Antoni Tàpies

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA GC2 CONTEMPORARY
05100, Vico San Lorenzo, 5, Terni, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da Martedì al Sabato ore 9.30-13 e 16.30-20

Vernissage
03/11/2012

ore 18

Contatti
Sito web: http://www.italianartschool.it
Artisti
Antoni Tàpies
Curatori
Lorenzo Barbaresi, Igor Borozan
Generi
arte contemporanea, personale

La Galleria d’arte Canovaccio in collaborazione con Bat-Accademia delle Belle Arti di Terni ospita le litografie di Antoni Tàpies l’artista catalano scomparso all’età di 88 anni il 6 febbraio scorso.

Comunicato stampa

La Galleria Canovaccio Arte Contemporanea in collaborazione con Bat-Accademia delle Belle Arti di Terni ospita le litografie di Antoni Tàpies l’artista catalano scomparso all’età di 88 anni il 6 febbraio scorso. Il 3 novembre alle ore 18 in Largo Filippo Micheli 20, sede della Galleria, verrà celebrata l’opera del pittore e scultore contemporaneo più rappresentativo a livello internazionale, LOS CARTELES DE TAPIES Y LA ESFERA PUBLICA. Una serata-evento nel corso della quale si potrà ammirare il lavoro di Tapies, la sua ispirazione.

La materia, le visionarie trame grafiche incise con urgenza concitata e brusca, sono congenitamente implicite sin dall'inizio, nel suo lavoro. Il problema di Antoni Tàpies non è, prima, di essere, di sentirsi, surreale o astratto, così come dopo non sarà di definire la qualità del proprio informale. Altro è il senso, altra la ricerca oscura e potente, della sua pittura. Nelle opere della seconda metà degli anni ‘50, dalle quali prende avvio la pluridecennale grandiosa partitura visiva del lavoro di Tàpies, l'intuizione profonda del senso della materia è valore chiave. Lo stesso artista parla di "una specie di materia prima interiore", che egli non intende "come un mondo a parte, ideale o soprannaturale, ma come l'unica, totale e veridica realtà, della quale tutto si compone". Dunque, il quadro non rappresenta delle cose, ma è una cosa; non racconta la realtà, perché è, in se stesso, realtà. Scrive Tàpies nel 1958: "L'opera è frutto di una lenta gestazione dell'artista. Prende per così dire l'abitudine di pensare e di reagire per mezzo di immagini che poi in modo quasi inconscio, si decantano, si imprimono o si cancellano. Ma quando crediamo, di potere di punto in bianco, lavorare su di una determinata idea, ci accorgiamo che anche l'opera comanda, perché ha le sue leggi - interne ed esterne - di sviluppo. Si ribella e ci impone le sue condizioni come i personaggi di Pirandello. Come ovunque vi sia vita, si svolge un dialogo tra l’autore e la materia della sua opera. All'inizio lo scopo non è sempre chiaro: il cammino si forma sotto i passi". E ribadirà più avanti, a proposito di questa fine decennio, la propria "forte avversione per il colore", quella che lo induce a rastremare il proprio campire al bianco e nero, poi alla dominante grigia, in odore di monocromia.

“La pintada è lo squillo di tromba in pieno sole. La pintada è vitale. Essa distrugge i piedistalli del falso ordine e l'ipocrisia dei valori che non concedono amnistie. E a volte può essere il grido del sole e il rosso sangue delle quattro ditate che sono il simbolo della nostra libertà e democrazia. Ce la toglieranno dalle strade ma essa risorgerà più forte e sicura dalle mani degli artisti e dei poeti". Così, nel 1984, Tàpies.

E dice di lui Arnaldo Pomodoro, a sua volta geniale uomo di segni: "Mi colpisce la costruzione architettonica che riesce a dare al quadro: che è un dettaglio ingigantito, dove non vedi mai l'intera struttura e guardando ricordi un particolare, un segno soltanto…".
Per questo ancora, di fronte a questi segni urgenti, a queste materie stratificate ed elise, a questi oggetti al limite d'una vita possibile, noi avvertiamo comunque un'unica tensione, un unico sentir vivere e sentirsi vivere, una idea di corporeo che non si lascia ridurre all'arbitrio della logica.
Questa è la potenza di Tàpies, questo l'enigma geniale della sua opera, consegnata al nostro sguardo.