Giuliano Pastori – Credere nel vuoto
L’Opera unica “Credere nel vuoto” di Giuliano Pastori non è la semplice trascrizione di un semplice viaggio o di un diario di bordo transoceanico ma può essere considerato la metafora poetica dell’ignoto, di un attraversamento, del salto nel vuoto dell’artista in una terra sconosciuta, dall’Europa all’America.
Comunicato stampa
“Funambolo…ignoto, vuoto, attraversamento , calcolo di un’assenza tradotta in rigore, coordinate dell’impossibile educate all’equilibrio. Comportamento disobbediente che riempie il “vuoto” di poesia.”
Giuliano Pastori
Nel corso della vita ciascuno di noi si trova ad intraprendere un viaggio, c'è chi sceglie mete lontane e magari decide di valicare il grande oceano Atlantico trasformando la propria esperienza in un percorso mentale e artistico. La grande tela 2 x 3 metri “Credere nel vuoto” dell'artista romano Giuliano Pastori è nata proprio dall'esperienza di un viaggio intercontinentale compiuto in America, a New York. La mostra personale di Pastori, curata da Susanna Horvatovicova, fa parte della rassegna espositiva ”Un Dipinto Uno” organizzata e tenuta presso la Porta Blu Gallery, via Arco degli Acetari 40 in Roma.
L'Opera unica “Credere nel vuoto” di Giuliano Pastori non è la semplice trascrizione di un semplice viaggio o di un diario di bordo transoceanico ma può essere considerato la metafora poetica dell'ignoto, di un attraversamento, del salto nel vuoto dell'artista in una terra sconosciuta, dall'Europa all'America. Lo stesso titolo della tela 2 x 3 metri, “Credere nel vuoto”, è tratto dall'omonimo romanzo di Philippe Petit, dedicato ad un funambolo che ebbe il coraggio di attraversare su una corda sospesa nel vuoto le due Torri gemelle di New York, prima della tragedia del 11 settembre.
La grande tela di Pastori si ispira dunque alla storia di un funambolo che cammina sulla corda e guarda davanti a sé e sotto di sé il mondo, consapevole della distanza che lo separa dalla terra. La libertà sembra non essere più un'utopia e, pur rischiando la vita, si trova lontano dalle cose terrene, quasi sul punto di volare o nuotare tra le nuvole. L'opera pittorica di Pastori nasce proprio dall'immagine di un funambolo che diventa una metafora dell'ignoto che si affaccia di fronte a noi, di un percorso fisico ed mentale dell'artista verso una terra ancora sconosciuta. E' un inno al coraggio di mettere in discussione la propria identità, di sospendere il giudizio lasciando spazio anche alla fantasia e mantenendo l'alone di mistero di una terra da ancora scoprire. Il grande quadro diventa così la metafora del viaggio nell'ignoto, della curiosità che precede la conoscenza di culture diverse. Pastori presenta una dimensione sospesa in coordinate spazio-temporali incerte, rese con una superficie pittorica luminosa ed evanescente, dove le cose possono essere immaginate nella loro assenza vitale. Al centro della grande tela “Credere nel vuoto”, un funambolo si esibisce su una corda sospesa e misura lo spazio tra i quattro continenti, rivelando la ricerca dell'artista di un equilibrio precario tra un approccio razionale e uno irrazionale nei confronti del mondo. La pennellata dinamica di Pastori, di matrice espressionista ed astratta, esalta le distanze del nostro globo che si schiude su se stesso. La resa poliedrica dei quattro continenti mette in luce l'inquietudine interiore dell'artista di fronte alla definizione e all'interpretazione di una società globalizzata, multietnica, dinamica, razionale quanto caotica e incerta del proprio futuro, definita dal sociologo Zygmunt Bauman come “società liquida”, una società in continuo cambiamento.
L'opera unica 2x3 metri di Giuliano Pastori sarà accompagnata da un ciclo fotografico di ritratti multietnici in miniatura e da una serie di pannelli di plexiglass dipinti con mappe, e da scritte “one way” secondo la segnaletica stradale di New York. Il percorso installativo guiderà lo spettatore lungo gli ambienti de La Porta Blu Gallery alla scoperta dell'Opera unica “Credere nel vuoto”.
Susanna Horvatovicova