Spiritualità e Materia
Spiritualità e Materia, mostra a cura di Andrea Baffoni, propone sette installazioni di altrettanti artisti contemporanei all’interno dell’ex Fornace Grazia, storica fabbrica derutese, sorta fra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo e ubicata nel centro storico della città della ceramica, oggi trasformata in spazio espositivo.
Comunicato stampa
Spiritualità e Materia, mostra a cura di Andrea Baffoni, propone sette installazioni di altrettanti artisti contemporanei all’interno dell’ex Fornace Grazia, storica fabbrica derutese, sorta fra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo e ubicata nel centro storico della città della ceramica, oggi trasformata in spazio espositivo.
Sette, pienezza delle energie principalmente sul piano spirituale, ritorno al centro, simbolo della totalità dell’universo in movimento e di una perfezione dinamica. Al termine dello sviluppo senario trova spazio l’inedito omaggio a Vettor Pisani che, completando il settenario, apre in realtà alla mostra collocandosi, a pian terreno, all’interno della bocca principale della fornace, reinterpretata come “caverna” nella quale sembra riaccendersi il “fuoco”. Le opere dell’artista, recentemente scomparso, ci restitituscono come arte – “Natura Morta” – le immagini di quella totalità perduta.
Gli artisti: Carlo Dell’Amico, Andrea Fogli, Patrizia Molinari, Gloria Pastore, Marino Ficola e Attilio Quintili con opere ambientali collocate negli spazi dei piani superiori della fornace interpretano il mistero degli elementi, terra, acqua, aria, fuoco. Carlo Dell’Amico nella sua installazione pone due radici contrapposte alludendo all’atto salvifico che consiste nel conoscere e più propriamente “riconoscersi”, prendere coscienza della propria essenza e intima natura poiché tutte le opere passano prendendosi la loro fine come se non fossero mai esistite. Andrea Fogli installa una serie di isole misteriose in bronzo, tra cui una sorprendente isola-fornace, ed alcuni disegni, opere che esaltano il valore della terra come elemento metamorfico di creazione, mitico e simbolico. Gloria Pastore interpreta l'essenza dell'ambiguità materica attraverso il richiamo all'androginia ed al mistero del colore nero, che caratterizza la sua opera rendendola illusoria e concreta al tempo stesso. Patrizia Molinari si rifà alle stelle e al cosmo attraverso un'installazione luminosa che coinvolgendo l'intero spazio espositivo coinvolge lo spettatore portandolo all'interno dell'opera e del principio spaziale ad essa connesso. Marino Ficola presenta una video installazione dove egli stesso opera richiamando il valore ancestrale del nostro essere civile in rapporto all'arte ed al mistero animale che origina la nostra stessa esistenza di uomini. Attilio Quintili presenta un'installazione concettuale con rimandi alla materia grezza della terra, in rapporto alla spiritualità del nostro essere connessa a principi cristologici, venati di rimandi all'essenza terrena in cui normalmente si innestano.
La rassegna è corredata da un catalogo contenente il saggio critico del curatore, una poesia (in forma di lettera) di Mimma Pisani dedicata al marito Vettor e uno scritto di Don Elio Bromuri, Il soffio divino nell’arte: un invito alla riflessione per chi normalmente ritiene sufficiente soffermarsi ai dati immediati, esteriori, di un’opera d’arte, rimanendo così imprigionato nella sfera del sensibile, condizione dalla quale si può uscire solo percependo il soffio divino dell’ispirazione che trasfigura l’opera d’arte, rendendo libero il soggetto di coglierne il segreto messaggio. L’ispirazione appartiene alla sfera della creatività propria dell’uomo artefice di novità ad immagine e somiglianza del divino Artefice dell’universo. Le immagini delle installazioni fotografate in situ sono di Gianfranco Tomassini.