Adriano Campisi – Frammenti di un canto
L’artista prende in prestito elementi decorativi dell’architettura classica e utilizza materiali grezzi, da costruzione, marcapiani di gesso insieme a tondini di ferro. Costruisce frammenti di scenografie curandosi di alterare la consistenza plastica dei materiali.
Comunicato stampa
Lo sguardo entra nelle sale. Tra residui d’affreschi, cornicioni e tappezzerie, si alza sui soffitti di legno a cassettoni, spia fuori dalle finestre.
L’incertezza di un dettaglio insiste. Più d’una.
Adattando la messa a fuoco emergono gli interventi di Adriano Campisi. Si camuffano senza essere invisibili. L’incidente percettivo è d’ordine metafisico: il sopra è sotto, il dentro è fuori, il peso perde di gravità ed equilibri impossibili si realizzano.
La stabilità dell’insieme è impeccabile eppure la visione vibra, è irrequieta. Ci sono tante copie di vasi dimenticati su finte mensole a loro volta appoggiate a pareti fasulle, che stanno in angoli troppo alti o sembrano infinitamente fragili nelle griglie che li raccolgono.
L’artista prende in prestito elementi decorativi dell’architettura classica e utilizza materiali grezzi, da costruzione, marcapiani di gesso insieme a tondini di ferro. Costruisce frammenti di scenografie curandosi di alterare la consistenza plastica dei materiali. Adopera telai di diverse dimensioni come layer a rilievo di porzioni di muro, rivestendoli di tessuti damascati o cemento, rasato e spatolato. Su di essi poggiano i calchi dei marcapiani (usati in architettura per decorare le facciate dei palazzi e definire i livelli in altezza) finemente profilati, nella cui sezione il gesso rivela la sua bellezza materica. È vivo e carnoso.
Tra impalcature elementari disposte a terra e questi altari su più piani a parete, Adriano Campisi dispone vasi e altri oggetti caricandoli di un’aurea mistica. Nella dimensione in cui sono collocati, simulano sacri arredi di una cerimonia: sono irraggiungibili e intoccabili.
Adriano Campisi nato nel 1949 diplomato Accademia Albertina di Torino corso Scultura
1970 Galleria Franz P, Torino (personale).
1971 V Biennale del Disegno, Torre Pellice.
1971 130° Esposizione Arti Figurative, Società Promotrice delle Belle Arti, Torino.
1972 Galleria Centro 6, Bari (personale).
1973 VI Biennale del Disegno, Torre Pellice .
1973 Galleria Triade, Torino (personale).
1973 Poetiche, Ivrea.
1974 Galleria La Saletta, Cuneo (personale).
1974 Galleria Fumagalli, Bergamo (personale).
1974 Piemonte Segno '74, (a cura di Aldo Passoni), Galleria Giorgi, Firenze
1987 Il Leggero, Cabaret Voltaire, Torino (personale).
1989 Equinozio Artistico di Primavera '89, Chiostro dello Juvarra, Torino.
1991 Galleria Giancarlo Salzano, Torino.
1995 "Luoghi. Una Generazione di Artisti Torinesi" (a cura di Paride Chiappati e Marco Rosci) Civica galleria d'arte contemporanea di Torre Pellice
1995 Galleria Giancarlo Salzano, Torino (personale).
1997 Un suono irriducibile Palazzo Lomellini Carmagnola Testo di Giancarlo Salzano (personale).
1996 "L'arte per l'industria l'industria per l'arte" Pro¬cos, Cameri - Novara
1998 "Motoaluogo" Citta di Arona
1999 "II Stazione nella Via Della Croce" località Molino Masserano
2004 Galleria Marco Polo, Torino testo di Franca Varallo (personale)
2005 Galleria Studiodieci, Vercelli
2009 Galleria PaoloTonin Torino “Vuoti di memoria” Testo di Pino Mantovani (personale)
2010 Spazio Arte S.Chiara –StudioDieci- Vercelli a cura di Maria Vittoria Berti
2011 Galleria StudioDieci Vercelli (personale) “ About Big art “
2011 “ End in nation “ Galleria Studiodieci Testo critico Lorella Giudici
2011 “ End in nation “ Monastero Villafranca Piemonte
2012 “ End in nation “ Accademia Albertina Belle Arti Torino
2012 Galleria StudioDieci Vercelli Remastered “ Dall’eccesso alla sottrazione cromatica “ testo di
Rolando Bellini
Bibliografia:
Rolando Bellini, Giorgio Brizio, Angelo Dragone, Martina Corgnati, Lorella Giudici, Paolo Levi, Angelo Mistrangelo, Liviano Papa, Franca Varallo, Giancarlo Salzano, Maria Vittoria Berti, Pino Mantovani.