Civile conversazione di forme e colori

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DEI PIO
Piazza Dei Martiri 68, Carpi, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

giovedì ore 10 - 13
sabato e domenica ore 10-13 e 17-19

Vernissage
20/10/2012

ore 16 Sala Ex-Poste
ore 18 Palazzo Foresti

Curatori
Marzio Dall’Acqua
Generi
arte contemporanea, collettiva

“Civile conversazione”, la formula che offre titolo e spunto a questa mostra d’arte, che si tiene a Carpi in segno di speranza, d’incoraggiamento e di sostegno, nel momento della necessità di uno sforzo non solo per la rinascita, ma anche per riprendere il cammino verso il futuro, era al centro del dibattito culturale a metà del XVI secolo, negli ambienti intellettuali italiani e ha offerto spunti e temi a saggi e riflessioni culturali.

Comunicato stampa

"Civile conversazione", la formula che offre titolo e spunto a questa mostra d'arte, che si tiene a Carpi in segno di speranza, d'incoraggiamento e di sostegno, nel momento della necessità di uno sforzo non solo per la rinascita, ma anche per riprendere il cammino verso il futuro, era al centro del dibattito culturale a metà del XVI secolo, negli ambienti intellettuali italiani e ha offerto spunti e temi a saggi e riflessioni culturali.
La "civile conversazione" si oppone all'isolamento, al chiudersi in una torre d'avorio, al rifiuto del contatto con gli altri, al rinunciare, come si diceva, al mondo, al rifugiarsi nella fantasia e nell'irrealtà: E questo in una epoca di tremende lotte politiche e militari, di feroci e sanguinosi scontri religiosi, di mancanza di ogni forma di tutela giuridica a livello individuale e sociale, tra epidemie e endemie di malattie paurose, forme sociali di irrazionale che divenivano talora collettiva. In contrapposizione alla disperazione, all'abbandono e alla rinuncia si esaltava il dialogo tra gli uomini, che diventava confronto e che si esprimeva come proposta.
Il termine "civile" in un secolo di ferro e d'armi sempre più sofisticate e micidiali, indicava una posizione pacifica, urbana, non militare appunto né armata: l'accettazione di un confronto alla pari con forme di dispute e scambi di opinioni secondo regole precise e condivise, nella convinzione che mentre si faceva progredire il sapere e la coscienza di ciascuno ed insieme di tutti si gettavano le basi per un futuro migliore socialmente e collettivamente. Uno sforzo lungo, senza utopie che diventassero fughe in avanti o marginalità progettuali. Si trattava di uno sforzo che doveva essere condiviso e che presupponeva il comune sentimento sociale di sapere che è la parola e non la forza che cambia gli equilibri tra gli uomini, che incide nella storia: parola che è espressione di sentimenti e di pensieri, che si piega e si trasforma, duttile ad ogni necessità, che è banale e quotidiana, ma anche sublime come nella poesia e nell'arte.
Ecco, prima ancora che Carpi martoriata diventasse la meta definitiva, un gruppo di artisti italiani ed europei hanno incominciato a riunirsi e confrontarsi con questo tema fatto e diventato comune, espressione anche del dialogo e confronto dei diversi linguaggi delle arti, perché dopo decenni di sommovimento e di turbolenza, dopo l'irruzione delle ondate delle avanguardie artistiche che si sono succedute quasi ininterrottamente nel secolo appena chiuso, ormai ogni espressione inventiva e figurativa, ogni mezzo comunicativo, ogni stile, ogni manipolazione, ogni singola personalità originale hanno cittadinanza nel mondo della creatività e dell'arte.
Per questo forme e colori dialogano tra loro con reciproco rispetto ed attenzione, al di là di scuole e tendenze, in un gioco di fascinazione che coinvolge anche lo spettatore che ormai sa bene che deve lasciarsi sedurre e deve essere disponibile a mettersi in comunicazione emotiva ed intellettuale con la singolarità di ogni opera, in una altrettanto "civile conversazione". In questo modo procedere, ponendo regole condivise di reciproco rispetto e di pacifico confronto, disposti a cambiare e migliorare, crediamo, ci sia anche la speranza di uscire da questa crisi, che non è solo economica, ma è di idee, che mancano, di personalismi che prevalgono su progetti realistici e percorribili, che è urlata ed ha l'eccitazione luminosa degli schermi dei mass media ed ora anche dei mezzi informatici, in una velocità che stordisce, disarma, ma anche rende vuoti ed incapaci di reagire.
La "civile conversazione" è quindi, per noi, un modo diverso per incontrasi e confrontarsi, con ritmi che permettono davvero di proporre nuove sintesi, di procedere verso una progettualità che nasca dall'esame e dal confronto con le diverse realtà, che devono anch'esse dialogare tra loro altrimenti nessuna unità sarà possibile e quindi nessuna forma di umanizzazione potrà avvenire nel divenire e nella storia, che non può, nel bene o nel male, essere sottratta da un ideare che sappia controllare il processo di realizzazione. E' esattamente il contrario delle urla, delle grida d'ordine, degli slogan che suonano a raccolta forze che si mobilitano senza scopi comuni.
L'arte quindi diventa questo nuovo ed insieme antico modo di incontrarsi e fare progetti, si presenta come un salire di un bimbo che con passo fermo avanza al fianco di scale, dietro ad una trasparenza che sembra volerne contaminare l'immagine, ma noi sappiamo bene che essa è limpida e fresca, sa di futuro, sa, con l'immagine della scala mobile che lo porta, che questo è inevitabile, è oltre le nostre riserve, le nostre resistenze. Ci è sembrata che questa immagine, che è il manifesto della nostra esposizione, fosseanche un incitamento da cui l'esclamazione, l'auspicio e l'annuncio: " Carpi per la rinascita".
E questo perché questi artisti sono convinti, profondamente sicuri, che l'arte, la sua presenza, i suoi diversi linguaggi siano tutte forme di rinascita, sia possibilità concreta di riannodare fili spezzati, legami che sembravano recisi, per cui questa mostra è prima di tutto un omaggio che questi artisti fanno a Carpi, ai suoi cittadini, alla sua amministrazione, come augurio per il futuro, perché va detto con molta semplicità, ma anche con molta chiarezza questa mostra non costa nulla ad un Comune che è stato duramente colpito dal terremoto e che potrebbe avere altre priorità che non una esposizione artistica.
Ma questi artisti sono convinti che questa iniziativa debba e sia prioritaria, perché è senz'altro fondamentale recuperare gli spazi storici della "civile conversazione" che ha fatto di Carpi la straordinaria città che è, il centro culturale tra i più vivaci non solo a livello regionale, perché si debba restituire alla vita quotidiana le sue ragioni e le sue dimensioni volte all'avvenire, alla dinamica della crescita. Ma anche sanno bene che non si devono richiedere finanziamenti e sostegni, convinti come si è che i primi pronti a sostenere la propria opera d'artista sono e devono essere gli artisti stessi.
Questa mostra dunque è un dono, un omaggio che gli artisti espositori fanno alla città: si sono autotassati perché la mostra riesca nel modo migliore, si sono sobbarcati l'onere convinti che un catalogo che permetta di dialogare con i visitatori e che conservi nel tempo memoria di quanto è avvenuto e della solidarietà che anche il mondo dell'arte ha manifestato sia una forma generosa e splendida di "civile conversazione".
Questo è stato possibile perché questa esperienza ha un precedente nella mostra "L'artista allo specchio del reale, la pittura e la scultura europea riflette sul proprio tempo" realizzata nel 2009, tra aprile e giugno, in una esposizione itinerante con tre sedi: Budrio, Pianoro e Pieve di Cento ed un comune catalogo con ventotto artisti italiani, ma anche tedeschi, croati, austriaci, sloveni, francesi e olandesi. Non tutti sono presenti in questa mostra, che diventa così una specie di seconda rassegna di maestri messi a confronto attraverso le opere, ma li hanno sostituiti artisti non meno professionali ed importanti, con curricula internazionali di primo piano, con opere in pittura, scultura, video e con installazioni di straordinaria suggestione.
Anche perché il sottotitolo "per una Biennale d'arte regionale" mette in rilievo che questa seconda esposizione può diventare il numero zero di una possibile Biennale d'arte da realizzare nella nostra regione, con partecipazione internazionale. E' un auspicio e ci piacerebbe che proprio da e con Carpi partisse ed incominciasse a realizzarsi.

