stand al Salone del Mobile di Milano (con performance di Valerio Zampagni) sintetizzano il linguaggio compositivo degli UFO, la pratica di combinare elementi scenici di diversa provenienza culturale, semantica e formale come la colonna e la trabeazione dorica, il cappello di fungo, lo spicchio di formaggio, la lampada Dollaro, che costituiscono alterazioni della realtà o piuttosto archetipi di cui si alimenta l'immaginario corrosivo degli UFO, paradossali come le sculture pop di Claes Oldenburg, ludici come i Tappeti natura di Piero Gilardi. Il Mostro dell'Id generato in occasione del concorso per la nuova sede dell'Università di Firenze nella piana di Sesto Fiorentino, rappresenta, secondo Gillo Dorfles, una "sorta di materializzazione dell'inconscio umano territoriale", attraversato da linee e forme energetiche, replicato in una performance fotografica e un'edizione grafica ispirata all'ingegnosa conquista della montagna della tigre.

All'idea progettuale per un'architettura costruita, come la casa di Castel Rigone del 1971 (progetto di Lapo Binazzi), si contrappone il reportage fotografico delle Casa ANAS pubblicato su "Casabella" nel luglio 1973 e datato 1969, che indaga la realtà architettonica italiana riducendola ad un unico elemento diffuso su tutto il territorio nazionale, preso ironicamente a pretesto per denunciare la negazione "burocratica" della pratica di abitare e costruire. Attraverso la catalogazione tipologica col mezzo fotografico, sperimentata in quegli anni anche da Edward Ruscha negli USA e da Bernd e Hilla Becher in Germania, gli UFO trasferiscono l'appropriazione dell'immaginario nazional-popolare da un contesto di azione spettacolare e intervento paradossale ad un ambito di analisi concettuale e di controinformazione demistificatoria. Il Villaggio ANAS disegnato nel 1970 come ibrido scenario da spaghetti western si trasforma nella Casa a ostacoli sul territorio allestita e interpretata all'Eurodomus 4 di Torino nel 1972: "happening che si è interrotto clamorosamente con l'arrivo di un cavallo purosangue", versione scenica e teatrale della famosa esposizione di cavalli vivi di Janni Kounellis alla Galleria L'Attico di Roma nel 1969.

Nel 1972 il gioco di società o da tavolo in scala ambiente assume le sembianze di una Partita a scacchi sul territorio organizzata dagli UFO in occasione di un matrimonio extraparlamentare, di Salotti borghesi abbelliti con lampade Dollaro, di una boutique in Borgo San Iacopo a Firenze interpretata come tram, della fiaba circense UFO Coccoina improvvisata in Piazza Santo Stefano a Bologna nell'ambito della rassegna Pollution. Per una nuova estetica dell'inquinamento (a cura di Daniela Palazzoli).
Il Giro d'Italia, sviluppato nel 1971 come Lettura futurista, performance live allo Space Electronic di Firenze (la discoteca del gruppo 9999), pubblicato come Progetto di architettura / di urbanistica su "In" di luglio-agosto 1972 e ripreso in un film super8 dello stesso anno, introduce l'uomo fra le scale contemplate dall'architettura, anzi come una "fra le poche forme di architettura ancora possibili".
Nel 1973 evolve nel Giro d'Italia. Evasione alla rovescia sul territorio in occasione della mostra/evento Contemporanea curata da Achille Bonito Oliva al Parcheggio di Villa Borghese a Roma (nelle sezioni architettura e design a cura di Alessandro Mendini e teatro a cura di Giuseppe Bartolucci): tra la partenza con "punzonatura" e l'arrivo con performance nel parcheggio, la gara tricolore si svolge fra arrampicate sui tralicci, fili spinati, divieti e barriere, corse nelle serre e presa finale di un ponte sul Tevere. Sono gli "indizi" di un "progetto di potere" e conquista del territorio che conduce gli UFO a tentare una ridefinizione del concetto di fantaurbanistica e a proporre una Controguida di Firenze (elementi di prossemica territoriale) su "Inpiù" all'inizio del 1974. Nello stesso anno pubblicano Controllo, colonizzazione e fascismo sul territorio (Centro Di, Firenze 1974) in occasione di una mostra personale alla Galleria 291 di Milano (a cura di Daniela Palazzoli).

