Carlo Dell’Amico – Liberata dal Caos

Informazioni Evento

Luogo
CAOS - CENTRO PER LE ARTI OPIFICIO SIRI
Via Campofregoso, 98 – 05100 , Terni, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal martedì alla domenica: 10-13 / 16-19 Chiuso il lunedì

Vernissage
21/09/2012

ore 18.30

Biglietti

intero 5, ridotto 3.50

Artisti
Carlo Dell’Amico
Generi
arte contemporanea, personale

12 istallazioni realizzate collocando a ridosso dei reperti archeologici le opere coronate da un’atmosfera azzurra di neon fluorescenti che sovrastano le scatole di plexiglas.

Comunicato stampa

Carlo Dell’Amico si appropria dell’acronimo del complesso museale e lo trasforma in un epiteto, cioè il caos da cui liberare e liberarsi dalla veste, dall’involucro, o di una sostanza aurea di cui dovremmo rivestirci, liberare la perla. L’uomo autentico è l’uomo spirituale-originario, il sé senza corpo o un essere doppio in cui la sua purezza e la sua spiritualizzazione si realizzano attraverso il ritorno alla prima ipostasi. L’artista realizza all’interno del Museo Archeologico nelle singole stanze 12 istallazioni, collocando a ridosso dei reperti archeologici le opere coronate da un’atmosfera azzurra di neon fluorescenti che sovrastano le scatole di plexiglas. Nelle “pietre” “scolpite” senza colpo di martello dalla luce blu che pervade lo spazio, si infrange l’amaro lamento dell’anima e l’eco va verso la sua naturale dimora luminosa. Se il sole non ti da’ i suoi raggi quando servono, a che ti serve il tuo specchio ustorio?

La mostra è completata da un libro d’artista dall’omonimo titolo, in tiratura limitata di 200 esemplari, che segue quello già realizzato per la personale di Palazzo Schifanoia a Ferrara del 2012.

Il 6 ottobre in occasione della Giornata del contemporaneo, promossa dall’Associazione Musei d’arte Contemporanea italiani, sarà effettuata la videoproiezione II miracolo dell’unità alle ore 19:00. Le immagini che mutano colore in dissolvenza sulle pareti esterne del Museo Archeologico: radici luminose contrapposte che salgono e scendono, che evocano l’infanzia della luce. Il “miracolo”, non può esistere se non nel ricordo nella maniera della lotta “quotidiana” per ricordarsi di sé, per distillare la verità dal caos, ma non nell’insieme dell’esperienza.