Luca Zarattini – Eight Tunes/Ottoni
La curiosa assonanza del titolo conduce, di primo acchito, a un duplice, esplicito omaggio alla Musica e ad una precisa categoria di strumenti da cui essa trae vita. Per contrappunto, il gioco di parole utilizzato dall’artista racchiude in sé l’intera essenza delle serie di opere che costituiscono la mostra – due da otto – realizzate a guisa di un’articolata architettura semantico-sonora, sapientemente assemblata, da cui emergono sfaccettate e multiformi prospettive.
Comunicato stampa
In occasione dell’edizione 2012 del Bologna Jazz Festival, la raffinata Profumeria Tatler di Gianfranco Salomoni, già “Radiotecnica” di via Rialto, rende omaggio ai grandi protagonisti della musica jazz con Eight-Tunes/Ottoni, la vibrante personale del giovane Luca Zarattini, specializzatosi in pittura presso l’Accademia di Belle Arti della Città Felsinea.
L’evento è realizzato in collaborazione con la Torrione Art Gallery, un progetto firmato Jazz Club Ferrara, ideato e curato da Eleonora Sole Travagli.
A partire dal 16 novembre, la ricercata atmosfera della Tatler, luogo magico inscritto negli itinerari di una Bologna per intenditori, fonderà rare fragranze che solleticano l’olfatto alle tonalità cangianti e luminose degli ottoni di Luca Zarattini, realizzati in esclusiva per lo storico Torrione San Giovanni e ora ricontestualizzati in un Locus Amenus altrettanto unico, ricco di storia, musica, arte e passione. “E’ un onore e un grande piacere accogliere nuove opere di Luca Zarattini alla Tatler” Afferma Salomoni “La prima volta che Luca espose in via Rialto frequentava ancora l’Accademia e quella fu anche la prima mostra che realizzai nel mio antro magico…”
La vernice si terrà venerdì 16 novembre a partire dalle ore 18.00 e la mostra sarà fruibile fino al 06 gennaio 2013.
LA MOSTRA
La curiosa assonanza del titolo conduce, di primo acchito, a un duplice, esplicito omaggio alla Musica e ad una precisa categoria di strumenti da cui essa trae vita. Per contrappunto, il gioco di parole utilizzato dall’artista racchiude in sé l’intera essenza delle serie di opere che costituiscono la mostra – due da otto – realizzate a guisa di un’articolata architettura semantico-sonora, sapientemente assemblata, da cui emergono sfaccettate e multiformi prospettive.
Otto i “timbri” proposti da Zarattini sotto forma di fluttuanti foglie d’ottone; una tonalità in più rispetto alle tradizionali scale musicali, un nuovo accordo indispensabile all’artista per la creazione di una propria armonia nata dall’equilibrata miscela di due elementi essenziali che contraddistinguono il jazz, tanto quanto il suo modus operandi: tecnica e improvvisazione.
Il richiamo ai grandi Maestri della Storia dell’Arte corre parallelo al desio di dissociarsene attraverso l’elaborazione di un proprio, personalissimo, linguaggio che sfocia in guizzi di calibrata irriverenza. In Hang Up Your Hang Ups, l’unica opera in cui non appaiono volti, figure, o essenze di esse, ecco che l’immagine di una mela diviene passpartout iconologico di un luogo di culto del jazz d’oltreoceano - New York - ma non solo: l’equilibrio delle fughe prospettiche, alla stregua della sospensione aerea del frutto ci suggeriscono l’intimo omaggio dell’artista alla celeberrima Pala di Brera di Piero della Francesca.
In Eight-Tunes/Ottoni, l’improvvisazione jazzistica è stata la vis propulsiva che ha condotto l’artista ad avvalersi di rinnovata libertà espressiva. Divagazioni sonore unite al sapore del luogo - il Torrione - gli hanno fornito l’immagine di una tromba, da cui tutto è partito:
Per poterla suonare occorre una persona con il proprio fiato. Io, artista, sono il musico. Il mio fiato sono i pennelli e i colori che ho scelto sono esattamente tre, come i tasti di una tromba.
Raffinata è l’anarchia che nasce dall’uso stesso dell’ottone quale supporto alla pittura. Esso rifrange la luce da ogni angolazione creando tridimensionalità. Muta le forme, i chiaroscuri, la profondità. Le figure, i volti, appaiono e scompaiono in base al punto di osservazione. A volte pare che non si veda nulla, che tutto sia confuso poi, d’un tratto, il segno, l’essenza riappare. L’ottone, quale varco luminoso in cui tempo e spazio si annullano, “traghetta” lo Spirito della Musica e i Grandi del jazz rivivono riflessi nella soggettività di ogni singolo sguardo fruitore.
L’ottone è estremamente duttile. Quando imprimi qualcosa ne recepisce subito il segno e poi ne riflette la luminosità. Quel segno, quella forma, acquisisce così nuova vita.
Tale sperimentazione risulta evidente anche nella seconda serie di opere in cui entrano in gioco nuovi materiali – legno, latta, ecc. - di forte richiamo all’Arte Povera, che assemblati su piani differenti riconducono di nuovo a gesti, figure e strumenti indispensabili alle emissioni sonore.
Da queste ed altre sollecitazioni, infine, Luca Zarattini ha saputo cogliere il carattere vibratile dell’ottone dando vita ad una performance - 12/3/12 - che conduce ad un viaggio attraverso dimensioni multisensoriali legate al fare arte, oggi.
QUOTES
In merito a Eight-Tunes/Ottoni Francesco Bettini, direttore artistico del Jazz Club Ferrara e del Bologna Jazz Festival, ha detto: “Uno splendido esempio di intelligente e profonda partecipazione emotiva ed intellettiva a ciò che rappresenta questo luogo. In una chiave assolutamente personale Luca ne ha letto la sua più intima essenza.”
LUCA ZARATTINI
Diplomatosi presso l’Istituto Dosso Dossi di Ferrara con indirizzo in decorazione plastica, Luca Zarattini - classe ’84 - si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna specializzandosi in pittura. La selezione al Premio Celeste (2007) e al Premio d’arte Zingarelli (2010), la vincita del premio Sasyr (2010), la partecipazione ad Art Off - Arte Fiera di Bologna (2011) e ad Affordable Art Fair di Milano (2011), la selezione alla tredicesima edizione del Premio Morlotti (2011) e la vincita del premio “Un’opera d’arte per il 150° dell’Unità” (2011) ne attestano, insieme a svariate mostre personali e collettive, il fervido percorso artistico, tanto da poter iscrivere Zarattini, non più tra le giovani promesse, bensì tra i protagonisti dell’arte contemporanea.