"Gli avamposti della civiltà" sono ovunque e soggiaciono alle regole del "supercontrollo": distribuzione, organizzazione, sottrazione del territorio. La loro individuazione è premessa e sintesi del Manifesto discontinuo proposto da Lapo Binazzi (UFO): "la rete di sconnessioni che abbiamo teso intorno alla realtà è già una realtà nuova che renderà impossibile qualsiasi ricomposizione a buon mercato". La strategia degli UFO diventa metafora nel tavolo da biliardo interpretato come Territorio discontinuo nel 1970; da vita a Ipotesi di sopravvivenza, serie di performance (con Antonio Infantino) di arrampicata, nuotata e assalto alla cabina elettrica nei dintorni di Firenze, a cui "Casabella" dedica la copertina di febbraio 1974, poco dopo la pubblicazione del fantomatico You Tarzan Me Jane sulla copertina di "Domus" di novembre 1973. L'anelito di "sopravvivenza" e liberazione si confìgura nella duplice sequenza fotografica esistenziale A. Crescita di croci e irrigatore / B. Crescita di croci e A-B. Prato e foglie secche del 1973.

L'utopia degli UFO, interpretata ormai prevalentemente da Lapo Binazzi, sfocia nella concezione teorica di Non-Design. Dall'oggetto alla sopravvivenza, dimostrazione logica e ideologica pubblicata nel catalogo di Contemporanea (Centro Di, Firenze 1973) e riportata su "Casabella" di febbraio 1974. Su "Casabella" di luglio 1974 gli UFO intervengono sulla relazione fra Produzione industriale e creatività individuale, datata 1973 e accompagnata da 7 scene illustrate da Binazzi in occasione degli incontri del Gruppo Teoria, nell'ambito del sistema di laboratori Global Tools (coordinato da Andrea Branzi). L'atto di fondazione di Global Tools è rappresentato dal montaggio con la fotografia di gruppo scattata da Carlo Bachi (UFO) nella sede di "Casabella" a Milano e pubblicata nella copertina di maggio 1973. Dal 1975 gli UFO aprono un Laboratorio artigianale Casa ANAS in Piazza del Limbo a Firenze avviando la produzioni di oggetti in serie, di molteplice interpretazione e utilizzo, Cestino da pic-nic o cassetta per attrezzi, Lampada Berlinguer, Rocchetto e ombrellone. Nel 1976 Binazzi arreda l'erboristeria San Martino a Siena.

Fra il 1976 e il 1978 lo troviamo impegnato in una serie di performance: Neoilluminismo e Massoneria. La metafora rovesciata (Bachi, Binazzi) al Teatro della Pergola di Firenze, Annunciazione, o Ladro d'albergo (Binazzi) alla Galleria Schema di Firenze, Discontinuità (Binazzi-UFO) a ZonA - Firenze, Arte vs Sport. Scarto (Binazzi, Vismara) al Centro internazionale di Brera a Milano, Catastrofi leggere ecc. (Binazzi, Vismara) nel cortile di Palazzo Strozzi a Firenze. Col Centro Brera nel 1977 Binazzi (UFO) pubblica Discontinuità e territorio, "teorizzazione del territorio liberato" associato al "RIFIUTO della SPIEGAZIONE", lo stesso adottato nella rilettura di questa storia degli UFO!

Alla Biennale di Venezia del 1978 (sezione a cura di Lara-Vinca Masini) gli UFO si ritrovano e fissano un punto sulla propria esperienza: "Il gruppo UFO vive ed opera a Firenze dal 1967, anno di nascita ufficiale / Il nome non è più simbolo di imprendibilità / I suoi componenti sono dispersi nella realtà", firmato Lapo Binazzi (UFO). Per l'occasione danno vita a un'ultima performance di gruppo, La B/arca ANAS: l'icona della Casa ANAS traghettata fra calli e canali, fino all'arrivo ai Giardini della Biennale con la Performance in barca UFO-Mino Vismara (violino). L'immagine della Casa ANAS compare anche nel 1980 con la proiezione del Progetto di facciata di Piazza della Palla (progetto di Mario Mariotti) sulla basilica di Santo Spirito a Firenze.

