L’Italia di Le Corbusier
In mostra fotografie, disegni, acquarelli e dipinti realizzati dallo stesso Le Corbusier, insieme a opere di artisti italiani con cui era in contatto.
Comunicato stampa
AL MAXXI: L’ITALIA DI LE CORBUSIER
a cura di Marida Talamona
oltre 600 disegni, schizzi, acquerelli, dipinti e fotografie originali
una mostra organizzata dal MAXXI Architettura per raccontare
le suggestioni dell’Italia sul lavoro del maestro del Movimento Moderno
18 ottobre 2012 – 17 febbraio 2013
www.fondazionemaxxi.it
Roma 17 ottobre 2012. Architetto, scultore, pittore, geniale pensatore del suo tempo, padre della moderna urbanistica e maestro del Movimento Moderno con Mies van der Rohe, Gropius, Lloyd Wright e Aalto: è Le Corbusier, dal 1920 pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret.
A lui il MAXXI Architettura diretto da Margherita Guccione dedica la mostra L’Italia di Le Corbusier a cura di Marida Talamona (18 ottobre 2012 – 17 febbraio 2013). Realizzata in partenariato con la Fondation Le Corbusier di Parigi, l’esposizione si avvale del supporto di un consiglio scientifico composto da alcuni dei massimi esperti della vicenda lecorbuseriana.
LA MOSTRA
320 documenti originali e 300 fotografie per una esposizione che, seguendo un filo cronologico e tematico, documenta le molteplici influenze che l’Italia ha avuto sulla formazione e sul lavoro del maestro: dai primi viaggi agli inizi del Novecento ai progetti, mai realizzati, per il Centro Calcolo Olivetti di Rho e per l’Ospedale di Venezia degli anni Sessanta.
Il percorso di mostra si snoda tra documenti diversi, testimonianze di viaggi, studi, scambi culturali e aspirazioni personali, dagli schizzi dei monumenti italiani sui carnets de voyage alla riproduzione settecentesca della pianta di Roma Antica di Pirro Ligorio della quale Le Corbusier riprodusse un frammento per illustrare la sua Leçon de Rome, dalla corrispondenza con Pier Luigi Nervi ai sei grandi fogli con disegni schizzati durante la conferenza di Milano nel giugno 1934 a documentare la complessa formazione “italiana” dell’architetto, nutrita da un’ approfondita esperienza diretta e dagli studi alla Bibliothèque Nationale di Parigi.
Un ricco apparato fotografico accompagna la mostra offrendo una lettura integrata di un Le Corbusier meno noto, nel dialogo che instaura con gli artisti e gli architetti suoi contemporanei, restituendo la completezza della sua statura intellettuale e l’eccezionalità del suo pensiero.
L’allestimento, a cura di Umberto Riva, è un raffinatissimo omaggio al Maestro di un grande architetto italiano: la narrazione è scandita da un susseguirsi di pareti in tavolato di legno delineando un percorso espositivo che dialoga al tempo stesso con gli straordinari disegni lecorbuseriani e con l’architettura contemporanea del MAXXI.
“Il MAXXI Architettura . – dice il Direttore Margherita Guccione - prosegue l'indagine su temi, forme e figure del XX e XXI secolo. In questo caso la scelta del rapporto tra Le Corbusier e l'Italia è una chiave di lettura che restituisce la poliedricità, molto contemporanea, della sua figura: architetto, urbanista, designer, pittore, scultore e homme de lettres ha letteralmente rivoluzionato il modo di pensare l'architettura investendo con la sua lezione l'intero pianeta. La mostra rivela l'influsso della cultura italiana nel suo pensiero progettuale.
“La mostra racconta un altro Le Corbusier, meno conosciuto e di grandissima rilevanza. – dice Marida Talamona, curatore della mostra - Disegnatore instancabile, in Italia Le Corbusier studia le architetture del passato considerandole non un materiale inerte ma una fonte viva, ricca di annodamenti con il presente e di stimoli per l’Architecture des temps nouveaux . Gli insegnamenti tratti da Pisa, da Pompei, dalla cella della certosa del Galluzzo o dalla forma urbana di Venezia restano indelebili nel suo pensiero architettonico fino all’ultimissimo suo progetto, il nuovo ospedale di Venezia, rimasto purtroppo non realizzato.”
