Natia Kalandadze
La Galleria Ghetta è lieta di presentare la prima personale italiana dedicata alla pittrice Natia Kalandadze.
Comunicato stampa
La Galleria Ghetta è lieta di presentare la prima personale italiana dedicata alla pittrice Natia Kalandadze. La mostra rimarrà aperta negli spazi di via Rezia 59 ad Ortisei da venerdì 7 settembre a 29 settembre 2012.
Natia Kalandadze si è formata presso l'Accademia di Tbilisi, Georgia ed ha completato i suoi studi all'accademia di Vienna con la frequentazione della classe di scultura di Michelangelo Pistoletto.
Malgrado le attenzioni rivolte ai linguaggi contemporanei più sperimentali, sin dagli inizi Natia Kalandadze ha eletto la pittura come mezzo privilegiato di espressione e di relazione immediata e spontanea con il mondo.
La mostra ospitata negli spazi della Galleria Ghetta è dedicata al percorso artistico recente. Essa mette in evidenza le complesse esperienze pittoriche e culturali con cui Natia Kalandadze ha deciso di confrontarsi.
Di primo acchito la ricerca dell'artista sembra dominata dalla cifra stilistica della spontaneità e della leggerezza. Ma uno sguardo più attento, dietro la semplicità dei soggetti e la piacevolezza del gesto pittorico, può facilmente scovare un ripetuto invito ad abitare la poesia e il linguaggio non verbale e ad esplorare alcuni importanti riferimenti della storia della pittura contemporanea.
A partire da questi presupposti la mostra diventa un piccolo saggio sul valore della pittura. I quadri tratti da fotografie scattate dall'artista o recuperate da ritagli di riviste, suggeriscono un confronto con la dimensione non verbale della nostra esperienza nonché l'incontro con la propria sensibilità e intelligenza non cosciente.
La ricerca di Natia Kalandadze fa sua la sfrenata passione per la pittura di alcuni artisti a cavallo dei due secoli. Fra i più noti si debbono citare almeno tre maestri. Gerhard Richter per la tecnica e l'attenzione alle proprietà più empatiche della pittura (si vedano in particolare la grande serie di ritratti dedicati alla sua famiglia). Joseph Marioni per il lavoro sulla tattilità e sulla capacità autorappresentativa della pittura stessa. Ed infine Vija Celmis, pittrice dalla produzione stitica e intensa, la cui ricerca è completamente focalizzata a mostrare la capacità della pittura di raccordasi con il tempo.
Il quadro dei riferimenti di Natia Kalandadze si completa con tre grandi questioni inerenti il nostro presente. Globalizzazione del turismo, condivisione delle immagini, riproduzione di massa delle stesse. Tre capisaldi che ci aiutano a comprendere la relazione quotidiana che intratteniamo con le immagini. Le inquadrature incomplete con cui Natia Kalandadze decide di comporre i suoi soggetti sono in sintonia con lo sguardo del turista: letteralmente sorvolano il mondo come anime del purgatorio, tutto sfiorano e forse nulla toccano. La frammentazione dell'esperienza dell'immagine propria dello zapping televisivo o di quello on-line è anch'essa adeguatamente rappresentata: i suoi quadri diventano il frammento di un caleidoscopio, la raccolta paziente di un esploratore del presente. E lo spettatore veste i panni di un mago alla ricerca di resti e risultanze per ricette ancora a venire. Per le stesse ragioni i quadri di Natia Kalandadze assumono l'evidenza della riproduzione di massa delle immagini: anche se non in maniera diretta, si fanno carico della scomposizione e della rielaborazione digitale. Ma sempre con l'obiettivo che con esse possa instaurarsi una relazione scevra da moralismi e libera, correttamente conflittuale e proficua.
Natia Kalandadze, 1972, vive e lavora a Vienna con frequenti soggiorni ad Ortisei, segue un percorso tutto rivolto alla formazione artistica. Diplomata alla scuola d'arte di Tbilisi prima e all'Accademia di Belle Arti poi, a partire dal 1994 ha seguito le classi di scultura di Michelangelo Pistoletto dove ha conseguito un ulteriore diploma. Ha esposto in mostre collettive e personali in Austria, in Germania e nella Repubblica Ceca. Fra queste si ricordano le personali a Graz e a Vienna e le collettive presso l'Hangar 7 di Salisburgo, la JMA und N Galerie di Vienna e la Galerie Grazy di Graz con il marito Gilo Moroder.