Lapo Binazzi, da questo momento in poi, diventa il protagonista della storia. Sono sue le lampade che espone allo Studio Alchimia di Firenze nel 1981, presentate dal testo Fantasy: "la distruzione delle case di produzione cinematografiche, le parodie dei fumetti a grammatica discontinua prodotti da UFO, le scariche di neon del Nautilus o del museo della scienza, esperimenti di fisica da aula laboratorio, ma anche il fascino sottile di Verne e della prima science-fiction con colori base industriali, ma di sapore new-wave, la rivisitazione dei ruggenti '50 in vestito high-tech meccanica a tentacoli e molle" (Binazzi).
Rocchetto al neon e Doccia di rame al neon del 1978 sono strumenti da Blade Runner, che anticipano la Macchina da fantascienza al neon e amaca portafrutta, la Scala empirea e l'Ombrello luminoso presentati nel 1987 a Documenta 8 di Kassel. Binazzi col cappello da pescatore appare come un'icona, simile a Beuys col cappello di feltro.

Nel 1981 si ritorna al classico fantascientifico-urbano con la sceneggiatura e la performance di Guerre stellari per macchine da sterro e orchestra al Parco delle Cascine di Firenze. Nello stesso anno la mostra Identité italienne. L'art en Italie depuis 1959 al Centre Pompidou di Parigi (a cura di Germano Celant) documenta le azioni degli UFO con gli Urboeffimeri riportate da "Marcatrè" nel 1968.
Segue un "riassunto delle puntate precedenti" che ripercorre l'attività degli UFO e di Binazzi "nel settore dell'illuminazione piuttosto che dell'illuminismo", pubblicato su "Interni Annual" del 1990: "il carattere indipendente del nostro e del mio design si manifestava già dagli ormai lontani esordi nel mitico '68, quando dall'amicizia con U. Eco e dai suoi insegnamenti ci appassionammo ad un'estetica affatto nuova, fatta di denotazioni e di connotazioni, di ironia e di ambiguità, di giuochi di significante e di significato e in definitiva di precisione linguistica, che doveva demistificare la retorica del 'buon design' italiano degli anni '60 e le sue un po' tronfie sicurezze industriali dove la tecnologia e la sofisticazione del rapporto tra forma e funzione si rivelavano metafore da status-symbol, intossicazioni da marketing, raffreddori da 'persuasori occulti'. Invece scoprimmo che era possibile un design più dialogante con le arti visive, con l'esuberanza dell'immaginario collettivo, con la spontaneità della creatività di massa, con la lucidità della proposta individuale che, apparentandosi con la 'moda di strada', risultasse più leggero ma allo stesso tempo più profondo" (Lapo Binazzi).

Negli anni '80 Binazzi mette a frutto il confronto serrato e il dibattito animato con Andrea Branzi, Alessandro Mendini, Gianni Pettena, Ettore Sottsass jr. insieme al tentativo perseguito con Global Tools di aprire "una sorta di laboratorio collettivo" in grado di "suggerire un'alternativa alla educazione tradizionale ma non un modello" (Franco Raggi). Nascono così le Maschere al neon, la lampada Mezzaluna (per un altro progetto di Mario Mariotti tra Firenze e New York), la libreria Pontevecchio e il negozio Luce 3 a Firenze in stile Memphis, la lampada Scarica elettrica al neon e la lampada Polonia. Nel 1987, anno di Documenta 8 a Kassel, Binazzi partecipa al concorso Un'idea per le Murate, Firenze: "una passeggiata solitaria lungo il perimetro delle vecchie mura [...] sfocia in una fantasmagorica visione, metaforico richiamo alla fantasia spesso dimenticata materia prima del fare progettuale" (Lapo Binazzi). Il mondo è un caleidoscopio di colori, Ghiribizzi di luce, Vassoi Autostrada, Zuppiere Vongola... Su riviste di architettura e design come "Modo", "Area", "In Design" Binazzi assume il ruolo di polemista, di battitore libero.

