69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – Preapertura
Preapertura della 69. Mostra in collaborazione con il Comune di Venezia – Circuito Cinema Comunale che prevede Roma ore 11 (1952), capolavoro di Giuseppe De Santis, in occasione del sessantesimo anniversario della prima proiezione del film, in una nuova copia messa a disposizione dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale di Roma.
Comunicato stampa
Pre-apertura (martedì 28 agosto) della Mostra del Cinema
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serata gratuita per i veneziani all’Arena di Campo San Polo
22 | 08 | 2012
Roma ore 11 (1952) di Giuseppe De Santis
La Biennale di Venezia organizza per martedì 28 agosto alle 20.30 all’Arena di Campo San Polo - in collaborazione con il Comune di Venezia, Circuito Cinema Comunale - la serata di pre-apertura della 69. Mostra del Cinema, alla quale è invitato il pubblico di Venezia attraverso la collaborazione con i quotidiani locali “Il Gazzettino”, “La Nuova di Venezia e Mestre” e il “Corriere del Veneto”.
Sarà proiettato Roma ore 11 (1952), capolavoro di Giuseppe De Santis, uno dei padri del Neorealismo, interpretato da Lucia Bosé, Carla Del Poggio, Raf Vallone e Massimo Girotti, in occasione del sessantesimo anniversario della prima proiezione, in una nuova copia messa a disposizione dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale di Roma.
Sarà presente l’attrice e vedova del regista Gordana Miletic De Santis.
Per assistere gratuitamente alla proiezione di Roma ore 11, il pubblico interessato potrà ritirare l’invito alle biglietterie di Campo San Polo nei giorni di venerdì 24, sabato 25, lunedì 27 e martedì 28 agosto (16.00-19.00) semplicemente presentando i coupon pubblicati da venerdì 24 a lunedì 27 agosto su “Il Gazzettino” oppure “La Nuova di Venezia e Mestre”.
· Per informazioni sugli inviti ancora disponibili tel. 041 2726505
· Ogni coupon dà diritto a un invito valido per una persona per assistere gratuitamente alla proiezione
· Gli inviti saranno erogati fino a esaurimento dei posti riservati a ciascuna testata
Oppure il pubblico potrà telefonare nei giorni di venerdì 24 e sabato 25 agosto al “Corriere del Veneto” al numero verde 800.030.233 nella fascia oraria dalle ore 12.00 alle ore 14.00, dimostrando il possesso della copia del giornale. Ciascun lettore si aggiudicherà 2 inviti. Il ritiro dei biglietti da parte dei lettori avverrà in questo caso martedì 28 agosto alle biglietterie di Campo San Polo prima della proiezione.
La 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia avrà luogo al Lido dal 29 agosto all’8 settembre 2012, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.
Roma ore 11 di Giuseppe De Santis, prodotto dalla Titanus e distribuito nel febbraio 1952, si basa sull'inchiesta condotta da Elio Petri, che fu aiuto regista nel film, in seguito a un tragico fatto di cronaca avvenuto a Roma nel 1951. La sceneggiatura, oltre che dallo stesso De Santis, è firmata da Cesare Zavattini, Basilio Franchina, Rodolfo Sonego e Gianni Puccini.
La vicenda di Roma ore 11: rispondendo all’annuncio su un giornale, duecento ragazze si presentano in via Savoia a Roma per ottenere un posto di dattilografa presso lo studio di un ragioniere. In un’Italia esasperata dalla disoccupazione, ma ancor più dall’impossibilità per le donne di trovare lavoro, arrivano per il colloquio giovani di ogni tipo ed estrazione sociale: nobili decadute, prostitute che cercano di cambiar vita, mogli con il marito disoccupato, figlie di ex benestanti cui la pensione non basta per sopravvivere. Accalcatesi sulle rampe delle scale del piccolo palazzo, si scambiano impressioni e accennano alle loro esistenze fatte di miseria ed espedienti per vivere. Un litigio per la priorità in fila trasforma l'attesa in tragedia: la ringhiera della scala cede, distruggendo a uno a uno i gradini, facendo precipitare le donne, molte delle quali rimangono ferite, mentre una di esse, Anna Maria Baraldi, muore. Portate in ospedale, l'amara scoperta: per essere curate, gli uffici pretendono il pagamento della retta giornaliera di 2.300 lire. Molte di loro sono costrette ad andare a casa perché impossibilitate a pagare.
Giuseppe De Santis (Fondi, 1917 – Roma, 1997) è considerato uno dei padri e dei principali protagonisti del Neorealismo cinematografico italiano. Già critico e animatore nell’anteguerra della rivista “Cinema”, che si proponeva di far uscire il cinema nazionale dai cliché dei “telefoni bianchi”, collabora inizialmente con Luchino Visconti (per Ossessione, 1943, di cui firma anche la sceneggiatura) e Roberto Rossellini (per Desiderio, 1946). Nel 1948 realizza il suo primo lungometraggio, Caccia tragica, che per i temi trattati (la lotta fra i contadini di una cooperativa e un gruppo di agrari), il ritmo di dramma popolare e alcune caratteristiche narrative "americane" (scene movimentate e drammatiche, erotismo), segna e rinnova la stagione del Neorealismo. Questi caratteri contribuiscono fortemente al trionfo anche al botteghino della prova successiva, Riso amaro (1949), che tratta della dura esistenza delle mondine di una risaia, in una storia che intreccia l’analisi politica della lotta di classe alla sfera del privato dei personaggi. De Santis sceglie come protagonista un’esordiente d’eccezione, Silvana Mangano. Per questo film De Santis e Carlo Lizzani ottengono la nomination al Premio Oscar per il miglior soggetto. La sua regia si impone in particolare per l’uso sapiente e originale della gru, del dolly e della tecnica del pan focus, con cui rappresenta il movimento in particolare delle folle. Le stesse tematiche, sullo sfondo di una società contadina conflittuale, quella della natìa Fondi, vengono trattate nel successivo Non c’è pace tra gli ulivi (1950). Con Roma ore 11, e Un marito per Anna Zaccheo (1953), che descrive le inquietudini di una ragazza napoletana (Silvana Pampanini) tormentata dalla sua bellezza, De Santis lascia momentaneamente la campagna per trattare temi cittadini e borghesi. Con Giorni d’amore (1954) e Uomini e lupi (1956) torna ai temi originari della vita dei piccoli paesi. In particolare Giorni d'amore è il suo primo film a colori e conquista il Nastro d’argento per il migliore attore protagonista (Marcello Mastroianni). Il successivo La strada lunga un anno, racconta la vicenda curiosa di un paesino di montagna isolato, dove un disoccupato ha un'idea: costruire una strada che colleghi il luogo con la costa. Girato nel 1957 in Istria, sceneggiato anche da Tonino Guerra, il film viene candidato al premio Oscar come miglior film straniero. Una nuova stagione della produzione di De Santis inizia con La garçonnière (1960), che narra l’avventura extraconiugale di un uomo (Raf Vallone) che infine, deluso, ritorna in famiglia; continua con Italiani brava gente (1964), una coproduzione italo-sovietica sulla ritirata di Russia delle truppe italiane, in cui torna l’ideologia nelle forme della ribellione dei proletari (di ogni parte belligerante) contro la guerra; e si conclude con Un apprezzato professionista di sicuro avvenire (1972), con Lino Capolicchio, dove De Santis si cimenta con le tematiche sociali e di costume della commedia all’italiana di quel periodo.