I VIAGGI DI FORMAZIONE (1907 – 1922)
In sei sezioni sono esposte le fotografie di studio scattate dall’architetto alle rovine di Pompei e Roma nel 1911, insieme ai molti disegni e acquarelli realizzati nel corso dei quattro viaggi italiani compiuti tra il 1907 e il 1922: gli acquerelli toscani, i disegni architettonici di Pompei e Villa Adriana, gli edifici del Campo dei Miracoli di Pisa, la Certosa del Galluzzo, gli studi sul cortile del Belvedere in Vaticano, le vedute a acquerello di Venezia.
L’ESPRIT NOUVEAU – VALORI PLASTICI (1920 – 1922)
Particolare attenzione è dedicata a Le Corbusier pittore, all’esperienza della rivista L’Esprit Nouveau che dirige tra il 1920 e il 1925 insieme al pittore Amédée Ozenfant, ai rapporti con le riviste italiane, in particolare Valori Plastici, e alla querelle con il pittore Gino Severini sul tema della Proporzione. I suoi dipinti degli anni del Purismo sono messi a confronto con i quadri di Carlo Carrà, Giorgio Morandi e Severini.
GLI ANNI TRENTA
A questi anni risalgono i rapporti con i giovani architetti razionalisti italiani a Torino, Milano, Roma e Venezia. In mostra testimonianze degli scambi culturali e professionali di Le Corbusier con Piero Bottoni, Luigi Figini, Alberto Sartoris, Gino Pollini e Giuseppe Terragni di cui sono esposte lettere e fotografie e con Guido Fiorini, di cui sono presentati i disegni del Grattacielo a tensistruttura che Le Corbusier include nel suo piano per Algeri. In questa sezione anche le fotografie scattate da Bottoni e Pollini a bordo della nave che ospitò nel 1933 il IV Congresso Internazionale di Architettura Moderna.
Ampio spazio viene dato alla ricerca urbanistica di Le Corbusier in quegli anni e al suo desiderio di attuare la propria idea di città radiosa : la dedica autografa scritta sul secondo volume dell’Opera Completa, inviato a Mussolini, testimonia i suoi tentativi di avere l’incarico del piano di Pontinia, terza città di nuova fondazione nel Lazio.
La ricerca di committenti lo portò a rivolgersi alle grandi aziende italiane come FIAT e Olivetti, espressioni di una realtà industriale in crescita e di grande modernità. Ne sono testimonianza la corrispondenza con Adriano Olivetti e le fotografie realizzate sul tetto del Lingotto di Torino a bordo di una Balilla sport.
IL SECONDO DOPOGUERRA
Nei primi anni Quaranta Le Corbusier aggiunge all’architettura e alla pittura anche l’attività di scultore, teorizzando la necessità di una Sintesi delle arti plastiche. Nel 1947 incontra Costantino Nivola con il quale sperimenta la tecnica del sand-casting sulla spiaggia di Long Island e realizza due sculture in vetro di Murano, di cui si presentano in mostra i disegni preparatori.
Nel secondo dopoguerra, Maestro di fama internazionale, Le Corbusier tornerà più volte in Italia: a Bergamo in occasione del VII CIAM (1949), a Milano invitato dalla Triennale al Convegno De Divina Proportione, (1951) a Venezia alla Conferenza Internazionale degli Artisti e alla scuola estiva dei CIAM (1952), a Torino (1961), a Firenze dove nel 1963 è allestita la prima grande esposizione italiana dedicata all’opera lecorbuseriana.
L’esposizione si conclude con due ampie sezioni dedicate agli incarichi professionali tra il 1962 e il 1965: il Centro Calcolo Olivetti a Rho e il nuovo Ospedale di Venezia, entrambi non realizzati anche a causa della morte dell’architetto nell’agosto 1965.
Straordinarie testimonianze della poetica architettonica degli ultimi anni, questi progetti sono documentati con schizzi, disegni, i diversi modelli originali e alcuni filmati dell’epoca nei quali il vecchio Corbu racconta Venezia e la sua ammirazione profonda per la città sin dalla sua prima visita nell’autunno 1907.