Walter Fusi – Nel tempo storico e nel dialogo interiore
Walter Fusi, a cui questa monografia è dedicata, ha iniziato il suo cammino artistico nei decenni tumultuosi del Secondo dopoguerra, quando, nelle menti dei giovani più dotati nelle lettere e nelle arti visive, si faceva strada il bisogno di un rifiuto radicale del passato, giudicato portatore di un imbelle Umanesimo, che troppe volte era stato usato come copertura di propaganda ideologica.
Comunicato stampa
Walter Fusi, a cui questa monografia è dedicata, ha iniziato il suo cammino artistico nei decenni tumultuosi del Secondo dopoguerra, quando, nelle menti dei giovani più dotati nelle lettere e nelle arti visive, si faceva strada il bisogno di un rifiuto radicale del passato, giudicato portatore di un imbelle Umanesimo, che troppe volte era stato usato come copertura di propaganda ideologica.
Le opere figurative che rimandano ai decenni iniziali dell’artista sono basculanti: oscillano, infatti, fra il mantenimento di una forma, la conservazione della composizione e il desiderio di uscirne, di dirigersi verso un ordine tutto da trovare e organizzare, con caparbietà e slancio.
La figura umana, nelle pitture di Fusi, si scioglie, si liquefà sotto l'incalzare di un segno pieno di forza gestuale. Il quadro si carica di una grinta che non ha più niente a che fare con la ricerca del Bello. Al pari dei suoi colleghi, a Firenze, a Milano e in ogni parte d’Italia, Fusi avverte il fascino dello sfregio, del taglio di colore inopinato, della sorpresa come esito da non schivare. I neri si alternano ai rossi in certi suoi quadri, in un carosello ritmico che si vorrebbe accostare al suono sincopato del jazz. Egli è stato un poeta anche quando ha cercato l’urlo. Niente lo ha distolto dall’armonia, anche quando le ragioni del suo tempo storico incitavano alla furia, alla selvaggia ricerca di un approdo espressivo.