L’ignoto che appare

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA REPETTO - ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Via Amendola 21/ 23, Acqui Terme, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì-sabato 9,30- 12,30/15,30-19,30

Vernissage
22/09/2012

ore 18

Contatti
Email: info@galleriarepetto.com
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Alighiero Boetti, Gilberto Zorio, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Pier Paolo Calzolari, Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone, Giulio Paolini, Aldo Mondino, Luciano Fabro, Salvo, Piero Gilardi
Generi
arte contemporanea, collettiva

La mostra L’ignoto che appare. Torino, presenze, 1967-2012 testimonia come – attraverso un’alchimia profondamente paradossale – nella città italiana più geometrica, razionale e pitagorica, molti studi ed alcune gallerie hanno visto nascere e svilupparsi un felice turbine d’invenzioni: l’apparire di nuovi materiali, spesso viventi, organici, che mutano e si trasformano.

Comunicato stampa

Verso la fine degli anni sessanta del secolo scorso, Torino - città profonda, città geometrica - ha cominciato ad accogliere intorno a sé un nutrito gruppo di artisti, che dopo pochi anni, nel vasto concerto internazionale, si sono affermati tra i più significativi e importanti del secondo dopoguerra. Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Piero Gilardi, Mario Merz, Aldo Mondino, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Salvo, Gilberto Zorio, sono i famosi protagonisti di un nuovo linguaggio - delimitabile intorno alle fortunate definizioni di arte povera e arte concettuale - che annullando o trasformando radicalmente ogni residuo pittorico, ha saputo inventare inedite e visionarie forme.
La mostra L'ignoto che appare. Torino, presenze, 1967-2012 testimonia come - attraverso un'alchimia profondamente paradossale - nella città italiana più geometrica, razionale e pitagorica, molti studi ed alcune gallerie hanno visto nascere e svilupparsi un felice turbine d'invenzioni: l'apparire di nuovi materiali, spesso viventi, organici, che mutano e si trasformano: il seme, il vegetale, il minerale, la terra, la polvere, il sale, il fuoco, l'acqua, il legno, la parola, il ghiaccio; l'apparire di forme e segni e gesti, insieme avveniristici e arcaici, primitivi e fascinosamente attuali. "L'insurrezione del valore magico e meravigliante degli elementi naturali" (Celant), in un ininterrotto fluire di metamorfosi e mutazioni - in uno spazio urbano, Torino, ben noto per la sua elegante razionalità - nell'esperienza di un'organicità che diviene immobile plastica (Gilardi), e una plasticità che si trasforma in decostruzione e meditazione (Anselmo, Merz, Zorio), in specchio (Pistoletto), in "opera pensata" (Calzolari, Fabro, Paolini), o in parola cromatica e ambigua (Boetti, Salvo). Oltre il desiderio di qualsiasi volontà rappresentativa, una nuova arte nel vivere direttamente il mistero delle cose, dove il massimo peso diviene leggerezza, e la levità si può condensare in ferro, in pietra, in legno, in piombo; dove tutto il fascino della creazione viene ripreso, smontato e rielaborato, nel turbine di un immobile divenire: le forme araldiche di un ignoto che appare: segno e visione, immagine e simbolo.
In occasione della mostra, in cui saranno esposte circa 35 opere, verrà realizzato un catalogo a colori.