Giuseppe Antonello Leone – Omero
Tra i ritratti della collezione Farnese del Museo Archeologico di Napoli, ormai avvezzo a “cortocircuiti” tra antico e contemporaneo, l’Omero di Leone, mimetizzandosi col tutto, fornisce al visitatore un’irripetibile occasione per sperimentare e cogliere, come in un godibile gioco di assimilazione e contrasto, differenze che non risultano, infine, disturbanti per la lettura connotativa delle informazioni oggettive e delle caratteristiche storico-culturali dei materiali originali esistenti.
Comunicato stampa
Il Servizio Educativo della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei apre il suo anno di attività con l’esposizione al pubblico dell’Omero in pietra di Giuseppe Antonello Leone, sottolineando così, ancora una volta, l’interesse della Soprintendenza per il contemporaneo, soprattutto per quel suo sapersi accostare ai manufatti antichi senza per questo creare conflitti nell’osservatore.
Tra i ritratti della collezione Farnese del Museo Archeologico di Napoli, ormai avvezzo a “cortocircuiti” tra antico e contemporaneo, l’Omero di Leone, mimetizzandosi col tutto, fornisce al visitatore un’irripetibile occasione per sperimentare e cogliere, come in un godibile gioco di assimilazione e contrasto, differenze che non risultano, infine, disturbanti per la lettura connotativa delle informazioni oggettive e delle caratteristiche storico-culturali dei materiali originali esistenti.
Giuseppe Antonello Leone sarà presente al Museo per la stampa e gli addetti ai lavori alle ore 12,00 del 20 settembre e il 6 ottobre, alle ore 17,30, in occasione della lettura del dialogo immaginario tra la “pietra-Omero”, la cui voce è di Raffaele Furno, e il suo autore, interpretato da Enzo Salomone su un testo scritto da Marina Lobianco.
L’Omero di Giuseppe Antonello Leone
al Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Il celebre Ritratto di Omero si è allontanato per qualche tempo dal Museo di Napoli. Al suo posto, tra le illustri teste in marmo della Collezione Farnese, dal 20 settembre il visitatore incontra l’Omero di Giuseppe Antonello Leone, un Omero che era già, in natura, più o meno come ora lo vediamo: stava infatti, da pietra, in un campo, proprio sotto gli occhi del nostro artista, che non sa resistere agli irripetibili “appuntamenti” con ogni sorta di materiali.
Infatti, Leone raccolse quel sasso e con pochi colpi di scalpello lo “risignificò”, che è termine più volte da lui utilizzato per descrivere il suo operare. Insomma, il suo Omero è un quasi-ready-made: molte opere d’arte, secondo G.A.L., ci sono già: l’artista le sceglie, ne propone possibili risignificazioni, inventa soltanto mettendo in moto quel che esiste.
Homer of Giuseppe Antonello Leone
in the National Archaeological Museum of Naples
The reknowned Portrait of Homer has left the Archaeological Museum of Naples for a while. In its place, from the 20th of September, the Homer of Giuseppe Antonello Leone will be displayed amongst the illustrious marble heads of the Farnese Collection. Leone’s Homer already existed in nature, more or less as we see it now: the artist found the stone in a field and, unable to resist the unique opportunities provided by every sort of material, “re-signified” it (to use his term) with a few strokes of a chisel. In short, his Homer is an almost-ready-made work of art. He reasons that many pieces of art already exist. The artist chooses them, proposing possible new meanings (“re-significations”). He invents only by setting in motion that which already exists.