Marzio Dall'Acqua
Presidente dell'Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma

Carpi è stata colpita forse meno di altre zone vicine, non ha subito danni così gravi come quelli di altri
centri e fortunatamente non ha fatto segnare vittime in occasione delle scosse di maggio. Quanto fatto
in queste settimane dall’amministrazione comunale, dai volontari, dai cittadini, che hanno faticosamente
cercato di rimettere in moto le cose con l’energia e la volontà tipica di queste terre, mi fanno dire che
sono fiducioso. Iniziative culturali come quella che sta per aprirsi sia nel nostro Palazzo dei Pio che a
Palazzo Foresti non possono che aiutare a tornare alla normalità: non sarà una passeggiata ma so che
ce la faremo, la nostra comunità ha la forza per superare questo momento molto difficile.

Enrico Campidelli
Sindaco di Carpi

Artisti:
Grazia Bodari - Piero Barducci - Luisa Bergamini - Maddalena Barletta - Giuseppe Branà - Claudio Cesari - Ottorino Cocchi - Renate Christin -Gianantonio Cristalli -Nicla Ferrari - Nadia Fanzaga - Niccolò Madoi - Eros Mariani - Vasco Montecchi - Cristiano Nasi -Otello Giuseppe Pagano - Emanuela Pierantozzi - Piergiovanni Pierantozzi - Giuliano Pizzuto - Nino Poli - Renzo Rabboni - Aleksandra Rotar - Enzo Ruggiero - Gianfranco Sacchetti - Roberta Serenari - Hetty van der Linden - Gloria Zoilt - Giampiero Manca