Oltre la notte
Trentuno artisti nati a Roma o qui operanti da diversi anni sono chiamati ad esporre e poi eventualmente a cedere in comodato al Santuario un’opera ciascuno, nata da una riflessione sul carisma e sull’aura delle immagini sacre, come “porte regali” fra il visibile e l’invisibile, in stretto rapporto con il primo miracolo della Madonna del Divino Amore, ma anche con gli innumerevoli ex-voto del Santuario.
Comunicato stampa
Il luogo di culto più venerato dai romani è il Santuario della Madonna del Divino Amore. Sorto sulla Via Ardeatina, in località Castel di Leva, in un angolo di campagna, un tempo completamente sperduto e inospitale, ancora oggi isolato, il Santuario, già dalla seconda metà dell’Ottocento è la meta prediletta e venerata di tanti pellegrini, mossi da una fede autenticamente popolare e radicata, che, spesso, si coniuga alla tradizionale passeggiata fuori porta. Per rendersene conto con stupore, non c’è posto più commovente della sala degli ex voto: molti sono segni di riconoscenza alla Madonna per una grazia ricevuta, altri una semplice invocazione d’aiuto e di protezione. Sono ormai così numerosi da esservi ospitati a fatica. Qui, nelle foto con i volti di donne, bambini, giovani, anziani, nelle suppliche o nella gratitudine espresse con le grafie più diverse, si percepiscono veramente l’anima e la fede di un popolo che delinea il proprio autoritratto, senza alcun compiacimento, attraverso il passaggio di testimone fra generazioni.
Nel contesto del nuovo Santuario, è stato creato un grande spazio espositivo in cui adesso, per festeggiare la celebrazione dell’Anno della Fede (11 ottobre 2012-24 novembre 2013) e l’ottantesimo anniversario dell’istituzione della Parrocchia del Divino Amore, Monsignor Pasquale Silla, Rettore-Parroco del Santuario, ha voluto avviare un dialogo fra l’arte contemporanea e la profonda spiritualità di questo luogo straordinario, anche sulle orme del nuovo e positivo confronto instauratosi fra Chiesa e cultura dei nostri tempi. Trentuno artisti nati a Roma o qui operanti da diversi anni sono chiamati ad esporre e poi eventualmente a cedere in comodato al Santuario un’opera ciascuno, nata da una riflessione sul carisma e sull’aura delle immagini sacre, come “porte regali” fra il visibile e l’invisibile, in stretto rapporto con il primo miracolo della Madonna del Divino Amore, ma anche con gli innumerevoli ex-voto del Santuario, con il fascino dei pellegrinaggi notturni dal centro di Roma al Santuario, e con la memoria della vicenda storica della prodigiosa liberazione di Roma il 4 giugno 1944, comunemente attribuita all’intercessione della Madonna del Divino Amore.
La mostra, ideata dalla Fondazione Crocevia di Alfredo e Teresita Paglione, è integrata da un piccolo omaggio, sotto il segno dell’”arte sacra”, ad un artista di notevole rilievo come Alberto Sughi, recentemente scomparso.
Idealmente, anche se con finalità diverse, la mostra attuale si ricollega alla “Prima Mostra-omaggio dell’arte italiana all’Opera della Madonna del Divino Amore”, tenutasi dal 23 aprile all’8 maggio 1976 nel Palazzo delle Esposizioni, a Roma.
Attraverso la formula del comodato sarà così avviata la costituzione di un’importante raccolta di opere d’arte contemporanea in questo straordinario luogo di culto e di preghiera. Sarà così ulteriormente rafforzato lo strettissimo legame che unisce la città di Roma e il Santuario, mettendo alla prova quanto suggerito da Luigi Pareyson: “si può giungere a dire che l’arte sacra, se non riesce ad essere arte, non riesce nemmeno ad essere veramente sacra”.
Artisti presenti: Giovanni Albanese, Roberto Almagno, Andrea Aquilanti, Giovanni Arcangeli, Laura Barbarini, Aurelio Bulzatti, Ennio Calabria, Massimo Campi, Bruno Ceccobelli, Sergio Ceccotti, Michele Cossyro, Alessandra Di Francesco, Stefano Di Stasio, Stefania Fabrizi, Sidival Fila, Giosetta Fioroni, Giorgio Galli, Paola Gandolfi, Alessandra Giovannoni, Pierluigi Isola, Andrea Lelario, Claudio Marini, Giuseppe Modica, Stefano Piali, Maurizio Pierfranceschi, Reinhard, Tito Rossini, Sandro Sanna, Vincenzo Scolamiero, Alberto Sughi, Tito, Andrea Volo.
La mostra sarà corredata da un catalogo pubblicato dalla casa editrice Palombi, con i testi di Don Pasquale Silla, Gabriele Simongini, Carlo Fabrizio Carli, Tiziana d’Acchille e con le immagini delle opere esposte.