Con la Scrittura creativa nel 1989 rende un ulteriore omaggio a Umberto Eco e avanza una nuova rivendicazione e provocazione di gruppo: "Gli UFO, ammaestrati anche da Eco, loro professore dal 1965 al 1970 alla facoltà di architettura di Firenze, si lanciarono nella sperimentazione a tutto campo di tecniche di scrittura inconsuete specialmente in campo architettonico, e fondarono di fatto una discontinuità di approccio al proprio lavoro che ancora oggi e chissà per quanto altro tempo ancora aspetta di essere colmata. Poiché è inutile illudersi: finché non ci sarà qualcuno che si spingerà altrettanto coraggiosamente più in là non avrà più senso parlare di avanguardia" (Lapo Binazzi).

Nel 1991 Binazzi interpreta Il Dolce Stil Novo (della casa) in mostra per Pitti Immagine al Palazzo Strozzi di Firenze (a cura di Andrea Branzi) componendo "la canzone di come fare a men della ragione". Nell'esposizione del suo repertorio di oggetti e lampade spicca Il pensatoio donato nello stesso anno al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato: modello architettonico sospeso su colonna, con duplice funzione di torretta d'osservazione o servizio WC di ascendenza rustico-duchampiana.

Nel 1993 affronta il tema del Design globale con un dattiloscritto in cui annuncia "le nuove frontiere del design". "Il prendere a modello se stessi e mettersi a confronto con il 'vecchio mondo', è per il Designer Indipendente l'applicazione sperimentale della nuova lingua, ma anche la risoluzione di tutti i problemi del mondo con la propria filosofia estetica" (Lapo Binazzi).

Dalla metà degli anni '90 si susseguono le partecipazioni a mostre e rassegne che rievocano la stagione eroica dell'arte italiana e dell'avanguardia "radicale", includendo l'esperienza originale degli UFO: The Italian Metamorphosis 1943-1968 al Guggenheim Museum di New York nel 1994 (a cura di Germano Celant; sezione design), Radicals. Architettura e design 1960/1975, VI Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia nel 1996 (a cura di Gianni Pettena), Archipelago. Architettura sperimentale 1959-1999 al Palazzo Fabroni di Pistoia nel 1999 (a cura di Gianni Pettena).

Dal 1997 Binazzi progetta La ricostruzione radicale dell'universo, un libro d'artista per celebrare "trenta anni di vita" documentati "in libertà e discontinuità spazio-temporale" (http://www.italian.it/lapobinazzi/). Nella premessa vi si legge: "gli UFO sono un gruppo storico della architettura radicale, fondato a Firenze nel 1967 - operante a vario titolo fino al 1978. Dal 1972 l'attività del gruppo è stata curata personalmente da Lapo Binazzi. Degli UFO hanno fatto parte: Carlo Bachi, Lapo Binazzi, Patrizia Cammeo, Riccardo Foresi, Titti Maschietto, inizialmente Sandro Gioli. Hanno aderito temporaneamente Massimo Giovannini, Mario Spinella e Claudio Greppi. Le fotografie [...] si devono principalmente a Carlo Bachi, scomparso nel 1991 e a cui questo libro è dedicato, altre sono di Lapo Binazzi e vari componenti del gruppo". Riccardo Foresi è scomparso nel 2000; anche a lui, come a tutti i protagonisti di questa storia (nominati o riprodotti) è dedicato il lavoro di rilettura e ricostruzione proposto.

Ispirato dal "labirinto ipertestuale" immaginato da Binazzi, affabulato dai numerosi materiali conservati nel suo archivio, il filo della storia si dipana ai nostri occhi, il racconto si sviluppa nel libro e nella mostra che mescolano le carte dello stesso Binazzi, scompaginano i suoi piani e delineano un unico, inedito "lavoro sul lavoro" degli UFO.