Luciano Gatti
L’Accademia di Belle Arti di Brera rende omaggio al percorso artistico di Luciano Gatti (Quinzano d’Oglio – Brescia, 1942) con una mostra di opere su carta che documentano le varie fasi della sua ricerca, dalla metà degli anni Settanta a oggi. Dopo aver frequentato la sezione Art Director della scuola di Pubblicità Davide
Comunicato stampa
L’Accademia di Belle Arti di Brera rende omaggio al percorso artistico di Luciano Gatti (Quinzano d’Oglio – Brescia, 1942) con una mostra di opere su carta che documentano le varie fasi della sua ricerca, dalla metà degli anni Settanta a oggi. Dopo aver frequentato la sezione Art Director della scuola di Pubblicità Davide
Campari, Gatti si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove ha insegnato nei corsi di Incisione e Anatomia Artistica tra 1994 e il 2007. La lunga attività creativa spazia dalla grafica incisoria al disegno, dalla pittura alla scultura, sperimentando un linguaggio figurativo aperto alle influenze astratte e informali, con particolare interesse verso la dimensione simbolica dell’immagine. A questo tipo di esigenza narrativa si legano molteplici atmosfere di rappresentazione, tensioni espressioniste e surreali, forti intensità cromatiche, ambivalenze di luci e di ombre, impulsi immaginativi che vanno oltre i motivi iconografici affrontati.
Nel corso degli anni Ottanta e Novanta l’interesse per le apparizioni immaginarie della natura si sviluppano sia attraverso le trasfigurazioni della memoria sia evocando luoghi di osservazione del reale, città spettrali e fabbriche immortali, serre abbandonate e giardini segreti, visioni sovrapposte di paesaggi stratificati,
luoghi di meraviglia sospesi tra realtà e sogno. L’esplorazione del volto fantastico della natura è documentata nel periodo più recente con una scelta di fogli dedicati al ciclo degli “alberi” e alle figure degli “insetti”, temi persistenti in cui Gatti esalta gli intrecci del segno e le vibrazioni del colore, stratificazioni di frammenti nella stessa immagine, differenti metamorfosi tra forme arboree e sensazioni corporee.
In questo viaggio nelle icone mutevoli della natura, icastiche e primarie, oppure disgregate in segni e scritture segrete, l’artista elabora personali alchimie e contaminazioni per ottenere particolari effetti cromatici e spaziali, invenzioni tecniche che di foglio in foglio restituiscono la forza espressiva e la capacità di
coagulare le differenti apparizioni della natura.