Le stagioni del nostro amore
Nelle magnifiche cornici di Villa Castello Smilea a Montale (Pt) e dell’Antico Frantoio di Quiesa (Lu) si inaugura un doppio percorso espositivo di alto profilo storico e artistico, promosso dalla Regione Toscana e dal Centro Studi Ricerche Espressive di Pistoia.
Comunicato stampa
Nelle magnifiche cornici di Villa Castello Smilea a Montale (Pt) e dell’Antico Frantoio di Quiesa (Lu) si inaugura un doppio percorso espositivo di alto profilo storico e artistico, promosso dalla Regione Toscana e dal Centro Studi Ricerche Espressive di Pistoia.
Le stagioni del nostro amore” è un progetto artistico che abbonda di intertestualità e di riferimenti culturali, poetici e personali dei tre artisti che lo compongono: Federico Gori (1977, Prato), Manuela Menici (1977, Prato), Gerardo Paoletti (1974, Prato).
Il titolo è, infatti, un omaggio all’omonimo film nostalgico e sentimentale di Florestano Vancini ed Elio Bartolini, mentre l’immagine coordinata della mostra con tre uomini in barca (gli stessi artisti) che riprende il capolavoro letterario di Jerome K. Jerome e l’inquadratura della fotografia, il Lago di Massaciuccoli nei pressi del quale si svolge una delle tappe della mostra, dimostrano che questa non è solamente un’esposizione di opere, ma piuttosto una vivida rappresentazione di amicizia, complicità, gioia di esprimersi, di condividere e di stare insieme.
Compagni di studi e di formazione fin dalla giovinezza, i tre artisti hanno confrontato le proprie ricerche in un corpo a corpo di stili, forme ed espressioni, a ripercorrere le conseguenze di un’intesa profonda e di uno scambio professionale e artistico che, a distanza d’anni, dura ancora oggi.
E come tutti i veri amici hanno deciso di ritrovarsi (“Perché non facciamo una mostra insieme?”) e di “discutere” delle loro visioni artistiche, facendo parlare le loro opere negli spazi espositivi dell’Antico Frantoio di Quiesa (Lucca) e della Villa Castello Smilea a Montale (Pistoia).
Non tre mostre personali, bensì un’unica mostra installata in due spazi espositivi nelle province di Pistoia e Lucca, che permetterà allo spettatore di addentrarsi nella complessità delle visioni e delle poetiche degli autori, rivolte a indagare molteplici aspetti esistenziali, dalla ciclicità atemporale della natura alla consapevolezza greve della memoria, dall’intimità domestica del ricamo alla spiritualità di una luce che non si consuma, dalla satira sulla politica alla produzione di coscienza critica sul mondo.
I tre artisti mettono in evidenza quindi la loro visione del mondo, cosa sono diventati e cosa vorranno diventare, ma inevitabilmente raccontano anche la natura del loro rapporto, delle “stagioni dell’amore” appunto.
Prima tappa è la mostra a Villa Castello Smilea a Montale (Pistoia) dove Federico Gori propone un’installazione video che parte dal riferimento al paesaggio per rievocare una storia intima dedicata ai quattro nonni materni e paterni; Manuela Menici presenta un’installazione costituita da un intreccio di 59 cerchi da ricamo realizzati con corda da nave, un centrino (o meglio un centrone) con diametro 5 metri accompagnato da dei dischi da ricamo a parete sui quali è stato applicato del cotone nero con lettere ricamate in corda nera con la scritta “Quando romperai tutti gli ormeggi ti potrai legare con i nodi più belli”; Gerardo Paoletti infine mette in scena un progetto di tele estroflesse intitolato “Essi sono dentro di te” che introduce alcuni spunti di critica sociale e civile.
La seconda tappa del progetto si svolge invece all’Antico Frantoio di Quiesa (Lucca) che, insieme alla risiera, funge da porta del Parco Naturale Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli.
Lo spazio, completamente restaurato, ha anticipato l’inaugurazione della mostra “Le stagioni del nostro amore” con una messa celebrata l’8 settembre 2012 che ha commemorato l’avvenimento “miracoloso” della liberazione della popolazione di Massaciuccoli dall’occupazione nazista. In tale occasione Manuela Menici ha presentato l’opera Non voglio consumare, una tavola di legno orizzontale sulla quale ha posto un mandala concentrico di candele colorate e profumate di diverse altezze, forme e aspetti e, durante una performance partecipativa, ha invitato i fedeli della messa a intervenire nel rito sacrale di accensione delle candele stesse.
Qui Federico Gori presenterà l’installazione ambientale di un vortice di foglie di quercia in forma di spirale, un vortice immateriale e al tempo stesso vivente, concreto, sinonimo di forza, vitalità ed energia della natura che si ricrea e si rigenera nel tempo, come le foglie di quercia che lo costituiscono. Gerardo Paoletti invece indagherà alcuni temi sociali come nel progetto di videopittura “La sazietà genera il delitto”. In questo caso la scelta della pittura è mescolata alla proiezione come linguaggio efficace per lo sviluppo di nuove possibilità espressive.