Programmare l’arte
La mostra “Programmare l’arte” al Negozio Olivetti riprende, a cinquant’anni di distanza, l’esposizione sull’Arte Programmata che animò i Negozi Olivetti di Milano e Venezia nel 1962, curata da Bruno Munari e corredata da un testo di Umberto Eco.
Comunicato stampa
PROGRAMMARE L’ARTE
Olivetti e le neoavanguardie cinetiche
Evento collaterale della 13. Mostra Internazionale di Architettura – la Biennale di Venezia
dal 30 agosto al 14 ottobre 2012
Negozio Olivetti
Venezia, piazza San Marco 101
Per la stampa la mostra è visitabile mercoledì 29 agosto dalle 15.00 alle 18.00
La mostra “Programmare l’arte. Olivetti e le neoavanguardie cinetiche”, organizzata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano, si terrà presso il Negozio Olivetti in piazza San Marco a Venezia dal 30 agosto al 14 ottobre. Progettato da Carlo Scarpa nel 1957-1958 su incarico di Adriano Olivetti, il Negozio è stato concesso in comodato al FAI nel 2011 da Assicurazioni Generali, proprietaria dell’immobile, al fine di garantirne la valorizzazione e l’apertura al pubblico.
La mostra sull’arte programmata - che verrà successivamente allestita al Museo del Novecento di Milano - riprende, a cinquant’anni di distanza, l’esposizione che ebbe luogo nel Negozio Olivetti di Milano e poi in quello di piazza San Marco nel 1962, curata al tempo da Bruno Munari e corredata da un testo di Umberto Eco.
Milano in quegli anni era l’epicentro di uno sconvolgimento che cambiava l’Italia con un brusco passaggio verso la modernità attraverso la società dei consumi. Quale era allora il posto dell’arte? La risposta di un gruppo di giovanissimi artisti fu l’arte programmata, in realtà resa ancora molto artigianalmente, ma che in potenza aveva esiti verso il design e la possibilità espressiva dell’informatica.
Olivetti in questo ambito era un riferimento naturale in Italia, come luogo dove si combinavano felicemente estetica, produzione e mercato secondo la lezione di Adriano Olivetti - l’azienda infatti farà poi girare la mostra in molte sue sedi italiane, europee e statunitensi.
L’arte programmata e cinetica è una corrente artistica internazionale che si è affermata e ha trovato diffusione verso la fine degli anni Cinquanta, soprattutto a opera di artisti come Bruno Munari, Enzo Mari, Paul Bury e i due Gruppi N e T. Sviluppando alcune intuizioni delle avanguardie storiche del Novecento, specialmente del futurismo, del dadaismo e del costruttivismo, questi artisti sperimentarono una gamma ricchissima di possibilità di movimento nell’opera d’arte, da quelle meccaniche a quelle luminose o elettromagnetiche, dando vita a strutture mobili e continuamente variabili, ma che obbediscono a un calcolo e a un programma rigorosi, di tipo quasi scientifico.
Per la mostra veneziana che si terrà al Negozio Olivetti, gli artisti saranno appunto quelli del Gruppo T (Anceschi, Boriani, Colombo, De Vecchi, Varisco), del Gruppo N (Biasi, Chiggio, Costa, Landi, Massironi), oltre a Munari, Mari e Alviani.
Verranno allestite 13 opere scelte dai curatori Marco Meneguzzo, critico d’arte, curatore e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera, Enrico Morteo, architetto, storico e critico di design e architettura e Alberto Saibene, storico dell’industria, autore di documenti televisivi, organizzazione culturale di festival e incontri letterari.
Altri materiali affiancheranno le opere come il cortometraggio prodotto dalla Olivetti nel '62 in occasione della mostra; il documentario su Elea 9000, primo computer main frame prodotto da Olivetti, regia di Nelo Risi, musiche di Luciano Berio; i programmi originali della mostra con la grafica di Enzo Mari; le fotografie dell’esposizione realizzate all’epoca da Mario Dondero.
Il catalogo della mostra è edito da Johan & Levi, con saggi dei curatori e collaboratori, un’intervista a Umberto Eco, apparati scientifici e la ristampa del catalogo di Arte Programmata del 1962.
La mostra gode del Patrocinio del Comune di Venezia.
Il FAI ringrazia INA Assitalia e Olivetti Spa per il contributo all’iniziativa.
Il Negozio Olivetti, in Piazza San Marco a Venezia, viene progettato nel 1958 da Carlo Scarpa su incarico di Adriano Olivetti. Superando le dimensioni ridotte sull’ambiente, Scarpa crea un'opera di grande respiro e trasparenza che presto viene riconosciuta come una delle più significative realizzazioni di architettura civile del XX secolo. Nel 2011 il negozio è stato dato in concessione al FAI da Assicurazioni Generali, proprietaria dell’immobile, ed è stato restaurato sotto la direzione dell’architetto Gretchen Alexander Gussalli Beretta e l’alta sorveglianza di Renata Codello, Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia.