Steven Montgomery – Forward Archeologies
La galleria Jerome Zodo Contemporary è lieta di presentare in occasione della 15esima edizione della Festa della Ceramica | Portoni Aperti, presso il comune di Nove (VI) l’opera scultorea Test Site (2006-2007) dell’artista americano Steven Montgomery (1954, Detroit, U.S.A.), nel mirabile contesto del Mulino Baccin Cecchetto Meneguzzi Pestasassi (XVII sec.) straordinaria testimonianza di archeologia manifatturiera italiana.
Comunicato stampa
La galleria Jerome Zodo Contemporary è lieta di presentare in occasione della 15esima edizione della Festa della Ceramica | Portoni Aperti, presso il comune di Nove (VI) l'opera scultorea Test Site (2006-2007) dell'artista americano Steven Montgomery (1954, Detroit, U.S.A.), nel mirabile contesto del Mulino Baccin Cecchetto Meneguzzi Pestasassi (XVII sec.) straordinaria testimonianza di archeologia manifatturiera italiana. La mostra Foward Archeologies | Archeologie del divenire inaugura sabato 15 settembre 2012, a partire dalle 19.00 presso la sede del Mulino Pestasassi Baccin-Cecchetto-Stringa, in via A. Munari 19, 36055 Nove (VI).
Organizzato dalla galleria Jerome Zodo Contemporary, ospitato dalla famiglia Stringa, storica proprietaria del mulino Pestasassi Baccin-Cecchetto-Stringa, il progetto espositivo è realizzato in collaborazione con il Museo Civico della Ceramica di Nove e il Comune di Nove, ed è supportato da 55DSL, il brand italiano da sempre vicino alla creatività e al design che collabora con artisti, promettenti o affermati, provenienti da tutto il mondo. Creata nel 1994 come spin-off sperimentale di Diesel, oggi 55DSL è un’azienda di moda indipendente che fa parte del gruppo Only The Brave (Diesel), con un’identità provocatoria e un’attitudine giovane e fresca. 55DSL è instancabilmente attratta dalla ricerca di collaborazioni con artisti e aziende di diverso genere, e non poteva certo non supportare la mostra di Steven Montgomery.
Foward Archeologies | Archeologie del divenire si compone come un duplice percorso espositivo in cui il dialogo sempiterno fra memoria e presente è orientato nella duplicità degli elementi espositivi, dalle fatiscenti infrastrutture del mulino all'imponente corpo scultoreo costituito dai sette elementi in ceramica, che compongono l'installazione Test Site (2004-2007). D'incanto secolare, la splendida cornice del mulino Pestasassi Baccin-Cecchetto-Stringa concede il fascino di un'atmosfera suggestiva: sensibile alla storia dell'antico opificio, l'intervento dell'artista americano condivide le specificità del luogo, come reliquie di un lontano rituale, fra archeologia industriale e contemporaneità, il gruppo scultoreo rievoca la memoria e lo spirito di una tradizione millenaria.
La ceramica, protagonista assoluta del binomio espositivo, è il materiale che l'artista statunitense Steven Montgomery(Detroit, U.S.A., 1954) predilige utilizzare per le sue opere. Intento alla creazione di un immaginario post-apocalittico, Steven Montgomery con Test Site (2006-2007), realizza una serie di ceramiche che riproducono in modo autentico elementi del mondo industriale, come viti e bulloni. Il suo lavoro porta lo spettatore a conoscere una poetica della rovina, alcune parti di questi lavori sono in evidente stato di decomposizione, apparentemente usurati dal tempo divengono il pretesto per allargare la riflessione alla decadenza sociale ed intellettuale della nostra epoca.
Steven Montgomery vive e lavora a New York. Le sue opere sono presenti nei più importanti musei statunitensi, fra cui: il Metropolitan di New York; l'American Museum of Art di Washington; il Museo di Arte e Design di New York; l'Everson Museum of Art, a Syracuse; Mint Museum of Art, a Charlotte (NY); Daum Museum of Contemporary Art a Sedelia (MO); Racine Museum of Art, a Racine (WI). Fra le collezioni pubbliche estere: Il Museum of Shigaraky Ceramics Art Center and Cultural Park, Shigaraki, in Giappone; il National Museum of History e il Tapei County Yingge Museum, a Tapei, Taiwan; l'Icheon World Ceramic Center, a Icheon nel Sud della Corea.
Mulino Pestasassi Baccin Cecchetto Stringa - Costruito nel XVII secolo, il mulino è una fondamentale testimonianza per la storia della manifattura ceramica. La data 1638 incisa sul camino esterno corrisponde al termine della costruzione, che anticipa di mezzo secolo la prima affermazione della manifattura ceramica nella zona: si ipotizza pertanto che inizialmente il mulino fosse utilizzato per altri scopi. Negli ultimi decenni del Settecento Giovanni Maria Baccin, importante imprenditore ceramico, ristrutturò e adattò il mulino per la lavorazione di argilla, utile alla produzione, in territorio bassanese, della terraglia “ad uso inglese”, cominciata a Nove nel 1786. Tale ristrutturazione culminò con la concessione da parte della magistratura veneziana di utilizzare l’acqua della roggia Isacchina per il funzionamento del mulino. Nel 1817 la proprietà passò ai Cecchetto per poi essere acquisita nel 1965 dalla famiglia Stringa, attuale proprietaria, che ha curato il restauro e la valorizzazione del complesso. Nel 2004 il Mulino Pestasassi è stato votato tra “I Luoghi del Cuore” nel secondo censimento nazionale del FAI. Il mulino, tuttora funzionante, aveva la funzione di macinare i cristalli di quarzo e di carbonato di calcio provenienti dal fiume Brenta per la preparazione degli impasti ceramici e per polverizzare e amalgamare le “fritte” (basi vetrose) per le vernici e gli smalti. Il complesso è costruito in mattoni fatti a mano e sassi raccolti nel greto del fiume Brenta, disposti in file parallele; il tetto è sostenuto da grandi pilastri quadrati in cotto. Il mulino è composto da più corpi: il primo, rivolto verso nord e caratterizzato da una grande loggia, ha al piano terra due batterie di pestelli azionati dalla grande ruota a pale esterna. Al primo piano lo spazio è delimitato da grandi finestroni per lo scorrimento delle cinghie e il deposito di attrezzi e materiali. Questa zona risale al XIX secolo: i pestelli di cui è dotata, infatti, sono in ghisa e acciaio con chiodature in ferro, che hanno sostituito quelle antiche in legno. Il corpo centrale è adibito a piano terra a deflusso del canale d’acqua, mentre il primo e il secondo piano coincidono con l’abitazione del mugnaio.