Vladislav Shabalin – Fossils of the Rock
Shabalin, in Italia da vent’anni e residente a Udine, presenta Fossils of the rock nello Space Cinema di Pradamano in occasione del CELEBRATION DAY dei LED ZEPPELIN. L’opera è stata realizzata dall’artista presso il Laboratorio Paleontologico di Geoworld, a Torreano di Cividale (UD), con pietra e fossili provenienti dalla formazione rocciosa Green River (Wyoming, USA) datata da 40 a 60 milioni di anni (Eocene).
Comunicato stampa
VLADISLAV SHABALIN – FOSSILS OF THE ROCK
La storia incomincia negli anni ‘70, in un paese che non esiste più, l’Unione Sovietica. Vladislav Shabalin è un adolescente fortunato: lo zio radiofisico un giorno decide di potenziare la vecchia radio e ampliare la ricezione, così costruisce e, di nascosto, piazza sul tetto del condominio una grande antenna grazie alla quale è possibile ascoltare radio straniere, all’epoca vietatissime, come Voce dell’America (Golos Ameriki), Radio Libertà (Radio Svoboda) e soprattutto “Rock Posevi”, un programma della BBC condotto da Seva Novgorodtsev, grazie al quale il ragazzo si appassiona alla “musica proibita”. Le band che la proponevano erano tante, impossibile nominarle tutte, e fra le prime c’erano i Led Zeppelin.
Vladislav Shabalin studia arte ma non abbandona la sua passione per la musica, anzi il rock diventa per lui una musa ispiratrice. Con la complicità di un amico diffonde il rock a scuola, mettendo su dischi e trasmettendoli attraverso gli altoparlanti quando il direttore è assente e organizzando, a scuola ma anche nelle case, feste clandestine a base di Rock ‘n’ Roll, cercando sempre di non dare troppo nell’occhio.
Grazie alla famiglia, che comprende il suo amore per la musica e lo aiuta anche economicamente ad acquistare dischi in vinile (il guadagno medio di un medico o di un ingegnere si aggirava fra i 120 e i 150 rubli e un LP dei Led Zeppelin al mercato nero costava 50-60 rubli, perciò un doppio album come Physical Graffiti poteva portarsi via un intero stipendio), riesce a mettere insieme una vera collezione di dischi che comprende tutti gli album dei Led Zeppelin.
Shabalin si cimenta nella pittura come artista surrealista e diventa noto per le sue dichiarazioni sulla libertà di espressione, che pagherà successivamente con la reclusione in ospedale psichiatrico (qui, oltre alla paura di non riacquistare più la libertà, conoscerà anche l’elettroshock). A uno dei colloqui con il medico “curante” Shabalin rivela di possedere una collezione di dischi proibiti. Il dottore si incuriosisce e chiede se la raccolta comprenda anche i Led Zeppelin, di cui aveva sentito parlare. Approfittando della situazione, Shabalin chiede delle libere uscite per poter andare a prendere i dischi da portare al medico e di non essere più sottoposto a trattamenti, di cui non ne può più. Il patto funziona e dopo un mese viene dimesso dall’ospedale, anche se sul passaporto resta una macchia: schizofrenico.
Per capire meglio il fascino della musica straniera - e la sua forza sovversiva - in un paese che la vietava, si deve fare un passo indietro. Come spesso succede, gli uomini si ingegnano per avere quello che le autorità vietano e così in Unione Sovietica era stato inventato un modo molto originale per diffondere il jazz prima, e poi anche il rock, a buon mercato e ovviamente in modo abusivo: per incidere tutto quello che capitava e proveniva dall'Occidente venivano usate le radiografie che gli ospedali buttavano o che il personale rivendeva per pochi kopeki. Elvis Presley e molti altri artisti sono entrati in Russia così… nelle ossa! Il rock ha cominciato a diffondersi in URSS in questa maniera. Gli originali supporti costavano un rublo o poco più e si trovavano attraverso il passaparola o al mercato nero. Il macchinario per realizzarli pare fosse lo stesso che veniva utilizzato per fare incisioni sonore in speciali cartoline che si trovavano negli studi fotografici (più tardi, anche questi ultimi contribuirono alla diffusione del rock, incidendo brani sulle stesse cartoline). Sul ”disco” non apparivano né titoli di canzoni né nomi di gruppi, c’era solo una specie di numero grattato a identificarli. Ciò nonostante il KGB non ci mise molto a capire cosa fossero questi strani oggetti, e chi li fabbricava fu mandato nel galera. Ma la musica incisa sulle lastre radiografiche non scomparve a causa dei controlli da parte delle autorità. A decretarne la fine fu la progressiva espansione del mercato nero che proponeva un’ampia scelta di dischi di vinile e la diffusione delle audiocassette. In ogni caso, il rock è stato vietato in URSS fino alla Perestroika.
Nel 1988 Shabalin è stato completamente riabilitato ed è riuscito a realizzare il sogno di aprire una sala espositiva di arti visive, Avantgard, dedicata all’arte non ufficiale. Qui ha continuato, fino al 1991, a diffondere la musica rock e a registrarla gratuitamente.
Sono stati questi ricordi lontani a ispirare il progetto “FOSSILS OF THE ROCK” che Shabalin, in Italia da vent’anni e residente a Udine, presenta nello Space Cinema di Pradamano in occasione del CELEBRATION DAY dei LED ZEPPELIN. L’opera è stata realizzata dall’artista presso il Laboratorio Paleontologico di Geoworld, a Torreano di Cividale (UD), con pietra e fossili provenienti dalla formazione rocciosa Green River (Wyoming, USA) datata da 40 a 60 milioni di anni (Eocene).