Enzo Santambrogio – Como 22100 (Zanzibar)
Una personale dell’artista Enzo Santambrogio che punta a focalizzare l’attenzione sul fascino perduto della nostra città.
Comunicato stampa
Giovedì 15 novembre alle ore 18 viene presentata presso l’associazione Spazio Pedraglio una personale dell’artista Enzo Santambrogio che punta a focalizzare l’attenzione sul fascino perduto della nostra città.
“Essere lontano, molto lontano... Così distante da sognare la notte il proprio paese, la propria città e faticare a rammentarli! Muoversi nel sogno, tra strade, piazze e persone, il tutto in un’atmosfera surreale fatta di fontane, barche e strade che sfiorano il lago.
Emigrato in Africa da diversi anni sono spesso preda di questa visione che ai più potrà sembrare banale ma che, vi assicuro, quando accade il risveglio è sempre lieto.
Ci vuole molto coraggio per partire e altrettanto per tornare, realizzare che il tuo sogno era solamente frutto della lontananza, che il lago non si vede ormai da qualche anno, le piazze sono senza fontane e molte strade martoriate. Il ritorno somiglia più ad un’allucinazione, specialmente d’inverno quando il verde non maschera più le imperfezioni e la bruma conferisce al tutto l’aspetto di un’uggiosa periferia.
MAIL-ART non vuol essere una mostra di protesta ma semplicemente un modo per comprendere che il nostro paese, come spesso accade, è più amato da persone lontane o straniere.
Quando ci rechiamo in vacanza o per lavoro in altri luoghi è consuetudine spedire cartoline per rendere partecipe chi è rimasto a casa di quanto sia bello quel luogo, la cartolina è la forma primordiale per condividere una gioia momentanea legata ad un viaggio, un modo per dire “io ci sono stato”.
Da Zanzibar non ho inviato cartoline raffiguranti spiagge incontaminate o acque cristalline ma vecchi scorci di Como nel secolo scorso: trenta mosaici composti da quattro cartoline ciascuno che ci restituiscono la nostra città, ormai molto cambiata e non sempre in meglio. Scatti stampati utilizzando il processo antico della cianotipia dove sole, spezie e fiori diventano una sola cosa con la fotografia rendendola unica ed irripetibile. Immagini che stanno scomparendo anche dalla carta, evanescenze volute che simboleggiano la memoria che scompare e che ormai permane solo grazie a vecchie cartoline.
Sarà molto interessante per il visitatore confrontare quello che era un tempo con ciò che vede oggi e trarne le proprie conclusioni”.
Enzo Santambrogio